AGI – Omicidio colposo plurimo e incendio colposo. Questi i reati per i quali la procura di Tivoli procede, al momento contro ignoti, per chiarire cause e responsabilità dell’incendio divampato nella serata di ieri, intorno alle 22,30, all’ospedale San Giovanni Evangelista, che ha causato la morte di tre pazienti e costretto all’evacuazione di 200 persone. Tra i pazienti messi in salvo e trasferiti dai soccorritori anche alcuni neonati e diversi anziani.
L’ospedale rientra nella competenza dell’Asl Roma 5 e al momento è stato chiuso al pubblico, compresa la rete di emergenza. Difficile ipotizzare tra quando il nosocomio di Tivoli potrà riaprire. Intanto per tutta la giornata di oggi i tecnici della Polizia Scientifica insieme agli esperti dei vigili del Fuoco hanno eseguito rilievi nel piazzale interno nel retro dell’ospedale da dove si pensa che si sia sviluppato l’incendio.
Gli inquirenti stanno analizzando anche le immagini delle videocamere di sicurezza dell’ospedale che potrebbero risultare determinanti per escludere la possibilità, seppur molto remota, di un gesto doloso. Le vittime della tragedia sono due anziane di 86 anni, e un altro anziano di 76 anni. Una quarta paziente, di 84 anni, è invece deceduta una mezz’ora prima del rogo.
“La signora deceduta non per cause dell’incendio era deceduta da mezz’ora prima. La salma è a disposizione della famiglia. Speriamo giovedì o venerdì, dopo l’autopsia, di restituire anche le tre salme”, ha spiegato il procuratore capo di Tivoli Francesco Menditto che ha disposto il sequestro del piazzale adiacente all’ospedale, il pronto soccorso e gli altri locali dove si sono estese le fiamme.
Dai primi accertamenti è infatti emerso che le fiamme dal piazzale si sarebbero propagate all’interno, con il fumo che ha invaso il nosocomio dal -3 fino all’ultimo piano.
“Sono state delegate una serie di attività investigative al momento in corso. Indagano i vigili del fuoco e la polizia di stato, ma anche i carabinieri fanno la loro parte – ha detto ancora il procuratore Menditto – procederemo molto velocemente perchè la città è ferita. Abbiamo un quadro abbastanza, direi, accettabile di ciò che può essere accaduto, ma abbiamo bisogno di approfondirlo. Non ci sono tempi certi sulla restituzione completa dei locali, certamente non saranno brevi. Non è prevedibile. I tempi di ripristino dell’ospedale non sono brevi”.
Medici, infermieri. Vigili del fuoco, forze dell’ordine e personale del 118 hanno messo in salvo i pazienti nelle corsie invase dal fumo. Tutti i ricoverati sono stati trasferiti in altri ospedali romani. “C’è stata molta paura è stato veramente drammatico, non eravamo pronti – ha raccontato un’infermiera dell’ospedale di Tivoli – l’ultimo paziente lo stanno portando via adesso, fortunatamente sono stati tutti dislocati. La paura è stata tanta, per i pazienti e per chi era in servizio”.
I vigili del fuoco sono intervenuti con circa 60 uomini e una ventina di mezzi. Sul anche posto 23 ambulanze e tre auto mediche. Sono state inoltre montate due pma (posti medici avanzati) per il trattamento dei pazienti. Con una ditta specializzata del San Filippo Neri sono, inoltre, state recuperate e trasportate oltre 300 sacche di sangue che erano custodi in frigoriferi rimasti senza corrente.
“Mi complimento con gli operatori sanitari: i ricoverati sono stati rapidamente trasferiti – ha detto giunto a Tivoli il ministro della Salute, Orazio Schillaci – ancora una volta si è dimostrata la qualità dei nostri operatori, in un momento di emergenza sono stati molto bravi a mettere i pazienti in sicurezza. Non so cosa può essere successo, ma abbiamo massima fiducia negli inquirenti”.
In merito alle cause dell’incendio il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca ha spiegato che “ci vorranno giorni per avere risposte, stanno facendo i rilievi” ed ha poi aggiunto che “la sicurezza negli ospedali per noi è una priorità, non a caso abbiamo messo risorse, centinaia di milioni, per l’antincendio e l’antisismica. Continuiamo a lavorare, tanti ospedali nel Lazio hanno problemi antincendio”.