• 23 Dicembre 2024 11:28

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Guida alla giornata in Borsa

Nov 20, 2023

AGI – I mercati aprono abbastanza tonici ma anche piuttosto irrequieti in una settimana che negli Usa sarà più corta del solito, visto che, tra celebrazione del Thanksgiving (Giorno del Ringraziamento) giovedì e Black Friday i listini a stelle strisce resteranno aperti soltanto tre giorni e mezzo su cinque.

Oggi in Asia le Borse cinesi avanzano, per la promessa di ulteriori misure di stimolo da parte del governo nel tribolato settore immobiliare, mentre Tokyo ha toccato brevemente il top da oltre 30 anni e poi ha chiuso in calo.

Il prezzo del petrolio in Asia è in rialzo, dopo essere sceso la scorsa ottava sotto gli 80 dollari, il che rappresenta un livello di guardia per Arabia Saudita e Russia, in vista della riunione dell’Opec+ del prossimo 26 novembre. E a Wall Street i future sono negativi, così come quelli in Europa, con l’eccezione di Milano che è prevista in rialzo, dopo la promozione di Moody’s.

Più in generale, in questa fase, sui mercati globali il trend è positivo: Wall Street ha chiuso la scorsa settimana con rialzi intorno al 2%, i rendimenti dei Treasury sono in discesa, con il 10 anni Usa al 4,5%, e i tassi sembrerebbero aver raggiunto il picco, con il mercato che scommette su una Fed che a dicembre resterà ferma, mentre i trader puntano su una prima riduzione del costo del denaro già a maggio.

Tuttavia i mercati sono anche in attesa di ulteriori segnali da parte della Federal Reserve, che domani pubblicherà i verbali della sua ultima riunione (poi giovedì toccherà alla Bce), mentre gli investitori guarderanno con interesse agli utili trimestrali di Nvidia che usciranno domani e che sono strettamente legati agli sviluppi dell’intelligenza artificiale.

Ma c’è una domanda che a questo punto vale la pena farsi: quanto a lungo riusciranno i trader a mantenere questo ottimismo? “Probabilmente – commenta Vincenzo Bova, senior analist di Mps – per la Fed i mercati stanno esultando un po’ troppo. Adesso non può dirgli: datevi una calmata, state esagerando. Ma penso che glielo dirà a dicembre, anzi ai primi di dicembre, o subito dopo”. 

Intanto oggi in Asia Shanghai avanza e Hong Kong balza in avanti dell’1,5%, per il rimbalzo dei titoli immobiliari, dopo che le autorità di regolamentazione cinesi hanno promesso di fornire maggiore sostegno politico a questo settore in difficoltà, mentre la decisione sui tassi in Cina sembra aver fornito pochi segnali ai mercati, dal momento che la Pboc ha mantenuto il tasso primario sui prestiti vicino ai minimi storici, come ampiamente previsto.

Lo yuan comunque s’indebolisce sul biglietto verde sotto quota 7,2 sul dollaro. Nel frattempo l’azionario giapponese ha tocca i massimi dal 1990, anche se poi il Nikkei è arretrato e ha chiuso in flessione. Deboli invece i future a Wall Street e quelli sull’EuroStoxx 50, Milano a parte. 

“Questa settimana – commenta Bova – il mercato sarà tranquillo. Negli Usa c’è la settimana corta, ma il trend è positivo: potrebbe esserci qualche ‘correzioncina’, ma niente di eclatante. Adesso la volatilità è molto schiacciata, le correzioni sono limitate. I mercati continuano a essere tirati ma in questa fase non sono previsti grossi eventi, non c’è niente che possa farli scendere. Perciò i mercati dovrebbero restare laterali, senza grandi oscillazioni”.

Sul fronte macro, i dati principali da monitorare in settimana saranno i Pmi manifatturiero e servizi delle principali economie, a partire da giovedì con quelli europei – previsti entrambi in contrazione – per finire venerdì con quelli giapponesi e statunitensi. Per gli Stati Uniti la previsione è di un ritorno in contrazione del settore manifatturiero, mentre quello servizi dovrebbe mantenersi leggermente in area di espansione.

Da monitorare con attenzione anche i consueti dati settimanali sui sussidi alla disoccupazione, alla luce delle indicazioni di indebolimento del mercato del lavoro emersi dai valori pubblicati questa settimana. Sul fronte banche centrali sono attesi numerosi interventi di banchieri Bce, tra cui la Presidente Christine Lagarde che parlerà martedì e venerdì.

In calendario, oltre ai verbali delle ultime riunioni di Fed (martedì) e Bce (giovedì), giovedì si pronunceranno la banca centrale svedese, quella turca e quella sudafricana. Le prime due dovrebbero alzare i tassi rispettivamente di 25 punti base e 250 punti base, a fronte di tassi invariati attesi in Sud Africa.

Da segnalare che, secondo quanto riferito dai media, Israele, Stati Uniti e Hamas avrebbero raggiunto un accordo provvisorio per liberare dozzine di ostaggi a Gaza in cambio di una pausa di cinque giorni nei combattimenti, ma finora non è ancora giunta nessuna conferma in questo senso.

La difficile situazione dei circa 240 ostaggi è diventata l’ago della bilancio del conflitto in Medio Oriente, mentre prosegue l’offensiva israeliana a Gaza, con il premier Benjamin Netanyahu che non vuole sentir parlare in questa fase di un cessate il fuoco. 

Intanto il vicepresidente di Taiwan Lai Ching-te, candidato presidenziale del partito democratico progressista al potere, ha scelto l’ex quasi-ambasciatore del paese negli Stati Uniti come suo compagno di corsa per le elezioni del 13 gennaio. E in Argentina ha vinto le elezioni presidenziali l’outsider libertario Javier Milei, che ha sconfitto abbastanza clamorosamente con il 55,7% dei voti il suo rivale, il ministro dell’Economia peronista Sergio Massa, che ha ottenuto solo il 44% delle preferenze.  

CINA: PBOC MANTIENE INVARIATI TASSI DI RIFERIMATO SU PRESTITI, COME PREVISTO 

La Cina ha lasciato invariati i tassi di riferimento sui prestiti, in linea con le attese, mentre lo yuan si è indebolito e continua a limitare un ulteriore allentamento monetario. Gli investitori e i politici aspettano di vedere gli effetti dei precedenti stimoli sulla domanda di credito.

Dati recenti mostrano che la ripresa nella seconda economia mondiale rimane discontinua, con la produzione industriale e le vendite al dettaglio in sorprendente rialzo, ma la deflazione sta accelerando e ci sono pochi segnali che il mercato immobiliare in difficoltà si riprenderà presto.

Sebbene l’economia abbia ancora bisogno di maggiori stimoli politici, un ulteriore allentamento monetario aggiungerebbe pressioni indesiderate al ribasso alla valuta cinese. Il tasso primario sui prestiti a un anno (Lpr) è stato mantenuto al 3,45% e l’Lpr a cinque anni è rimasto invariato al 4,20%. La maggior parte dei nuovi prestiti e di quelli in essere in Cina si basano sul tasso Lpr a un anno, mentre il tasso a cinque anni influenza il prezzo dei mutui. 

I PMI EUROPEI E AMERICANI RESTANO IN CONTRAZIONE A NOVEMBRE 

I Pmi, gli indici anticipatori di novembre, saranno il dato più importante da monitorare, a partire giovedì con con quelli europei, per finire venerdì con quelli giapponesi e statunitensi. In Europa I Pmi dovrebbero mostrare qualche lieve miglioramento ma molto probabilmente resteranno entrambi, sia il manifatturiero, sia i servizi, in contrazione. Negli Usa il manifatturiero dovrebbe peggiorare e tornare sotto i 50 punti e i servizi restare sotto 50 punti e dunque in contrazione.

“Questo piacerà ai mercati – spiega Bova – poichè favorirà il calo dei tassi, a patto che le contrazioni non siano destinate a durare troppo a lungo, perchè a quel punto favorirebbero la recessione”. 

DOMANI E GIOVEDI’ ESCONO I VERBALI DELLE RIUNIONI FED E BCE

Domani escono i verbali dell’ultima riunione della Fed e giovedì quelli della Bce “Ma è roba vecchia – commenta Bova – di prima dei dati sull’inflazione Usa di ottobre, per cui non penso che le due banche centrali possano dire cose particolarmente significative”. 

MERCOLEDI’ CI SONO I SUSSIDI DI DISOCCUPAZIONE CHE SONO DIVENTATI IMPORTANTI

Mercoledì escono i sussidi di disoccupazione Usa, che sono diventati importanti per capire l’andamento del mercato del lavoro a stelle strisce. I sussidi sono in crescita da parecchio tempo e questo significa che il mercato del lavoro americano si sta indebolendo. La scorsa settimana il calo dei sussidi Usa ha fatto scendere i rendimenti dei Treasury. Per mercoledì la previsione è che le richieste restino praticamente invariate introno a 185.000 unità. 

ALTMAN SI PRESENTA AGLI UFFICI DI OPENAI MENTRE CRESCE LA PRESSIONE PER REINTEGRARLO 

Sam Altman è tornato negli uffici di OpenAI la scorsa domenica, mentre un’onda di sostegni da parte di dirigenti, personale e investitori sta aumentando la pressione sui membri del consiglio affinchè lo reintegrino nel ruolo di ceo, dopo averlo licenziato venerdì scorso. A sole 48 ore dal suo siluramento, Altman ha twittato una foto di se stesso con indosso un pass ospite OpenAI, dicendo che era la “prima e l’ultima volta che l’avrebbe indossato”.

Il ceo ad interim Mira Murati ha detto allo staff di aver invitato Altman. I dirigenti di Microsoft, che hanno investito più di 10 miliardi di dollari nella società che sta dietro il ChatGPT, stanno esplorando diverse opzioni, tra cui l’azzeramento del cda di OpenAI e il reinserimento di Altman, ma gli sviluppi della situazione restano ancora incerti.

In un promemoria distribuito sabato sera allo staff della società di intelligenza artificiale generativa, il responsabile della strategia Jason Kwon ha h affermato di essere “ottimista” sul fatto che Altman e Brockman torneranno al loro posto. Gli investitori sperano che Altman ritorni presto in un’azienda “che e’ stata il lavoro della sua vita” e che Mira Murati, promossa venerdì da chief technology officer ad amministratore delegato ad interim, rimanga nell’azienda.

Altri fondi si sono detti pronti a sostenere Altman qualunque cosa scelga di fare dopo, che si tratti di un ritorno a OpenAI o del lancio di una nuova impresa. La cacciata di Altman è stata decisa dal board della società dopo che una revisione approfondita aveva portato alla luce omissioni e bugie “nelle sue comunicazioni” con il consiglio.

A quanto pare Altman aveva cercato di ottenere fondi da investitori in Medio Oriente e dal fondatore di SoftBank Masayoshi Son nelle settimane precedenti il suo licenziamento. Secondo altre fonti Altman aveva cercato di raccogliere fino a 100 miliardi di dollari per fondare una nuova società di sviluppo di microchip che potesse competere con Nvidia e Tsmc.

“Sam ha una società di [fissione] nucleare [chiamata Oklo], e [stava cercando di lanciare] una società di dispositivi e una società di chip”, ha detto una fonte a conoscenza della situazione. La decisione improvvisa del cda di OpenAI di estromettere Altman e di retrocedere Brockman ha attirato l’attenzione sulla sua insolita struttura aziendale e di governance.

Si tratta di un consiglio che supervisiona un’entità senza scopo di lucro che possiede una società a scopo di lucro. In pratica i doveri dei membri del cda non sono rivolti a favorire gli azionisti, come avviene in una tipica organizzazione a scopo di lucro, ma a garantire che l’intelligenza artificiale sia sviluppata a beneficio di tutta l’umanità.

Il consiglio comprende il capo scienziato di OpenAI Ilya Sutskever insieme ai direttori indipendenti Adam D’Angelo, l’amministratore delegato di Quora, l ‘imprenditrice tecnologica Tasha McCauley e Helen Toner del Georgetown Center for Security and Emerging Technology. Secondo fonti vicine agli investitori il cda “ha danneggiato OpenAI. In una vera azienda esiste una responsabilità fiduciaria.

La prima regola per il consiglio è “non nuocere”, mentre loro “hanno causato all’azienda un danno immenso” silurando Altman. Insomma, vi è chiaramente un conflitto tra gli obblighi statutari dei membri del cda e gli interessi degli investitori. Anche il ruolo di Altman va visto di riflesso a questo scontro di finalita’ aziendali.

La ricerca del profitto di Altman e le sue crescenti ambizioni di costruire un business consumer a livello mondiale avevano suscitato preoccupazioni tra alcuni dipendenti e nel cda. Tuttavia il suo licenziamento ha sorpreso tutti, anche il mondo della politica, dove il ceo era diventato una presenza familiare nei dibattiti sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale.

La sua ascesa e la sua caduta sono state tra le più veloci nella storia della Silicon Valley, scrive il Washington Post. In meno di un anno era passato dall’essere famoso come fondatore di una start-up fallita a diventare uno dei capitani tech più influenti al mondo. Molti gli attribuiscono il merito di aver infuso nuova energia e un senso di possibilità in un settore dominato da giganti della tecnologia come Google e Amazon per più di un decennio. 

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