• 30 Novembre 2024 0:36

Corriere NET

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La cacciata di Altman da OpenAI è diventata un giallo

Nov 18, 2023

AGI – La cacciata di Sam Altman, Ceo di OpenAI, è stata decisa dal board della società dopo che una revisione approfondita ha portato alla luce omissioni e bugie “nelle sue comunicazioni con il consiglio, ostacolandone la capacita’ di esercitare le responsabilità”. Anche Greg Brockman, co-fondatore di OpenAI ed ex presidente del board, è stato cacciato e in un post su X ha puntato il dito contro quella che ha definito una congiura.

Mira Murati, Chief Technology Officer, ricoprirà il ruolo di CEO ad interim ed è in corso una ricerca per identificare un successore permanente. Ma cosa si nasconde dietro una delle decisioni piu’ sorprendenti prese nel mondo tech negli ultimi mesi? La ricerca del profitto di Altman e le sue crescenti ambizioni di costruire un business consumer a livello mondiale avevano suscitato preoccupazioni tra alcuni dipendenti di OpenAI.

Il licenziamento di Altman ha sconvolto anche il mondo della politica, dove era diventato una presenza familiare nei dibattiti sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale. La sua ascesa e la sua caduta sono state tra le piu’ veloci nella storia della Silicon Valley, scrive il Washington Post. In meno di un anno era passato dall’essere famoso come fondatore di una start-up fallita, a diventare uno dei capitani tech piu’ influenti al mondo.

Molti nel mondo della tecnologia gli attribuiscono il merito di aver infuso nuova energia e un senso di possibilità in un settore dominato da giganti della tecnologia come Google e Amazon per piu’ di un decennio. Altman sperava di entrare nella ristretta cerchia di tech-mogul che comprende Elon Musk, Mark Zuckerberg e persino il defunto Steve Jobs. “Ho adorato il tempo trascorso presso OpenAI. Ha trasformato me personalmente e, spero, un po’ anche il mondo”, ha scritto Altman in un post su X, “Soprattutto mi è piaciuto lavorare con persone così talentuose”.

i loved my time at openai. it was transformative for me personally, and hopefully the world a little bit. most of all i loved working with such talented people.

will have more to say about what’s next later.

 

— Sam Altman (@sama)
November 17, 2023

Brockman ha raccontato che Altman ha ricevuto un messaggio dal membro del consiglio e capo scienziato di OpenAI Ilya Sutskever giovedì sera, che lo invitava a un incontro virtuale venerdì. In quell’incontro Altman è stato licenziato. Poi è toccato a Brockman. Chat di gruppo di investitori e lavoratori del settore tecnologico sono diventate incandescenti, mentre tutti esprimevano stupore e ipotizzavano quale potesse essere il motivo per cui il consiglio aveva deciso di rimuovere Altman. Sebbene sia stato uno dei fondatori di OpenAI, Altman ha affermato di non possedere alcuna azione della società. Mentre era ceo di OpenAI, ha continuato a investire in decine di start-up: 12 solo nel 2023.

Microsoft, che è il piu’ grande investitore di OpenAI, ha affermato che la sua partnership con la società non sarà influenzata dalla partenza di Altman, ma secondo alcune fonti anche il colosso fondato da Bill Gates ha appreso del licenziamento pochi minuti prima della pubblicazione della notizia. Le azioni di Microsoft sono scese dell’1,7%.

Lanciata come organizzazione no-profit nel 2015, OpenAI è stata creata per tenere l’intelligenza artificiale avanzata fuori dalle mani di società monopolistiche e governi stranieri. Ma da quando ha accettato un importante investimento da parte di Microsoft, nel 2019, è diventata una struttura di “profitto limitato” che limita il rendimento che i sostenitori possono ottenere dal loro investimento.

OpenAI afferma spesso che sta ancora perseguendo il suo obiettivo originale di costruire un’intelligenza artificiale che “vada a beneficio di tutta l’umanità”. Ma di recente sembra aver cambiato strada e ha cominciato una campagna acquisti serrata, reclutando dirigenti da Meta, Apple e Amazon Web Services. Piu’ o meno nello stesso periodo, Altman ha iniziato un tour intorno al mondo visitando capi di stato e sviluppatori in dozzine di città, tra cui Tel Aviv e Doha.

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