AGI – Nella riunione che si è svolta stamane in Procura a Milano tra magistrati, Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate si è parlato anche di una rogatoria verso l’Irlanda nell’ambito dell’indagine che ha portato al maxi sequestro per omessa dichiarazione dei redditi di oltre 779 milioni e 453 mila euro eseguito nei confronti di Airbnb Ireland Unlimited Company, titolare dell’omonima piattaforma di affitti brevi.
La rogatoria dovrebbe essere avviata al più presto nelle intenzioni degli inquirenti. I legali della piattaforma hanno preso contatti con la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate per discutere dei possibili orizzonti dell’indagine, anche di un eventuale accordo tra le parti.
La rogatoria sarà inoltrata con riferimento a una decisione quadro del Consiglio Ue del 2003 in base alla quale un’autorità giudiziaria europea, che ha emesso un provvedimento di sequestro probatorio o preventivo nei confronti di beni che si trovano nel territorio di uno Stato membro dell’Unione Europea, può richiedere il riconoscimento e l’esecuzione del provvedimento rivolgendosi direttamente ai propri omologhi in quel Paese sulla scorta del ‘principio di riconoscimento’.
“Gran parte” degli host di Airbnb – stando a quanto emerso dalle verifiche avviate dalle Fiamme Gialle – non paga le tasse relative all’affitto degli immobili non dichiarando il reddito percepito dall’affitto breve.
Quanto alla maxi evasione da parte della società, ipotizzata dai magistrati della procura, i mancati versamenti sarebbero da collocare dal 2017, da quando, cioè, è entrato in vigore il decreto legge sulla ‘cedolare secca’. Tuttavia questa presunta evasione non entrerà nell’inchiesta dei pm ma potrebbe attivare l’Agenzia delle Entrate.