AGI – I mercati si rafforzano e riprendono vigore, dopo la decisione della Fed di mantenere fermi i tassi di interesse e di lasciare aperta la porta a un futuro rialzo del costo del denaro, anche se l’impressione degli investitori è che la banca centrale Usa potrebbe arrestare le strette per quest’anno.
“Dato il recente aumento dei rendimenti, è meno probabile che la Fed aumenti i tassi a dicembre, con la possibilità di rialzarli in seguito per continuare a ridurre l’inflazione”, ha commentato Damanick Dantes, strategist di Global X. Tuttavia, il presidente della Fed Jerome Powell nella conferenza stampa post-decisione non ha escluso un rialzo il mese prossimo, affermando che l’idea che sarebbe difficile aumentare i tassi dopo una pausa di due riunioni è sbagliata.
Sulla scia di queste mosse oggi il dollaro frena, arretrano anche i tassi dei Treasury, le Borse asiatiche salgono e avanzano anche i future a Wall Steet e in Europa, mentre subito dopo gli annunci della Federal Reserve i tre indici di New York hanno preso il volo, chiudendo in rally questa prima sessione di novembre, dopo un ottobre ‘nero’, trainate dal Nasdaq a +1,64% e con il Dow Jones che ha guadagnato lo 0,67% e l’S&P 500 che è avanzato dell’1,05%.
“Data la solidità dei dati su crescita e inflazione, Powell avrebbe potuto essere molto più aggressivo – ha commentato Gargi Chaudhuri di BlackRock – Ma non lo ha fatto, è stato molto equilibrato”. Powell, ha detto Michael James, amministratore delegato di Wedbush Securities “non è stato cosi’ deciso riguardo ai tassi più alti per un periodo più lungo” come lo era stato a metà ottobre. In altre parole la Fed ha riconoscito che al momento l’economia americana è “forte”, specie i consumi e la forza lavoro, ma ha anche ammesso che il recente aumento dei tassi di interesse a lungo termine aiuterà gli sforzi della banca centrale per frenare la domanda.
Di conseguenza il rendimento dei titoli del Tesoro a due anni, che si muove in sintonia con le aspettative sui tassi di interesse, è sceso sotto al 5%, fino al 4,92%, il livello piu’ basso da quasi tre settimane e il rendimento a 10 anni è arretrato al 4,7%. Ciò ha contribuito a consolidare le scommesse tra i trader che la banca centrale abbia finito di alzare i tassi e che li manterrà invariati forse fino a metà del prossimo anno. Tuttavia va anche detto che l’arretramento dei rendimenti dei Treasury ieri è arrivato dopo che il Tesoro ha annunciato un piano per aumentare le dimensioni della maggior parte delle aste dei titoli di Stato e per gestire cosi’ il crescente carico di debito pubblico e l’elevato livello dei tassi, che incrementa i costi di finanziamento. In questa fase, i mercati si augurano che il mercato del lavoro s’indebolisca, in modo da spingere la Fed a non rialzare i tassi. E venerdì, dal mercato lavoro Usa, potrebbe arrivare un altro importante segnale in questo senso.
Sul fronte energetico, i prezzi del petrolio, dopo essere crollati a ottobre, iniziano novembre in altalena. A New York ieri hanno chiuso in calo dell’1% e oggi in Asia rimbalzano, con i future sul Brent sopra 85 dollari e quelli sul Wti oltre quota 81 dollari. Il forte calo del greggio a ottobre è in gran parte legato alla mancata escalation, almeno finora, della guerra tra Israele e Hamas. A tre settimane dall’inizio del conflitto ieri ha riaperto per la prima volta il valico di Rafah tra Gaza e l’Egitto per consentire l’evacuazione di feriti gravi e di cittadini con passaporto straniero, mentre il presidente Usa, Joe Biden ha chiesto una “pausa” nei combattimenti tra Israele e Hamas per aiutare a liberare I feriti e gli ostaggi detenuti a Gaza.
“Penso che abbiamo bisogno di una pausa”, ha detto Biden a un evento, precisando che la sua richiesta non punta a un cessate il fuoco totale, ma alla possibilità di introdurre una temporanea sospensione delle ostilità per aiutare gli sforzi umanitari e a liberare gli ostaggi nella mani di Hamas.