AGI – La sconfitta della nazionale contro l’Inghilterra? “Quando c’è qualcuno più forte di noi succede. Poi è iniziato un nuovo ciclo e bisogna avere fiducia: io sono convinto che andremo agli Europei”. Così a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, il ministro dello Sport Andrea Abodi, intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari.
L’abbandono di Roberto Mancini all’Italia è stato traumatico. “Le cose si possono fare quasi tutte, la differenza la fanno i tempi e i modi. Sui tempi e sui modi avremmo potuto tutti fare meglio”.
Pare che Mancini avesse avuto dei problemi in Federazione che non erano emersi. “Quelli ci sono in tutte le famiglie, comprese quelle calcistiche”. Lei per 30 milioni di euro andrebbe a fare il ministro in Arabia Saudita? “Io ho fatto una scelta che non premia l’economia familiare ma quella dei sentimenti e degli ideali”. Guadagnava di più da manager che da ministro? “Io non ho bisogno di trenta milioni ma ho bisogno di quel che mi serve per vivere”.
Abodi ha detto la sua anche sul futuro dello stadio di MIlano: “San Siro ha un vincolo che mi auguro possa esser superato, spero si possa trovare un modo per mettere in relazione la storia, il presente ed il futuro. E’ un tema molto sensibile però una cosa è dire che c’è un vincolo, ma per San Siro non ne capisco le ragioni, un’altra è dire che ha un valore simbolico. In questo caso è un vincolo di sentimenti, e quelli li lascio agli amici di Milano”.
“Io ho due esempi internazionali – aggiunge il ministro – quello dello stadio del Real Madrid e quello di Wembley, che è la storia del calcio per eccellenza. Lo hanno abbattuto e ricostruito perchè l’obiettivo era renderlo attuale”. Con S. Siro farebbe lo stesso? “Sono dell’idea che questa opportunità non andrebbe messa in discussione a priori, poi c’è il sindaco che è garante di tutta la comunità e ci sono le varie sensibilità”.
AGI – La sconfitta della nazionale contro l’Inghilterra? “Quando c’è qualcuno più forte di noi succede. Poi è iniziato un nuovo ciclo e bisogna avere fiducia: io sono convinto che andremo agli Europei”. Così a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, il ministro dello Sport Andrea Abodi, intervistato da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari.
L’abbandono di Roberto Mancini all’Italia è stato traumatico. “Le cose si possono fare quasi tutte, la differenza la fanno i tempi e i modi. Sui tempi e sui modi avremmo potuto tutti fare meglio”.
Pare che Mancini avesse avuto dei problemi in Federazione che non erano emersi. “Quelli ci sono in tutte le famiglie, comprese quelle calcistiche”. Lei per 30 milioni di euro andrebbe a fare il ministro in Arabia Saudita? “Io ho fatto una scelta che non premia l’economia familiare ma quella dei sentimenti e degli ideali”. Guadagnava di più da manager che da ministro? “Io non ho bisogno di trenta milioni ma ho bisogno di quel che mi serve per vivere”.
Abodi ha detto la sua anche sul futuro dello stadio di MIlano: “San Siro ha un vincolo che mi auguro possa esser superato, spero si possa trovare un modo per mettere in relazione la storia, il presente ed il futuro. E’ un tema molto sensibile però una cosa è dire che c’è un vincolo, ma per San Siro non ne capisco le ragioni, un’altra è dire che ha un valore simbolico. In questo caso è un vincolo di sentimenti, e quelli li lascio agli amici di Milano”.
“Io ho due esempi internazionali – aggiunge il ministro – quello dello stadio del Real Madrid e quello di Wembley, che è la storia del calcio per eccellenza. Lo hanno abbattuto e ricostruito perchè l’obiettivo era renderlo attuale”. Con S. Siro farebbe lo stesso? “Sono dell’idea che questa opportunità non andrebbe messa in discussione a priori, poi c’è il sindaco che è garante di tutta la comunità e ci sono le varie sensibilità”.