• 27 Novembre 2024 18:34

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Giorgetti, prudenza realista, controllo ferreo della spesa

Ott 10, 2023

AGI – La prossima legge di bilancio prevede uno scostamento di 15,7 miliardi di euro, non di più, per finanziare la conferma nel 2024 del taglio del cuneo fiscale per i redditi medio bassi, l’avvio del rinnovo dei contratti pubblici, il comparto sanitario e le misure in favore della natalità. Il testo risente dello scenario macroeconomico globale, tra guerra in Ucraina e nuova crisi tra israeliani e palestinesi, e dell’impennata dei tassi di interesse.

In audizione sulla Nadef di fronte alle Commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ribadisce i punti fermi della prossima manovra, attesa lunedì 16 ottobre in Consiglio dei ministri, alla vigilia della riunione dell’Ecofin sulla modifica dei criteri del Patto di stabilità. Dall’audizione emergono nuovi spunti di riflessione anche in materia di valorizzazione delle partecipazioni.

Giorgetti non esclude la possibilità di ulteriori dismissioni – dopo l’avvio della cessione a Lufthansa del pacchetto di minoranza di Ita – rispondendo con una battuta rispetto all’ipotesi di dismissione di asset di autostrade e ferrovie: “L’inversione dei fattori potrebbe aiutare”.

Poi sottolinea: “Le operazioni saranno coerenti con i profili di strategicità in materia di interesse nazionale degli asset, efficientamento della struttura finanziaria e patrimoniale, ottimizzazione del profilo di mercato e razionalizzazione delle strutture di partecipazione e controllo”.

La scorsa settimana il governo ha avviato la ricerca di consulenti per la dismissione della partecipazione in Mps. Il titolare del Mef rivendica una Nadef importata a criteri di “prudenza realista” che ha contraddistinto il primo anno di governo.

“Le esigenze e gli scenari che abbiamo dovuto fronteggiare finora hanno richiesto di compiere scelte molto difficili, sempre finalizzate ad assicurare condizioni adeguate a promuovere una crescita sostenibile e duratura della nostra economia”, sostiene Giorgetti.

Si parla di una manovra di poco superiore ai 20 miliardi di euro, per buona parte finanziata in deficit. “Non ci sarà nessun ulteriore scostamento oltre i 15,7 miliardi previsti, è il massimo che possiamo consentirci”, chiarisce Giorgetti. Che poi specifica: “Questo scostamento serve per mettere 60-80-100 euro in più al mese nelle buste paga dei redditi medio-bassi”.

Domani il Parlamento voterà lo scostamento. Dal ministro arriva anche un monito a maggioranza e opposizioni in vista della sessione di bilancio: “Io sarò contro qualsiasi tipo di emendamento che aumenterà la spesa con maggiori entrate, lo dico anche a beneficio del Parlamento”. E ancora: “Questa manovra implica un taglio della spesa, questo significa che qualcuno non sarà contento”.

Anche alla luce delle nuove regole che si stanno delineando per la governance economica europea, spiega, “il ferreo controllo dell’andamento della spesa diventerà un imperativo non più eludibile”.

Il vice premier Matteo Salvini auspica “che non ci saranno emendamenti della maggioranza” alla finanziaria. Il governo lavora alla ricerca delle coperture per la legge di bilancio e di pari passo prepara l’avvio della riforma fiscale con la riduzione da quattro a tre aliquote.

La crescita rallenta e le stime sul Pil 2023 e del prossimo anno sono state ritoccate al ribasso. Intanto le opposizioni cercano di compattarsi su questo punto e fanno sapere che se non ci saranno almeno 4 miliardi sulla sanità sono pronte a non votare lo scostamento.

La nuova crisi in Medio Oriente potrà cambiare i saldi di finanza? Giorgetti replica: “Nella Nadef abbiamo previsto diversi scenari, vediamo come andrà. Se la situazione peggiorasse credo ci sarà bisogno di una riflessione globale, non solo in Italia”.

E ancora: “La guerra in Ucraina non è nel controllo dello Stato e ha evidenti ripercussioni sullo scenario economico. Lo scostamento è giustificato proprio perchè la guerra in Ucraina è un evento straordinario”. Critico il deputato di Iv Luigi Marattin: “Tagli le tasse solo per un anno, poi lasci sempre a chi viene dopo l’onere di trovare i soldi per non alzarle”.

Mentre per Riccardo Magi di +Europa: “Dopo aver sprecato l’occasione del Pnrr, con le riforme rimaste solo sulla carta, il governo si appresta a varare una manovra fatta di deficit e debito, tutto a carico delle prossime generazioni”.

In audizione in Senato l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, dopo aver validato il testo della Nadef, ha messo in guardia sul possibile ristagno dell’economia italiana nel secondo semestre 2023. E invitato a usare compiutamente i fondi del Pnrr visto che “nei primi due anni del programma l’attivazione di investimenti pubblici è stata modesta”.

Attenzione è stata posta anche al rapporto debito/Pil. L’Upb ha sottolineato che “la sostanziale stabilizzazione si basa sulla realizzazione di ipotesi soggette a margini di incertezza”, su Pnrr e privatizzazioni. 

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