Abbiamo sentito parlare spesso, soprattutto negli ultimi due anni, del taglio delle accise. Una misura che sino a fine 2022 è servita per mitigare la situazione spaventosa dei prezzi del carburante alle stelle in tutta Italia, ma che da gennaio 2023 è stata abbandonata.
Sappiamo bene che anche l’attuale maggioranza di Governo ha più volte sottolineato l’importanza di una forma di sostegno come il taglio delle accise, ma in questo momento purtroppo i conti pubblici sono in sofferenza, quindi è chiaro che la decisione definitiva dell’Esecutivo è non riproporre un nuovo taglio, né ora né mai.
È stato scritto anche nero su bianco nella Nadef, la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza del 2023 per il triennio 2024-2026. Quindi è più che ufficiale, il taglio delle accise non verrà più preso in considerazione almeno per i prossimi tre anni.
Secondo il Governo Meloni infatti non è la misura che serve per aiutare famiglie e imprese a far fronte ai rincari dei prezzi della benzina e del diesel, la strada percorsa oggi è quella di proporre un bonus per le famiglie che ne hanno maggiormente bisogno.
L’accisa mobile oggi
Staffetta Quotidiana, che redige report quotidiani sulle rilevazioni dei prezzi della benzina e del diesel, sottolinea che la nota del governo indica un prezzo di riferimento del Brent di 81,6 dollari al barile (75,2 euro con un cambio euro/dollaro di 1,085).
Secondo il Decreto Trasparenza, è necessario rivalersi su un meccanismo che fa scattare l’accisa mobile nel momento in cui la media dei prezzi del Brent del bimestre precedente supera la soglia indicata nel Def o nella Nadef.
Considerando che ad agosto e settembre tale media è stata di 88,3 dollari (81,8 euro), possiamo dire che le condizioni per far scattare l’accisa mobile si sono ampiamente verificate. E allora perché il Governo continua a desistere? Secondo la norma l’Esecutivo non ha alcun obbligo, ma solo la facoltà di adottare il decreto.
E non è tutto, perché secondo quanto indicato dal decreto, è necessario fare riferimento anche a un eventuale calo del prezzo, nella media del quadrimestre prima, rispetto a quello indicato nella Nadef. E secondo Staffetta Quotidiana “anche in questo caso la media (giugno-settembre) risulta più alta: 76,3 euro contro i 75,2 della Nadef”.
Niente accisa mobile: il Governo propone il bonus come unica soluzione
Nella nota il Governo ha specificato: “Il Consiglio dei ministri del 25 settembre ha approvato un decreto-legge recante le misure per il quarto trimestre 2023, tra cui un contributo a favore delle famiglie disagiate per l’acquisto di carburanti”.
E parliamo in questo caso del bonus carburanti. E continua: “Intervento di natura mirata contro il recente rincaro, al posto del taglio delle accise, come nel 2022, che rappresenta una misura generalizzata, regressiva da un punto di vista distributivo e che tende a provocare distorsioni sia in termini di prezzi relativi dei combustibili fossili, sia in termini di disincentivi verso comportamenti ambientalmente virtuosi”. Conclusione: il taglio delle accise non si farà, né ora né mai, almeno per i prossimi anni.
I prezzi del carburante
Dopo vari giorni di ribassi, tornano a salire i listini, con Q8 e Tamoil che hanno alzato di un centesimo al litro i prezzi consigliati del gasolio. Per quanto riguarda le medie dei prezzi comunicate nella giornata di domenica 1° ottobre dai gestori degli impianti all’Osservatorio Prezzi del Mimit (secondo Staffetta):
benzina self service a 1,991 euro/litro (-3 millesimi rispetto alla precedente rilevazione);
diesel self a 1,935 euro/litro (invariato);
benzina in modalità servito a 2,128 euro/litro (-4);
diesel servito a 2,071 euro/litro (-2);
GPL a 0,712 euro/litro (invariato);
metano a 1,397 euro/kg (invariato);
Gnl a 1,266 euro/kg (+1).
I prezzi sulle autostrade:
benzina self a 2,067 euro/litro;
benzina servito a 2,315 euro/litro;
diesel self a 2,022 euro/litro;
diesel servito a 2,277 euro/litro;
GPL a 0,851 euro/litro;
metano a 1,517 euro/kg;
Gnl a 1,277 euro/kg.