AGI – Dieci anni fa il naufragio del 3 ottobre 2013 che ha provocato la morte di 368 migranti, davanti alle coste di Lampedusa. Stamane alle 8.30 la marcia verso la Porta d’Europa, monumento simbolo affacciato sul Mediterraneo e sull’Africa, con gli studenti giunti da tutta Europa, i sopravvissuti, le famiglie delle vittime, i pescatori che parteciparono ai soccorsi.
“Tutto il mare urlava”, racconta ancora provata una delle superstiti, testimone dell’immane dramma nel quale ha visto morire i suoi cari. Intorno alle 9.30 momento di raccoglimento con alcuni familiari, il vescovo di Agrigento Alessandro Damiano e il sindaco Filippo Mannino; alle 10.30 deposizione della corona di fiori in mare alla presenza delle autorità e istituzioni. Mentre gli sbarchi non si fermano, con i primi 40 gia’ approdati nella notte.
“Dieci anni in cui sono morte oltre 27 mila persone nel tentativo di attraversare il Mediterraneo”, afferma il Comitato 3 ottobre presieduto da Tareke Brhane: “Quest’anno – spiega – la nostra presenza a Lampedusa, con oltre 200 studenti e studentesse da tutta Europa è ancora più importante. Restiamo al fianco dei familiari delle oltre 27 mila vittime di questi ultimi 10 anni, insieme a chi è sopravvissuto ai naufragi e a tutte le realtà che cercano di fermare questa strage, frutto dell’indifferenza”.
Promosso dal Comitato 3 ottobre, l’evento “A Europe of Rights”, che ha dato voce anche alle persone sopravvissute, a chi fa soccorso in mare, ai parenti delle persone morte nel tentativo di raggiungere l’Europa, a chi ha cercato di dare un nome alle salme e a chi si occupa di accoglienza, ha voluto raccontare cosa è successo da allora fino a oggi, contribuendo a sviluppare una cultura di solidarietà, accoglienza e dialogo, fondata sul pieno e consapevole rispetto dei diritti umani.