AGI – Angelo Ferrari, giornalista dell’AGI e prima dei quotidiani ‘Avvenire’ e ‘il Giorno’, è morto a Milano. Aveva 63 anni. “Non so come andrà a finire. Ma io ci sono e continuerò a raccontare l’Africa finché avrò la forza di prendere un aereo e partire, di tenere in mano il taccuino e la macchina fotografica”.
Continuerà a far scoprire il continente amatissimo attraverso il patrimonio di articoli, libri e fotografie che l’hanno reso uno dei massimi esperti di quel paesaggio da lui descritto come affascinante e crudele, e poco frequentato dai media. L’ultima testimonianza, che alludeva a un orizzonte ignoto, svela storie nel continente da cui è stato anche corrispondente dal Congo Brazaville dell’agenzia di stampa per la quale ha lavorato 27 anni. E prima ancora che cronista, studioso meticoloso ed entusiasta.
L’esplorazione dei tanti Paesi attraverso storie minute ma anche l’attenzione alla geopolitica si intrecciano nel suo ultimo libro al lungo viaggio con un tumore che non ha mai placato la sete di avventura e conoscenza né intaccato l’animo fiducioso e gentile nemmeno durante le terapie più dure.
Editoralista della rivista ‘Africa’, ha scritto tanti libri sul tema, tra i quali ‘La pandemia in Africa’, ‘Sogni’, ‘Mal d’Africa’, ‘Africa Bazaar, ‘Africa gialla’, ‘Le nebbie del Congo’, ‘Il mondo di Jordi’, ‘Silvia – Diario di un rapimento’, sul sequestro di Silvia Romano. Ha animato l’associazione ‘Hic sunt leones’, sette uomini e amici impegnati in progetti di aiuto alle bambine africane che rischiano la mutilazione genitale. Si è occupato per molti anni anche di politica.
I cronisti piu’ giovani lo chiamavano e l’hanno sempre chiamato, anche quando sono cresciuti, ‘presidente’ per l’autorevolezza che lasciava spazio a una battuta, svelta e affettuosa, in stile ‘milanese’, tra un caffè e un ragionamento. Sempre con un interesse sincero per gli altri. L’ultimo sogno, espresso a un amico pochi giorni fa, era un viaggio in Zimbabwe con la moglie Gabriela: “La vita continua e con essa la tenacia del cronista. Forse mi illudo, ma non voglio demordere. Non so come andrà a finire. Ma fino alla fine voglio fare il mio mestiere in Africa“. Alla famiglia di Angelo Ferrari le condoglianze e la vicinanza della Direzione e della redazione dell’AGI.