AGI – “Qual è la sua visione del futuro riguardo la sua patologia?”. È una delle domande che una giovane sarda, con una diagnosi di sclerosi multipla ma senza alcuna limitazione fisica o psichica, si è sentita rivolgere durante una visita medica a Roma per l’ingresso nel Corpo dei vigili del fuoco come amministrativa.
La candidata, che aveva superato le prove, è stata poi esclusa dalla selezione pubblica a causa della patologia. Il suo caso è stato segnalato alla premier Giorgia Meloni e alla ministra del Lavoro, Marina Calderone, dalla consigliera regionale di parità della Sardegna, Maria Tiziana Putzolu, che si è rivolta anche al presidente della Regione, Christian Solinas, e all’assessora al Lavoro, Ada Lai.
“Siamo di fronte a una vicenda surreale”, protesta Putzolu, “non solo perchè la discriminazione avviene sulla base delle condizioni di salute di una lavoratrice, ma perchè a mettere in atto il comportamento discriminatorio è lo Stato in una delle sue articolazioni”.
Nel 2021 la donna era stata chiamata dalla direzione regionale e dal comando provinciale di Cagliari dei vigili del fuoco per sottoporsi alla selezione, per la quale si era candidata attraverso il Centro per l’impiego del capoluogo sardo. Superate le prove e inviati i documenti per accettare l’incarico, la candidata è stata invitata a sottoporsi a nuove visite mediche a Roma, invece che a firmare il contratto.
Una volta diagnosticata la patologia, per la donna si è aperta una serie di accertamenti ulteriori, fra colloqui con specialisti, ulteriori relazioni mediche, risonanze magnetiche e test psicoattitudinali, non previsti dal bando per la selezione. Conclusione: la candidata, il 6 giugno scorso, è stata esclusa, ma non si è rassegnata.
A un primo ricorso al Tar del Lazio, che ha dichiarato il difetto di giurisdizione, è seguita una sospensiva decisa dal giudice del lavoro di Cagliari, in attesa dell’esito del ricorso al Consiglio di Stato il quale qualche giorno fa ha confermato la pronuncia del Tar e rimesso la soluzione della controversia al giudice ordinario.
La Consigliera regionale di parità ravvisa una possibile discriminazione di genere visto che in Sardegna l’elevata incidenza della sclerosi multipla: la diagnosi riguarda oltre 7 mila persone, di cui il 70% donne, la percentuale più elevata in tutta Italia.
“La disabilità”, argomenta Putzolu, “va sempre commisurata al ruolo e alla mansione da svolgere e non in maniera astratta: perchè in questo caso sarebbe come dire che nessuno può essere assunto da un’azienda pubblica o privata nel timore che prima o poi s’incorra in qualche malattia che impedisca lo svolgersi delle mansioni per cui si è stati assunti. In più, la lavoratrice si era candidata per un ruolo del tutto amministrativo, come da chiamata concorsuale, e non certo per svolgere azioni operative antincendio o similare”.