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Wikipedia, dal 21 al 28 giugno il raduno mondiale in Italia

Giu 19, 2016

ROMA – La finale l’ha giocata contro Manila, capitale delle Filippine, altra potenziale candidata a ospitare Wikimania 2016, il raduno annuale dei volontari di Wikipedia. Alla fine l’ha spuntata lei, Esino Lario, cittadina con 761 abitanti arroccata sopra il Lago di Como, tra le Prealpi lombarde, a cui si arriva percorrendo una strada di circa 12 chilometri tutta curve. Ha vinto, contravvenendo a ogni regola di buon senso. Piccola, orgogliosa e ostinata. Come solo le zone di montagna, o isolane, e i loro relativi abitanti sanno essere. Un cortocircuito della logica. Così dopo Città del Messico, Londra, Harvard e Hong Kong, sarà un comune della provincia di Lecco a ospitare l’evento che da dodici anni mette insieme i contributori dell’enciclopedia libera online lanciata da Jimmy Jimbo Walese l’ex socio Larry Sanger il 15 gennaio del 2001. Nel 2005, alla prima edizione in un ostello di Francoforte, in Germania, si sono presentati in 380; adesso sono oltre mille le persone attese dal 21 al 28 giugno, ben 451 solo il primo giorno. In arrivo da ogni parte del mondo.

Un’impresa che porta la firma di Iolanda Pensa, ricercatrice dell’università di Lugano, volontaria di Wikipedia ed esinese, che della candidatura del proprio paese è stata ideatrice e promotrice: “Era difficile pensare a una location più complicata”, ammette. Ma la proposta è piaciuta tanto alla comunità di Wales quanto ai suoi compaesani. “Wikimania goes outdoor”, è stato lo slogan scelto per l’occasione. “Esino Lario, essendo una località turistica, ha una grande capacità ricettiva, ma non è fatta per iniziative di questo genere”, racconta Pensa, “così come un’enciclopedia scritta da non esperti in realtà non dovrebbe esistere. Invece, queste cose accadono e sono eccezionali. Wikimania in un paesino montano, al pari della stessa Wikipedia, è un errore di sistema. Volevamo dimostrare che le cose possono funzionare diversamente: che non c’è un centro e una periferia del mondo, del sapere e della produzione culturale. Ma ogni voce può avere lo stesso peso, senza considerarsi inferiore solo perché più remota. Basta rimboccarsi le maniche, schiacciare il tasto modifica, e anche un luogo lontano dalla metropoli può vivere nel presente e dire la propria”.

Questo edit ha fatto sì che la Regione Lombardia stanziasse in tutto per l’occasione ben 500mila euro: 300 per sistemare la strada d’accesso al paese, che non veniva manutenuta da anni; e 200 per migliorare i luoghi d’accoglienza. Wikimedia Foundation ha sostenuto il progetto con 200mila euro e altri 190 sono stati messi a disposizione dalla Fondazione Cariplo per un complesso di eventi legati all’enciclopedia. Mentre EOLO, operatore telefonico specializzato in banda larga, è lo sponsor della fibra ottica che ora dota la cittadina di una connessione internet veloce; e Elmec Informatica ha offerto la piattaforma cloud, attraverso cui funzioneranno alcuni servizi online della manifestazione, più le infrastrutture tecnologiche necessarie – dai computer ai router, passando per le stampanti -, grazie a cui organizzatori e partecipanti al meeting potranno lavorare. E che verrano in parte donate alla biblioteca di Esino Lario. “Quando Wikipedia ci ha chiesto una mano non abbiamo potuto dire di no”, ci spiega Rinaldo Ballerio, presidente di Elmec Informatica. “Sia perché tra i grandi colossi del web, è l’unica che non ha scopo di lucro ed è fuori dai giri finanziari, sia in quanto l’abbattimento del divario digitale è un tema che ci sta molto a cuore”. Ora è tutto pronto.

Sarà un’occasione per incontrarsi e, a volte, per vedersi per la prima volta. Ma soprattutto un buon pretesto per confrontarsi sulle grandi e piccole sfide davanti cui si trova Wikipedia, che lo scorso gennaio ha compiuto 15 anni. Perché per non diventare obsoleta la creatura di Jimbo deve necessariamente ampliare il numero dei propri utenti attivi, ovvero di chi scrive le voci e che da qualche anno non cresce più, nonché tenersi al passo con le nuove tecnologie sia per quel che riguarda il software sfruttato (attualmente mediawiki) che la produzione di video e immagini. Tra gli argomenti oggetto di dibattito: l’ormai nota rogna delle minoranze, con donne e paesi non equamente rappresentati tra i volontari; i bot per la modifica automatica degli errori; l’inserimento in tempi rapidi d’informazioni mediche corrette durante un’epidemia; l’integrazione con le mappe online e via discorrendo. Il 22-23 giugno e il 27-28 giugno saranno i giorni dedicati rispettivamente alle pre e post conferenze, invece dal 24 al 26 si svolgeranno gli incontri più importanti, a cui si può partecipare registrandosi sul sito ufficiale (il costo va dai 20, per un giorno, ai 500 euro per tre giorni).

A dar via alle danze Jimmy Wales, il 24. Uno dei grandi temi che verranno affrontati lo anticipa Lorenzo Losa, presidente di Wikimedia Italia: “Molte legislazioni, tra cui quella italiana, non consentono di fare le foto ai monumenti perché considerati opere creative”, dice, “per cui se l’autore è morto da meno di 70 anni o è ancora vivo, sono protette dal diritto d’autore. In molti Stati esiste un’eccezione chiamata libertà di panorama. Purtroppo, in Europa la situazione non è uniforme e in Italia è persino peggiore per via del codice dei beni culturali e del paesaggio: anche i monumenti non protetti da copyright non possono essere fotografati, senza aver prima chiesto l’autorizzazione all’ente che li tutela. Per noi si tratta di un problema enorme: sono tantissime le opere di cui parliamo nell’enciclopedia, che vorremmo illustrare e non possiamo farlo. Più in generale, il movimento della cultura libera deve convincere il mondo che è meglio consentire la riutilizzazione dei contenuti, anziché impedirne l’accesso”. E per quel che riguarda la polemica sollevata nei giorni scorsi dalla rimozione della pagina Wikipedia dedicata a Salvatore Aranzulla, blogger informatico, con conseguenti accuse di scarsa democraticità degli editor, Losa taglia corto: “Ognuno può scrivere, ma non quel che gli pare, né di ogni tema ci può essere una voce. Ci sono delle regole per lo stile e per i contenuti, che devono rispettare un criterio d’enciclopedicità. In base a una valutazione fatta all’interno della comunità, la voce di Aranzulla non lo soddisfaceva. D’altra parte, nessuno si aspetterebbe di trovarlo sulla Treccani”.

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