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Boom di stabilimenti auto in Europa: l’Italia resta indietro

Ago 25, 2023

Aumentano gli stabilimenti auto in Europa. La tendenza è chiara e risulta quanto mai evidente dai dati raccolti dal recente report di ACEA (European Automobile Manufacturers’ Association). Secondo quanto rivelato dall’associazione dei produttori europei, infatti, il numero di impianti di produzione ha registrato una crescita significativa tra il 2021 e il 2022.

Questa tendenza, però, non coinvolge l’Italia. Il nostro Paese, infatti, non sembra essere in grado di attirare nuovi investitori, a differenza di quanto sta avvenendo in altri Paesi dove l’elettrificazione e la necessità di ridurre la dipendenza dalla Cina stanno spingendo la realizzazione di nuovi impianti, con progetti ambiziosi di crescita.

Sempre più stabilimenti in Europa

Il nuovo report di ACEA conferma una crescita netta degli stabilimenti auto in Europa tra il 2021 e il 2022. Il totale di impianti attivi sul territorio europeo è passato da 301 a 322 con una crescita del +7% su base annua. Nel totale, è bene precisare, non sono considerati solo gli stabilimenti dedicati all’assemblaggio di auto.

I dati raccolti da ACEA, infatti, prendono in considerazione anche gli impianti di produzione e assemblaggio di camion, autobus e veicoli commerciali leggeri oltre gli impianti di componentistica dedicata al mondo automotive e, in particolare, i siti di produzione di motori (sia termici che elettrici) e delle sempre più importanti batterie.

A sostenere, in modo significativo, la crescita del numero di stabilimenti in Europa sono proprio le “gigafactory“. Gli stabilimenti dove vengono realizzati i pacchi batterie per auto elettriche e ibride hanno raggiunto un totale di 42 in Europa (38 sono in UE con la Germania che ne conta ben 12). Solo il Gruppo Volkswagen ha realizzato cinque impianti di questo tipo in Europa.

Nel corso dei prossimi anni, come confermato anche dai tanti annunci dei costruttori del settore auto, il numero di impianti dedicate alle batterie aumenterà, anche grazie alla riconversione di fabbriche oggi dedicate a motori termici come avverrà nell’impianto Stellantis di Termoli.

L’Italia resta indietro

La crescita del numero di stabilimenti auto in Europa tocca solo marginalmente l’Italia. Il nostro Paese, infatti, non sembra essere in grado di attirare nuovi investimenti. Il distacco rispetto a Germania e Francia diventa, quindi, ancora più significativo.

Attualmente, infatti, in Italia ci sono 27 stabilimenti attivi e solo 9 sono dedicati alla produzione di auto. Molto più avanti è la Francia, con un totale di 38 impianti. La prima posizione in UE è, naturalmente, per la Germania, con un totale di 66 fabbriche. Alle spalle dell’Italia ci sono Spagna, con 25 stabilimenti, e Polonia, con 20 stabilimenti.

L’Italia deve fare i conti anche con uno sfruttamento limitato degli stabilimenti. Molti impianti, infatti, lavorano a ritmo ridotto e questa tendenza, legata a scelte precise del Gruppo Stellantis, si traduce in un calo netto della produzione. Nel corso del 2022, infatti, negli stabilimenti italiani dedicati alla produzione di autovetture sono state realizzate meno di 500.000 auto.

Per il prossimo futuro, l’Italia dovrà, quindi, lavorare su due fronti. Da una parte sarà necessario trovare le risorse per sfruttare al massimo gli impianti esistenti, aumentando la produzione annuale. Dall’altra bisognerà creare le condizioni giuste per attirare nuovi investitori e avviare la realizzazione di ulteriori stabilimenti di produzione, seguendo così il trend di crescita europeo.

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