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Ford, da Le Mans alla guida autonoma

Set 5, 2016

Pasquale Di Santillo

lunedì 5 settembre 2016 14:15

ROMA – Il sorriso di Domenico Chianese è più eloquente di qualsiasi parola. Il Presidente e Amministratore Delegato di Ford Italia, 46 anni, romano, a quattro anni dalla nomina, dopo il periodo di difficoltà attraversato da tutti i costruttori causa crisi e depressione del mercato, inizia a prendersi le sue belle soddisfazioni. Complice e protagonista ovviamente la strategia globale del marchio dell’Ovale Blu, capace di andare a toccare settori sensibili e la passione infinita degli italiani per le auto vere, con i cavalli e le forme giuste, fornisce tante nuove frecce al lavoro di Chianese e dei suoi uomini.

Il 2016 è stato l’anno di due anniversari importanti, entrambe relativi ad un numero: 50 anni.

«Si, quest’anno Ford Transit ha compiuto 50 anni, un tuttofare senza confronti. E devo dire che il mercato dei veicoli commerciali e quella che mi regala sempre enormi soddisfazioni. I veicoli commerciali in Italia nel primo semestre crescono del 30% ma noi facciamo molto meglio del mercato, i nostri volumi infatti crescono del 70%. Dopo Fiat siamo il secondo marchio in Italia grazie alla gamma Transit sempre più ampia, a partire dal piccolo dal Courier, per passare al medio, il Cornet fino al Custom da una tonnellata e al Transit grande da 2 tonnellate. Una gamma di veicoli commerciali, davvero completa, grazie ad un brand estremamente riconosciuto in Europa e in Italia. Transit dà una grossa mano a Ford Italia anche dal punto di vista del fatturato e alla stessa rete di Ford Partner perchè offre prodotti per tutte le soluzioni ed esigenze. E i clienti grazie ad un’economia in ripresa e al supermmortamento che scade a fine anno stanno rinnovando un parco abbastanza vecchio».

L’altro anniversario è figlio di una scelta di prodotto precisa tornata subito vincente.

«Già a 50 anni di distanza dalla prima vittoria con tanto di tripletta della Ford alla 24 Ore di Le Mans nel 1966 ecco che Ford decide di tornare e arriva subito la vittoria con la Ford GT. E’ un qualcosa che ci riempie di orgoglio e soddisfazione. Un progetto nuovo, ambiziosa figlio del DNA sportivo di Ford, qualcosa che è rimasto dentro, nascosto e silente, nel nostro marchio per riuscire fuori in maniera prepotente. La GT che ha vinto a Le Mans è un po’ la punta di diamante del progetto Ford Performance. Una vettura incredibile, da listino… adeguato, costa 500.000 euro e ne faremo solo 500 nel mondo in due anni. Eppure ci sono state più di 6.800 richieste, con una lista di attesa lunghissima».

Performance significa sport, velocità ma non necessariamente portafogli molto gonfi. Si può dire che l’intenzione di Ford è quella di democraticizzare le vetture sportive?

«Assolutamente. Quando un’azienda come Ford decide di rimettersi in discussione, di riprogettare da zero, dopo 50 anni, una macchina vincente ai massimi livelli significa lanciare un messaggio preciso a tutti. L’elemento Performance è strettamento collegato alla tecnologia, allo sviluppo del prodotto. E alla fine, quando investi tanto su una vettura del genere te lo ritrovi anche su quelle di serie, per la gente normale. Ecco perchè la vittoria del 19 giugno ha un significato particolare, va oltre. La Mustang è stato il primo step di questo processo. Un successo incredibile con 17.000 pezzi venduti in Europa. E in fondo è andata bene anche in Italia, nonostante il sistema fiscale non aiuti le macchine con tanti cavalli, abbiamo fatto più di 600 contratti».

Sorpreso dalla risposta degli italiani su Mustang?

«Abbastanza, ma in fondo al cuore ci speravo e un po’ ci credevo. Ora chiederemo più prodotto perchè abbiamo capito che Mustang va, si cominciano a vederne di più in giro, a Roma, a Milano. E sono macchine capaci di diventare subito elementi catalizzatori. Non a caso abbiamo fatto una pubblicità mirata, affissioni emotive su Mustang, a prescindere dai volumi. E continueremo in comunicazione e pubblicità, perchè è naturale che i volumi si facciano con Fiesta e Focus e che quelli di Mustang saranno sempre piccoli. Ma l’immagine di Mustang fa sicuramente bene al nostro marchio e all’opinione che i clienti si formano sul nostro marchio»

Ford Mustang, la nostra prova

Dall’alto verso il basso, il secondo step del percorso “democratico” è stata la Focus Rs

«Appena lanciata in Europa ha fatto 8.000 ordini, in Italia più di 100 contratti, sempre considerando quel discorso della fiscalità che certo non aiuta un modello con 360 cv. E poi c’è tutta la nostra linea ST, dalla Fiesta con la ST 200, la Focus ST non più solo 200 e benzina da 250 cv ma anche diesel da 185 cv. Visto il successe riscontrato abbiamo deciso di lanciare la gamma ST Line, la personalizzazione sportiva anche su Fiesta, Focus e Mondeo. Quindi non necessariamente su modelli con performance esasperate ma anche su motorizzazioni molto più tranquille. Vogliamo cavalcare questo DNA sportivo con una Focus diesel da 120 cv e una Fiesta diesel da 70 cv. Insomma, personalizzazioni sportive su modelli dotati di motorizzazioni e prezzi di listino accessibili. E la cosa che mi fa più piacere è stato verificare quanto il successo di Mustang e Focus RS abbia aiutato la gamma ST ad avere un ruolo interessante e più rilevante di prima».

In definitiva Ford negli ultimi due anni ha esteso il suo orizzonte riuscendo a parlare ad una platea di utenti ancora più completa.

«Quello che abbiamo fatto è un percorso importante, è il new faces of Ford, il nuovo volto di Ford che rappresenta questa voglia che abbiamo di dare un punto di vista non solo su vetture generaliste come Focus, Fiesta, Mondeo che appartengono al nostro DNA. Ma anche su Performance Car, SUV, quattro ruote motrici – ora abbiamo in gamma ben otto vetture 4 ruote motrici con Mondeo SMax i SUV e il pick up Ranger – . E una gamma prodotto così allargata ci permetterà di competere con tutti i marchi su tutti i mercati».

I costruttori fanno miracoli, la risposta del Governo è sempre la stessa: un silenzio assordante.

«La sensazione, anzi la certezza è che in questi ultimi anni il cliente, il consumatore in Italia sia stato informato più rispetto all’inquinamento, su emissioni, consumi, alla pericolosità dell’oggetto auto, piuttosto che a prenderla come un elemento positivo a supporto della mobilità personale. Ed è davvero ingeneroso se si pensa a tutti gli sforzi, gli investimenti fatti dai costruttori per rendere la vettura evoluta, ecologica, sicura, tecnologica, al punto da essere arrivati ad un livello vicino alla perfezione – e parlo per tutti i brand, non solo Ford. E’ un peccato che non si riconosca all’auto questo percorso dimostrati dai tanti veicoli ibridi, plug in, elettrici, come pure le motorizzazioni e le cilindrate accessibili, grazie all’evoluzione dei motori che consumano ed emettono sempre meno. Oggi, con il nostro 1.3 tre cilindri diamo prestazioni che qualche anno si ottenevano con un 1.6. E anche con un 1.0 i costi di gestione sono più bassi. Tutte le Case fanno passi avanti, danno soluzioni di mobilità avanzate eppure nei confronti dell’auto, cui qandrebbe riconosciuto il valore enorme e importante come supporto alla mobilità, c’è sempre questa sorta di demonizzazione. Per carità, ogni città dovrebbe avere un pacchetto di trasporti pubblici, metro, treno, taxi, funzionante, adeguato alle esigenze dei cittadini. Ma quando per qualche motivo non si arriva a realizzare soluzioni credibili ecco che l’auto diventa un bene necessario e in quanto tale dovremmo cercare di denigrarla sempre meno e supportarla sempre di più. In questo senso non abbiamo uno Stato e un Governo che ascoltano le nostre istanze. Ma noi continueremo ad andare avanti, non a caso di recente come Ford abbiamo proposto lo Smart Mobility Plane. Perchè vogliamo essere un costruttore che continua ad investire sull’auto con un punto di vista preciso sulla mobilità a 360° con soluzioni di car sharing, bike sharing e tutto lo sviluppo sulla guida autonoma. Non a caso negli Usa abbiamo creato un’azienda nell’azienda che si occupa di questo progetto».

E in Europa?

«Entro fine anno cominceremo con Germania, Inghilterra e Francia. Dal 2017 avremo un app operativa anche in Italia con una sua piattaforma digitale che consentirà ad un cliente Ford, come ad un qualsoasi utente che deve andare dal punto A al punto B e che quindi ha un’esigenza di mobilità di trovare la modalità più corretta per soddisfarla. Più avanti questa app avrà anche una dimensione fisica, grazie alla realizzazione dei Ford Center di eccellenza nelle città più importanti che permetteranno al cliente di capire di persona quali investimenti sta facendo e farà Ford sulla fondamentale tematica della mobilità».

Restando nell’argomento, qual è lo stato delle cose per Ford relativamente alla guida autonoma e quale sla sua opinione personale?

«E’ evidente che ogni Casa sta investendo su questo e il processo sarà sempre più raffinato e tecnologicamente avanzato. Ora tutti si sono concentrati su quell’incidente nel quale è stata coinvolta un’altra Casa. Ma penso sia un po’ esagerato. In questa fase ancora di sperimentazione, di test può succedere. In realtà, la vera scommessa della guida autonoma sarà capire il timing ed è davvero difficile prevederlo in questo momento perchè dipende da alcune variabili. Su tutte bisognerà capire in che tempi saranno adeguate le infrastrutture necessarie. In definitiva, tanto più la guida autonoma sarà un qualcosa con valori legati alla sicurezza, alla limitazione degli incidenti legati all’errore umano e più velocemente si darà modo al consumatore di spostarsi su questi temi».

In questo senso l’iniziativa Ford Driving Skills For Life è un contributo non da poco.

«E’ un evento maturo, un progetto che in America esiste da più di dieci anni e che in Europa è arrivato negli ultimi quattro anni. Parliamo di corsi di guida responsabile ai giovani. E sono orgoglioso che il marchio Ford che rappresento in Italia investa per un obiettivo non commerciale ma etico. Insegnare cioè ai ragazzi quali sono i comportamenti pericolosi quando si guida. Dall’utilizzo del telefonino, all’abuso di alcol. Le statistiche dicono che ogni giorno in Italia perde la vita per incidente in macchina un giovane di 25 anni. Ecco, iniziative del genere che ad ottobre porteremo a Milano e per la prima volta a Palermo hanno un valore enorme e fanno bene al marchio Ford».

La prima parte dell’intervista a Domenico Chianese

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