AGI – C’è rabbia, sgomento e sconforto nella comunità trentina, in particolare della città di Rovereto e in tutta la Vallagarina, per la morte di Iris Setti, la donna di 63 anni uccisa da un uomo di 37 anni di origini nigeriane, Nweke Chukwuka in un tentativo di violenza sessuale avvenuto nella tarda serata di sabato al parco Nikolajewka di Rovereto. Per il comune, a circa 25 chilometri a sud di Trento, si tratta del secondo omicidio in pochi giorni dopo quello avvenuto la settimana scorsa quando Maria Fait, infermiera in pensione, è stata ammazzata dal vicino di casa al culmine di una lite. Due omicidi in pochi giorni che lasciano la popolazione attonita e con molte domande, prima fra tutte: queste tragedie potevano essere evitate? A questa e ad altre domande dovranno rispondere gli inquirenti.
L’uomo, già noto alle forze dell’ordine della ‘città della quercia’ perché a fine agosto dello scorso anno aveva danneggiato alcune autovetture ed aggredito alcuni passanti e i carabinieri, sarà interrogato nella giornata odierna dal giudice.
Setti, che si stava recando dall’anziana madre, viene definita “una persona riservata, sensibile e affidabile” e fino al 2021 era stata segretaria presso la direzione della Cassa Rurale di Rovereto. Gli inquirenti stanno analizzando secondo per secondo il video che mostrata la brutale aggressione dove si vede anche la donna spogliata con l’uomo sopra di lei che la colpiva con una ferocia inaudita con un bolognino.
L’omicida inizialmente stava cercando di scappare ma poi è stato prontamente fermato dai carabinieri. L’uomo avrebbe sfilato un anello dal dito di Iris, poi recuperato dalle forze d’ordine durante la perquisizione. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti nel chiedere al Commissario Filippo Santarelli la convocazione di un’urgente convocazione del Comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica, ha definito “gravissimo” quanto accaduto a Rovereto sottolineando “che abbiamo sempre posto in primo piano il tema della sicurezza interagendo con le espressioni dello Stato e contestualmente con i diversi livelli istituzionali del Trentino”.
L’assessora alla salute e alle politiche sociali della Provincia, Stefania Segnana ricordando anche l’omicidio di fine luglio nella vicina frazione di Noriglio a seguito di una lite condominiale, ha detto, “due fatti gravi ai danni di altrettante donne colpiscono nel profondo ed è inevitabile impegnarsi affinché la comunità e le istituzioni possano fare di più per aumentare il controllo sociale e cambiare culture e mentalità ancora soggiogate dalla violenza” precisando, “non sottovaluteremo questo ennesimo segnale, intensificando fin da subito le attività già messe in campo in questa legislatura”.
A dare l’allarme sono stati gli inquilini di un condominio
A chiamare il 112 sono stati alcuni inquilini di un condominio nelle vicinanze che, dopo aver sentito le urla della donna dalle finestre, si sono affacciati e hanno visto la vittima a terra con i pantaloni abbassati e l’aggressore sopra di lei che la colpiva in faccia.
L’uomo è poi fuggito lungo la vicina via Maioliche, ma è stato fermato poco dopo dai militari che lo hanno arrestato per omicidio. I sanitari hanno subito capito che le lesioni riportate erano gravissime optando optato per il trasferimento all’ospedale di Trento dove, purtroppo, è deceduta nella notte.
Prima di colpire Iris Setti l’uomo avrebbe tentato di violentarla. Stando ad alcuni testimoni l’uomo l’avrebbe scaraventata a terra e picchiata in mezzo al sentiero che attraversa il parco. Per fermarlo i carabinieri hanno dovuto usare il taser dato che era in uno stato confusionario, con tutta probabilità per aver assunto alcol.
I punti da chiarire
Iris Setti e il suo assassino si conoscevano oppure la donna si è trovata nel posto sbagliato nel momento sbagliato? Questa è una delle domande che in queste ore si stanno facendo gli investigatori che indagano sull’omicidio della 63enne barbaramente uccisa a Rovereto. La donna è morta sotto i colpi del nigeriano, sferrati con una violenza inaudita.
L’uomo voleva violentare la vittima oppure si è trattata di una rapina finita male? Anche questo è un tema al centro dell’inchiesta. Al momento sembrerebbe probabile il tentativo di violenza sessuale, ma c’è un particolare che potrebbe essere determinante: l’uomo, prima di fuggire via, ha sfilato alla vittima un anello che è stato poi ritrovato dai carabinieri.
C’è stata una falla nella macchina della sicurezza del comune a circa 70 chilometri da Verona oppure era impossibile fare di più per evitare questa tragedia? Questo aspetto sarà chiarito dopo i dovuti approfondimenti investigativi come chiesto dal ministro Piantedosi.
Il cordoglio del ministro dell’Interno Piantedosi
Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha espresso il più profondo cordoglio. “Il barbaro omicidio della donna a Rovereto – ha affermato – è un fatto gravissimo. Ho richiesto al capo della Polizia di disporre ogni necessario approfondimento e una dettagliata ricostruzione della vicenda, anche per capire se c’è stato qualcosa che non ha funzionato”.
“Questi accertamenti – ha proseguito il titolare del Viminale – sono doverosi nei confronti della vittima e dei suoi familiari. Inoltre, sono necessari anche per capire cosa dobbiamo mettere ulteriormente in campo per assicurare una sempre maggiore protezione dei cittadini. Siamo già al lavoro per presentare a settembre un pacchetto di norme per rafforzare ancora tutti gli strumenti a disposizione delle forze dell’ordine per contrastare i più ricorrenti fenomeni criminali e di insicurezza dei cittadini”.