Archiviato anche il GP del Belgio, la F1 va ufficialmente in vacanza. L’ultimo fine settimana prima della lunga pausa estiva si è concluso con la solita vittoria della Red Bull, col solito Max Verstappen, sul gradino più alto del podio. Il team di Milton Keynes ha fatto pure di più a Spa, portandosi a casa una doppietta grazie al secondo posto ottenuto da Sergio Perez.
Ma, esattamente come avevamo preannunciato, anche in casa Ferrari hanno di che sorridere dopo l’ultimo GP Belgio. La scuderia italiana chiude il filotto delle gare di luglio esattamente come lo aveva cominciato, sul podio, con Charles Leclerc. Anche se tutti i riflettori della domenica si sono concentrati su Antoine Delie. E scopriremo il perché. Ma bando alle ciance e passiamo ai fatti: i top e flop del GP del Belgio di F1.
TOP
Max Verstappen
Per alcuni potrebbe sembrare monotono. Ma Max Verstappen entra di diritto, ancora, tra i promossi di questo Gran Premio. A Spa, l’olandese colleziona la vittoria numero 45 della carriera rimontando dalla sesta posizione della griglia di partenza a causa di una penalità. A fine corsa taglia il traguardo con un vantaggio di venti secondi su Sergio Perez, suo compagno di squadra che, a sua volta, guida la stessa RB19 dell’attuale campione del mondo in carica.
Il talento di Verstappen è immenso. Nonostante il meteo incerto che ha condizionato tutto il fine settimana e la penalità inflittagli per la sostituzione del cambio che avrebbe potuto influenzare la sua corsa, l’olandese ha dato l’impressione che nessuno possa fermarlo. Nemmeno a parità di vettura. L’unico brivido per Verstappen è avvenuto proprio durante la gara quando ha leggermente perso il controllo della RB19 mentre stava percorrendo a tutta velocità l’Eau Rouge.
Charles Leclerc e Ferrari
Lo si potrebbe chiamare “Lo strano caso di Leclerc e della Ferrari”. In occasione del GP Belgio il monegasco è tornato sul podio, terzo a fine gara. La Ferrari nei primi dodici GP della stagione 2023 è finita tre volte sul podio e solo ed esclusivamente nei weekend in cui si disputava la Sprint Race. Il Cavallino Rampante e Leclerc, a Spa, hanno raggiunto il loro obiettivo.
Ora qualcuno sarà pronto a dire che ci si sarebbe aspettato di più dalla Rossa di Maranello e dal suo pilota di punta. Vero, tenendo conto dei proclami di inizio stagione e delle vittorie e pole position ottenute nel 2022. Ma bisogna anche saper guardare il bicchiere mezzo pieno. Il podio ottenuto a Spa alla Ferrari non servirà solo come iniezione di fiducia in previsione del GP d’Italia a Monza, ma è un chiaro segnale che forse, nell’ultima parte del campionato, non è così irreale puntare alla terza posizione tra i Costruttori.
Fernando Alonso
Lo spagnolo entra di diritto tra i promossi del GP Belgio non solo perché, sabato, Nando ha festeggiato il 42esimo compleanno.
L’Aston Martin non è più la monoposto di inizio stagione. E se, quando questo campionato è cominciato era senza alcun dubbio la seconda forza in campo, ora è in parità con la Mercedes (alla quale, a sua volta, si sta avvicinando pericolosamente anche la Ferrari). Si fa presto a passare dalle stelle alle stalle. Ma nonostante ciò Fernando Alonso, il pilota più anziano della griglia di partenza, continua a suonarle ai più giovani.
Al via lo spagnolo parte bene, gestisce le gomme in maniera ottimale, ha un buon passo gara e nel finale, tiene dietro Russell che tra le mani aveva una Mercedes ben più performante dell’Aston Martin. Il quinto posto portato a casa da Alonso, ieri a Spa, è anche di più di quello che ci si potrebbe aspettare dalla AMR23 ora.
Yuki Tsunoda
Il “Driver of the Day” per me. Dopo essere stato surclassato da Ricciardo in Ungheria, nel GP Belgio il giapponese si è preso la rivincita sull’australiano. Autore di un campionato 2023 non esaltante, nelle ultime settimane voci di corridoio, avevano messo il sedile di Tsunoda in bilico. E invece Yuki a Spa, pista conosciuta meglio come L’Università della Formula 1, in condizioni di difficile interpretazione porta a termine una bella gara che regala ad Alpha Tauri un punto importante.
Fonte: AnsaIl podio di Spa
FLOP
Sergio Perez
Alcuni potrebbero pensare perché, tenendo conto che ha chiuso la gara in seconda posizione. È vero ma non possiamo dimenticare che Sergio Perez guida una Red Bull, la monoposto più forte della griglia di partenza. Non si sta dicendo che Perez abbia disputato una brutta corsa. Passa Leclerc nelle prime fasi della corsa e rimane in testa al GP del Belgio fino alla prima sosta ma, non avendo il ritmo forsennato di Verstappen, deve accontentarsi della seconda posizione.
Perez ha fatto quello che ci si aspetta da un secondo pilota. Quando il tuo capo squadra è indietro devi prendere la testa della corsa e stare lì, fino a quando il tuo capitano non ti arriva negli scarichi.
Se posso fare un piccolo appunto, ieri Perez, proprio mentre Verstappen era intento a superarlo, ha fatto il compitino (per conto mio anche per assicurarsi la riconferma da parte del team di Milton Keynes) e aiutato la Red Bull a portare a casa una doppietta. Max ha letteralmente sverniciato il messicano, Sergio non riesce a stare davanti a Verstappen nemmeno quando gli parte davanti e la differenza prestazionale tra i due è lampante. A termine del GP Belgio, Perez chiude a 22 secondi dal suo compagno si squadra. Troppi, tenendo conto del mezzo che guida.
Aston Martin
Lo abbiamo già scritto sopra, parlando della consistente gara di Alonso. Se a inizio campionato Aston Martin sembrava essere l’unica scuderia capace di mettere in dubbio i podi della Red Bull, a distanza di quattro mesi le carte sul tavolo si sono completamente ribaltate.
La scuderia inglese, che probabilmente ha sparato tutte le cartucce di aggiornamento per l’inizio del Mondiale, è in caduta libera. Ma se, nonostante le difficoltà, Alonso continua a brillare, Stroll è sempre troppo distante dalle prestazioni dello spagnolo.
In una cosa Aston Martin e Red Bull sono molto simili: i piloti. Se uno di loro, Verstappen e Alonso per l’appunto, cerca di dare il 120% andando oltre i limiti della vettura i rispettivi compagni di squadra arrivano in fondo, senza infamia e senza lode. Se Aston Martin vuole chiudere la stagione come seconda forza del Mondiale, un bel viaggetto a Lourdes per cercare un intervento straordinario dall’alto non andrebbe disdegnato.
Oscar Piastri
Anche se in Ungheria è salito sul podio, si sta parlando comunque di un debuttante. A Spa, uno dei tracciati più tecnici dell’intero campionato, paga la sua inesperienza. Nonostante il podio ottenuto nella Sprint, nella gara vera e propria sbaglia la partenza, finisce all’interno alla Source, si tocca con Sainz e getta nelle ortiche la gara di entrambi.
Un semplice incidente di gara che non è finito nemmeno sotto investigazione. Forse, anche senza contatto col pilota della Ferrari, il rookie della McLaren non sarebbe potuto andare lontano: l’assetto della MCL60 proprio non si è sposato con le caratteristiche della pista di Spa visto che gli uomini del team di Woking aspettavano una pioggia che non è arrivata.
Antoine Delie alias il cantante dell’inno
Per noi altri è uno sconosciuto, ma sono pronta a scommetterci che, non appena la telecamera lo ha inquadrato sulla griglia di partenza di Spa, tutti abbiamo pensato che fosse la versione “povera” di Sir Elton John.
Occhiali rossi con fiamme, guanti senza dita, un’enorme bandiera del Belgio come un mantello. È con questo abbigliamento che Delie ha eseguito una versione rock di “La Brabançonne”, l’inno belga. Piuttosto conosciuto nel suo Paese e anche in Francia grazie alla partecipazione alla nona stagione del talent show The Voice, il 26enne si è trasformato nell’oggetto non identificato maggiormente scrutato anche dai piloti che, ripresi dalle telecamere, a stento trattenevano le risate davanti all’esibizione. E, manco a dirlo, a termine della performance il popolo del web parlava solo di lui.