AGI – Neutrali ma non per questo neutralizzati: la pattuglia di tennisti e tenniste di Russia e Bielorussia riammessi quest’anno a Wimbledon hanno ben figurato, sia sul piano dei risultati che dell’immagine. In quattro hanno raggiunto i quarti di finale, in due addirittura le semifinali, il russo Daniil Medvedev e la bielorussa Aryna Sabalenka.
Ai quarti era approdata anche la campionessa in carica Elena Rybakina, nata a Mosca anche se compete sotto la bandiera del Kazakhtsan. Si è invece fermata agli ottavi la straordinaria corsa di Mirra Andreeva, la sedicenne russa di Kranojarsk arrivata dalle qualificazioni che ha eliminato la testa di serie numero 22 Anastasia Potapova, campionessa junior a Wimbledon nel 2016.
Dopo che nell’edizione del 2022 l’All England Club li aveva esclusi come sanzione per l’invasione dell’Ucraina, quest’anno i tennisti russi e bielorussi hanno potuto partecipare ma senza riferimenti alla nazionalità e solo dopo aver firmato una dichiarazione scritta di “neutralità personale” che li impegnava a non esprimere sostegno per l’invasione dell’Ucraina o per le leadership dei loro presidenti, Vladimir Putin e Alexander Lukashenko.
Il governo britannico, in prima linea nel sostegno a Kiev, ha premuto perché l’apertura fosse accompagnata da rigide garanzie per evitare qualsiasi forma di propaganda per Mosca.
La tennista più controversa era Veronika Kudermetova, la 26enne russa numero 12 del mondo sponsorizzata dal colosso energetico Tatneft, che però è stata eliminata già al secondo turno dalla sorpresa del torneo, la finalista ceca Marketa Vondrousova.
(Se Medvedev, terza testa di serie, ha migliorato il suo record personale sull’erba approdando in semifinale, un grande torneo lo ha fatto anche Andrey Rublev che ha ceduto ai quarti solo a un grande Novak Djokovic. Dopo il ko il 25enne moscovita è stato anche protagonista di un bel gesto quando ha donato il suo asciugamano e ha firmato una pallina a un bambino sugli spalti immortalato in un video in cui non stava più nella pelle. Un altro 25enne, Roman Safiullin, ha raggiunto a sorpresa i quarti dove è stato eliminato da Jannik Sinner.
Tra le donne hanno ben figurato Ekaterina Alexandrova (eliminata agli ottavi dalla Sabalenka) e la 26enne di Togliattigrad Daria Kasatkina (ko al terzo turno con la Azarenka). La vera sorpresa è stata è stata però Mirra Andreeva che partendo dalle qualificazioni ha eliminato due teste di serie. Il pubblico si è schierato con lei, russa anche se con la famiglia risiede a Cannes: “Sento il supporto del pubblico, tutti mi incoraggiano, mi spingono e questo mi aiuta tanto”, ha raccontato.
Insomma, oltre ai risultati, è arrivato anche il disgelo con il pubblico di Wimbledon che pure ha tifato e sostenuto a gran voce l’eroina ucraina Elina Svitolina, eliminata in semifinale. I tennisti russi ci hanno messo del loro per accattivarsi le simpatie: Medvedev ha evitato le intemperanze del passato e si è fatto ben volere dagli spettatori del Campo 1 che lo hanno seguito fino ai quarti, Rublev ha sempre tenuto toni bassi e si è mostrato disponibile con gli appassionati, la Andreeva è arrossita quando le è stato chiesto della sua ammirazione per Andy Murray.
La Sabalenka ha lanciato un appello agli organizzatori a proteggere i tennisti russi e bielorussi dalle manifestazioni di odio come le mancate strette di mano da parte dei rivali ucraini. E il centrale l’ha applaudita sia quando ha superato i quarti battendo l’americana Madison Keys che quando è stata sconfitta in semifinale dalla tunisina Ons Jabeur.
L’unico momento di tensione si è registrato dopo l’ottavo di finale vinto da Svitolina contro la bielorussa Azarenka. Quest’ultima è stata fischiata dal pubblico perché non si è avvicinata alla rete per la stretta di mano, consapevole che l’ucraina non l’avrebbe comunque salutata. La contestazione era però diretta alla violazione del protocollo che non alla sua nazionalità.
Alla fine, però, la 136ma edizione di Wimbledon ha segnato un punto a favore dello sport russo e bielorusso che ha rotto l’isolamento con i risultati del campo e il disgelo con gli spettatori.
AGI – Neutrali ma non per questo neutralizzati: la pattuglia di tennisti e tenniste di Russia e Bielorussia riammessi quest’anno a Wimbledon hanno ben figurato, sia sul piano dei risultati che dell’immagine. In quattro hanno raggiunto i quarti di finale, in due addirittura le semifinali, il russo Daniil Medvedev e la bielorussa Aryna Sabalenka.
Ai quarti era approdata anche la campionessa in carica Elena Rybakina, nata a Mosca anche se compete sotto la bandiera del Kazakhtsan. Si è invece fermata agli ottavi la straordinaria corsa di Mirra Andreeva, la sedicenne russa di Kranojarsk arrivata dalle qualificazioni che ha eliminato la testa di serie numero 22 Anastasia Potapova, campionessa junior a Wimbledon nel 2016.
Dopo che nell’edizione del 2022 l’All England Club li aveva esclusi come sanzione per l’invasione dell’Ucraina, quest’anno i tennisti russi e bielorussi hanno potuto partecipare ma senza riferimenti alla nazionalità e solo dopo aver firmato una dichiarazione scritta di “neutralità personale” che li impegnava a non esprimere sostegno per l’invasione dell’Ucraina o per le leadership dei loro presidenti, Vladimir Putin e Alexander Lukashenko.
Il governo britannico, in prima linea nel sostegno a Kiev, ha premuto perché l’apertura fosse accompagnata da rigide garanzie per evitare qualsiasi forma di propaganda per Mosca.
La tennista più controversa era Veronika Kudermetova, la 26enne russa numero 12 del mondo sponsorizzata dal colosso energetico Tatneft, che però è stata eliminata già al secondo turno dalla sorpresa del torneo, la finalista ceca Marketa Vondrousova.
(Se Medvedev, terza testa di serie, ha migliorato il suo record personale sull’erba approdando in semifinale, un grande torneo lo ha fatto anche Andrey Rublev che ha ceduto ai quarti solo a un grande Novak Djokovic. Dopo il ko il 25enne moscovita è stato anche protagonista di un bel gesto quando ha donato il suo asciugamano e ha firmato una pallina a un bambino sugli spalti immortalato in un video in cui non stava più nella pelle. Un altro 25enne, Roman Safiullin, ha raggiunto a sorpresa i quarti dove è stato eliminato da Jannik Sinner.
Tra le donne hanno ben figurato Ekaterina Alexandrova (eliminata agli ottavi dalla Sabalenka) e la 26enne di Togliattigrad Daria Kasatkina (ko al terzo turno con la Azarenka). La vera sorpresa è stata è stata però Mirra Andreeva che partendo dalle qualificazioni ha eliminato due teste di serie. Il pubblico si è schierato con lei, russa anche se con la famiglia risiede a Cannes: “Sento il supporto del pubblico, tutti mi incoraggiano, mi spingono e questo mi aiuta tanto”, ha raccontato.
Insomma, oltre ai risultati, è arrivato anche il disgelo con il pubblico di Wimbledon che pure ha tifato e sostenuto a gran voce l’eroina ucraina Elina Svitolina, eliminata in semifinale. I tennisti russi ci hanno messo del loro per accattivarsi le simpatie: Medvedev ha evitato le intemperanze del passato e si è fatto ben volere dagli spettatori del Campo 1 che lo hanno seguito fino ai quarti, Rublev ha sempre tenuto toni bassi e si è mostrato disponibile con gli appassionati, la Andreeva è arrossita quando le è stato chiesto della sua ammirazione per Andy Murray.
La Sabalenka ha lanciato un appello agli organizzatori a proteggere i tennisti russi e bielorussi dalle manifestazioni di odio come le mancate strette di mano da parte dei rivali ucraini. E il centrale l’ha applaudita sia quando ha superato i quarti battendo l’americana Madison Keys che quando è stata sconfitta in semifinale dalla tunisina Ons Jabeur.
L’unico momento di tensione si è registrato dopo l’ottavo di finale vinto da Svitolina contro la bielorussa Azarenka. Quest’ultima è stata fischiata dal pubblico perché non si è avvicinata alla rete per la stretta di mano, consapevole che l’ucraina non l’avrebbe comunque salutata. La contestazione era però diretta alla violazione del protocollo che non alla sua nazionalità.
Alla fine, però, la 136ma edizione di Wimbledon ha segnato un punto a favore dello sport russo e bielorusso che ha rotto l’isolamento con i risultati del campo e il disgelo con gli spettatori.