AGI – “La dose consigliata dell’assunzione di aspartame è di 40 mg per kg, ma il rischio non è mai zero”. E’ il commento di Francesco Branca, direttore del Dipartimento della nutrizione dell’OMS, a seguito dello studio sull’aspartame dell’International Sweeteners Association, dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro e del Comitato congiunto di esperti FAO/OMS per gli additivi alimentari.
“Gli esperti hanno stabilito che la dose ritenuta, in questo momento, accettabile è di circa 40 mg kg di peso corporeo, cioè di 2800 mg per un individuo di 70 kg, al giorno”, ha spiegato Branca. “Il lavoro che è stato fatto sia dall’Agenzia per la Ricerca sul Cancro e dal gruppo che valuta gli additivi ha concluso che c’è una possibilità che l’aspartame sia responsabile di certi tumori; quindi, è una probabilità che non necessariamente si materializza perché dipende dalla dose assunta”, ha continuato Branca.
“Non superare l’assunzione giornaliera di questa quantità riduce notevolmente il rischio a livelli minimi ma non lo porta a zero”, ha sottolineato ancora Branca. “Consumi piuttosto elevati di bevande contenenti l’aspartame possono essere rischiosi; considerando il contenuto, per esempio nelle bevande gassate, dove a seconda del prodotto, una lattina può contenere dai 200 a 300 mg, è ritenuto pericoloso il consumo di oltre 9 lattine al giorno, circa 3 litri di bevande”, ha precisato Branca.
“La maggior parte dei consumatori si mantiene abbastanza di sotto il limite stabilito ma quello che ci sentiamo di raccomandare come OMS è di limitarne i consumi”, ha raccomandato Branca. Nella società moderna al consumo di bevande con zero calorie, contenenti aspartame o altri dolcificanti, è associato il controllo della forma fisica.
“E’ diffusa l’idea che consumare dolcificanti possa portare un beneficio, per esempio al controllo dell’obesità, però non è così; a lungo termine non c’è un non c’è un apporto positivo dettato dal consumo dei dolcificanti contenuti in queste bevande”, ha datto Branca. “I consumatori occasionali di prodotti che contengono dolcificanti hanno sicuramente un rischio molto basso anche se non nullo, quelli che si avvicinano a questo limite di sicurezza destano maggiore preoccupazione”, ha concluso Branca.