AGI – Si prospetta un autunno ancora all’insegna del rialzo dei tassi di interesse. A delineare le prossime probabili mosse di politica monetaria sono stati direttamente i presidenti delle maggiori banche centrali. Riuniti a Sintra, in Portogallo, la presidente della Bce Christine Lagarde, quello della Fed Jerome Powell, il numero uno della Bank of England Andrew Bailey e la nuova guida della Bank of Japan Kazuo Ueda hanno tracciato la rotta: con l’inflazione che resta ancora troppo alta, senza segnali tangibili di una discesa stabile dei prezzi, la via più probabile appare quella di proseguire sulla strada dei rialzi.
Al momento “non stiamo considerando una pausa” nei rialzi dei tassi, ammette Lagarde, “non vediamo evidenze concrete che l’inflazione stia scendendo, in particolare che i prezzi si stiano stabilizzando verso il basso”. La presidente della Bce argomenta: “Abbiamo fatto molto ma resta ancora molto altro da fare, come ho detto dipendiamo dai dati, decidiamo di riunione in riunione, ma sappiamo che abbiamo ancora strada da fare. Posso solo dire che a luglio è molto probabile un rialzo dei tassi, saremo leggeri”.
Powell annota invece: “Adesso siamo in un territorio restrittivo ma riteniamo che serva proseguire. L’unica decisione certa è che nell’ultimo meeting abbiamo deciso di sospendere i rialzi, valuteremo di volta in volta a seconda dei dati”. Poi il presidente della Fed aggiunge: “L’inflazione si è rivelata più persistente di quello che prevedevamo. E lo resterà per un po’. Ovviamente se dovesse cambiare rotta tanto meglio, per ora non ce lo attendiamo”.
Nell’ultima riunione del Fomc la Fed ha ribadito che entro l’anno saranno necessari almeno altri due rialzi dei tassi, perché la strada per riportare l’inflazione al 2% è “ancora lunga”. Mentre Lagarde anche ieri sempre a Sintra ha usato toni da ‘falco’ confermando che a luglio molto probabilmente ci sarà un altro rialzo dei tassi, dopo quello di giugno e che ritiene “improbabile” che in Europa si raggiungerà un picco a breve.
Anche nei giorni scorsi la Bank of England è stata costretta ad aumentare i tassi di mezzo punto percentuale a giugno, dopo che a maggio l’inflazione core nel Regno Unito è salita al 7,1%. Più in generale l’inflazione comincia a ridursi ma non quella ‘core’, che resta vischiosa e vicina ai massimi.
Il presidente Bailey sottolinea come l’inflazione resta “appiccicosa” a causa principalmente della situazione energetica e del mercato del lavoro, sul quale ancora è evidente l’impatto della riapertura dell’economia dopo il Covid. Mentre il governatore della Bank of Japan, che mantiene invece una impostazione di politica monetaria ultra espansiva, afferma che vedrebbe una buona ragione per cambiare la strategia se diventasse “ragionevolmente sicuro” che l’inflazione accelerasse nel 2024 dopo un periodo di moderazione.