AGI – L’economia globale ha raggiunto un “punto critico e pericoloso” nella lotta all’inflazione. A mettere in guardia è la Banca dei regolamenti internazionali nel suo Rapporto annuale. “I responsabili politici si trovano di fronte a una costellazione unica di sfide”, sottolinea l’istituto.
Da un lato, osserva, “le banche centrali hanno adottato misure restrittive per riportare l’inflazione sotto controllo: i prezzi stanno aumentando troppo velocemente“. Dall’altro lato, “le vulnerabilità finanziarie sono diffuse: i livelli di indebitamento – privato e pubblico – sono storicamente elevati; gli asset sono in crescita troppo rapida; i prezzi delle attività, soprattutto quelle immobiliari, sono elevati; e l’assunzione di rischi nei mercati finanziari è stata diffusa durante la fase in cui i tassi d’interesse sono rimasti storicamente bassi per un periodo insolitamente lungo”. “L’inflazione elevata, la sorprendente tenuta dell’attività economica e i primi segnali di grave stress nel sistema finanziario”, questi gli elementi che secondo la Bri caratterizzano il quadro economico.
“Quanto più a lungo persiste l’inflazione, tanto più forte e più a lungo sarà l’inasprimento delle politiche richiesto, e quindi maggiori saranno i rischi per la stabilità finanziaria”. Lo rileva la Banca dei regolamenti internazionali nel suo Rapporto annuale. “L’ultimo miglio per riportare l’inflazione all’obiettivo sarà più difficile – L’impegno delle banche centrali a ridurre l’inflazione è chiaro. L’anno scorso si è assistito al più rapido e sincronizzato inasprimento della politica monetaria mondiale degli ultimi decenni”, avverte il general manager Agustìn Carstens nella prefazione al rapporto. “La stretta monetaria era necessaria, ma non indolore”, osserva Carstens sottolineando che “i tassi d’interesse potrebbero dover rimanere più alti a lungo. Nei prossimi anni le economie dovranno affidarsi alle riforme dell’offerta, piuttosto che agli stimoli monetari e fiscali, per promuovere una crescita sostenibile”.