AGI – Da quando è sceso in campo (nel 2000) TripAdvisor, il sito web statunitense di recensioni di alberghi, bed and breakfast e ristoranti è diventato non solo un diretto concorrente di guide turistiche e riviste di segnalazioni, ma è stato anche “il terrore degli chef”. Chiunque poteva fare una recensione, influenzando l’attività di una struttura.
Ebbene, ora il Gambero Rosso, “bibbia” dei gourmet golosi e curiosi, si chiede se l’era delle recensioni su TripAdvisor stia volgendo al termine. L’interrogativo non è peregrino né capzioso, perché la rivista ha notato che su TripAdvisor ultimamente “le recensioni sono sempre meno” sulla base di un proprio monitoraggio. Non scientifico, “ma pur sempre un indizio”
Stando ai dati pubblicati sul sito, TripAdvisor dichiara d’essere una potenza di fuoco per il fatto di aiutare “463 milioni di viaggiatori ogni mese” a consultare “oltre 859 milioni di recensioni e opinioni relative a 8,6 milioni d’alloggi, ristoranti, esperienze, compagnie aeree e crociere”.
Tant’è che nel 2015 s’è annessa, comprandole, anche due startup italiane come Restopolis e Mytable, e lanciando TheForK, principale app di prenotazioni di ristoranti per poi consolidare il ruolo mediante la partnership con la Guida Michelin, annunciata a fine 2019.
Sottolinea il giornale: “Nel pacchetto c’era anche BookaTable”, acquisita da Michelin nel 2016, a dimostrazione che pure lei “voleva accelerare lo sviluppo nel mercato delle prenotazioni di ristoranti online in Europa”.
Bene, ora dopo aver chiesto genericamente ai lettori se “TripAdvisor lo usate ancora?”, il Gambero si chiede anche: “Ma oggi come è messa TripAdvisor?” La risposta è che si sa che “al momento ogni azione vale all’incirca 15 euro, circa un terzo in meno rispetto al 2018 quando valeva un po’ meno di 50 euro” e che “gli inserzioni sono a quota 11,1 milioni, in aumento del +16% rispetto al 2020”, anno per altro risultato “anomalo” per via delle restrizioni della pandemia.
Il giornale sostiene che “potrebbe andare peggio”, ma pure meglio in relazione “al percepito, non proprio idilliaco che hanno utenti e ristoratori in merito”. Il sito ha perso infatti in credibilità, ciò che l’ha indotto a migliorare la sua reputazione tra gli utenti pubblicando periodicamente il Review Transparency Report.
E proprio l’ultimo rapporto dell’11 aprile scorso, rileva “un aumento significativo del volume di recensioni lasciate sulla piattaforma” che, se nel 2022 “sono state 30,2 milioni” (+20% sul 2020) e “poco più di 1,3 milioni di recensioni ritenute false” (il 4,4% sul totale) , di queste “solo la minoranza è andata online grazie ai processi di rilevamento e moderazione della piattaforma”, osserva il Gambero.
Ovvero, stando ai dati, “TripAdvisor ha impedito al 72% degli invii di arrivare sulla piattaforma”, giudicato “un miglioramento significativo rispetto al 67% impedito nel 2020” e rimovendo nel solo 2022 “24.521 recensioni associate a società di recensioni a pagamento”.
In definitiva, secondo il giornale gourmet, la sentenza è che nonostante gli sforzi dell’azienda “notiamo, però, una disaffezione da parte degli utenti, i quali prediligono scrivere (e forse consultare?) le recensioni su Google”.