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Germania contro l’Europa: boccia l’Euro 7 auto

Giu 15, 2023

La Germania è contro l’Europa, boccia le normative auto Euro 7. Il clima nel Paese è molto teso, le decisioni prese dall’Unione Europea in tema di transizione ecologica e mobilità sostenibile non piacciono, si respira aria di rivolta.

Il CEO di Traton, colosso dei veicoli pesanti, Christian Levin, come riporta il magazine specializzato Automobilwoche, insieme al CFO Annette Danielski hanno lanciato un allarme, di cui tra l’altro si parla da tempo: le nuove normative Euro 7 per le auto porteranno aumenti dei costi dell’ordine di miliardi di euro, una previsione insostenibile per l’industria.

Le dichiarazioni di MAN

Il numero uno di MAN, Alexander Vlaskamp, ha rilasciato un’intervista a Welt am Sonntag, dichiarando che “nel caso in cui la legge arrivi così come è ora prevista, saremo gravati da enormi costi, circa un miliardo di euro, da investire in una tecnologia in scadenza, anche se siamo di fronte a una trasformazione enorme. Le regole proposte per abbattere le emissioni sono definite in modo così rigoroso che in realtà avremo bisogno di più carburante, cosa che ridurrà gli ossidi di azoto solo marginalmente”.

Motivo per il quale Vlaskamp chiede sussidi per l’acquisto di camion Euro 6, c’è bisogno infatti di svecchiare le flotte, non servono ulteriori standard sulle emissioni inquinanti, ancora più restrittivi. Come abbiamo già avuto modo di constatare nei mesi scorsi, l’industria automobilistica e i produttori di autocarri da tempo si stanno muovendo contro i nuovi standard Euro 7.

E oggi anche il Governo tedesco rincara la dose, ma dividendosi in due fazioni: da una parte c’è il Ministro dell’Ambiente Steffi Lemke (Verdi) assolutamente a favore dell’Euro 7, che chiede addirittura che entri in vigore entro al massimo un anno, dall’altra invece Volker Wissing, Ministro dei Trasporti, sostiene che le industrie di auto e veicoli commerciali non possono e non devono accollarsi costi così alti, non è corretto, per questo manifesta assoluta contrarietà all’Euro 7 e ai nuovi standard.

Secondo chi ha parere contrario oltretutto le norme Euro 7 sono contraddittorie, visto che sembrerebbero prevedere anche delle limitazioni per i veicoli elettrici e a idrogeno: considerano come fonte di inquinamento anche il particolato che proviene dall’azione delle gomme sul terreno, dalla loro abrasione e anche dalle emissioni di polveri dell’impianto frenante di ogni veicolo.

In questo caso tutti i mezzi di trasporto sarebbero a rischio, non soltanto quelli a benzina e diesel. Al momento le normative Euro 7 dovrebbero entrare in vigore a partire dal 2025, e per autobus e mezzi pesanti nel 2027. Ma il Parlamento Europeo dovrà prendere nuovi accordi, sentendo le esigenze degli Stati Membri UE.

Che cosa pensano i costruttori

A partire dal primo luglio 2025 dovrebbero entrare in vigore le nuove regole e i limiti Euro 7 previsti dall’UE per tutte le auto dotate di motori a combustione.

L’Euro 7, come ben sappiamo, ha l’obiettivo di inasprire le norme sulle emissioni inquinanti, ma anche sul particolato e le polveri che provengono da freni e pneumatici. Motivo per cui già molti responsabili, CEO e AD di potenti aziende del settore automobilistico si sono espressi contro queste nuove regole, che potrebbero limitare i produttori, oltre a causare un innalzamento dei costi pressoché insostenibile, soprattutto considerando la reale esigenze di diminuire invece i prezzi di listino dei veicoli green, ancora troppo poco venduti in molti Paesi in Europa, compresa l’Italia.

Uno dei primi a esprimersi contro le normative Euro 7 è stato il CEO di Stellantis, Carlos Tavares; come lui, anche molti altri continuano a sostenere che gli oneri per l’industria causati da queste nuove decisioni prese dall’UE per diminuire la CO2, sarebbero davvero tanti e inutili, oltre a ricadere chiaramente sul consumatore: è inevitabile che una situazione simile porti infatti un aumento dei prezzi di listino dei veicoli per il cliente finale.

Detto ciò, anziché favorire la transizione energetica, l’Euro 7 potrebbe addirittura rallentare il passaggio del comparto automotive all’elettrificazione. Parlando di aumento dei prezzi di listino, al momento si quantificano ben 2.000 euro circa (in media) per ogni vettura.

E non finisce qui, secondo l’industria automobilistica infatti l’Euro 7 richiederebbe ai costruttori uno sforzo ulteriore, basti considerare infatti che – non dimentichiamolo – la Commissione Europea ha già deliberato per il 2030 un’ulteriore riduzione del 55% delle emissioni di CO2 rispetto ai valori del 2021. Considerando che nel 2035 i motori termici saranno vietati in Europa, in pratica questa decisione accelera un processo già difficile da sostenere. Le Case automobilistiche non avranno assolutamente intenzione di investire soldi, forza lavoro ed energie per studiare, progettare e realizzare un motore che possa rientrare negli standard previsti per il 2030, se poi nel 2035 lo stesso motore sarà addirittura vietato, e avrà quindi solo 5 anni di vita. Tutto ciò è assurdo e i produttori non ci stanno. L’unica alternativa che rende possibile questa scelta è che gli e-fuel e i biocarburanti vengano approvati dall’Unione Europea.

La Germania non firma

Il motivo per cui la Germania non si esprime sulle decisioni prese dell’Europa è molto semplice e di carattere principalmente politico. Innanzitutto lo scorso aprile il Paese tedesco ha votato a favore dello stop ai motori a benzina e diesel dal 2035 proposto dalla Commissione Europea, tradendo in qualche modo l’Italia e gli altri Stati contro la normativa – con cui inizialmente si era schierata – perché l’UE le ha concesso la tanto richiesta deroga per gli e-fuel.

Secondo quanto accordato con l’UE però la Germania non avrebbe dovuto votare contro le nuove normative Euro 7 per le auto proposte, nonostante il Ministro dei Trasporti Volker Wissing non fosse d’accordo e lo avesse più volte sottolineato. Il quadro è molto chiaro: come sempre oggi la Germania fa solo ed esclusivamente i suoi interessi, non votando contro l’Euro 7, a scapito delle sue industrie. E quindi: non è d’accordo con l’entrata in vigore delle normative Euro 7, ma non si esprime a riguardo e non si schiera con i Paesi che lo criticano, per non esporsi troppo.

Infine, all’interno del Parlamento Europeo è in atto un altro dibattito: lo scontro tra quello in carica – che ha intenzione di spingere per l’approvazione delle norme restrittive per l’automotove prima di decadere (elezioni nel 2024) – e altri Paesi, che stanno ritardando alcune decisioni dell’Unione Europea, visti i cambiamenti di Governo interni, per capire che cosa succederà dopo le elezioni del nuovo Parlamento Europeo. Non ci resta che attendere gli sviluppi, sperando che le conseguenze di questa situazione non saranno troppo negative per noi cittadini.

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