• 26 Novembre 2024 21:15

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Navette come carri bestiame. Rientro nel caos dopo la finale

Giu 11, 2023

AGI – Un anno fa a Parigi si rischiò la tragedia per i tifosi del Liverpool bloccati all’ingresso dello stadio con la folla che premeva e la polizia che li caricava. Quest’anno la finale di Champions ha riportato sotto accusa l’Uefa per il caos trasporti.

Prima la difficoltà di arrivare allo stadio Ataturk, con l’Uefa che raccomandava di usare le navette gratuite che però erano in realtà bus molto scomodi con pochi posti a sedere, in cui i tifosi viaggiavano in piedi e stretti per le due ore necessarie a coprire il lunghissimo tragitto per aggirare il traffico e i blocchi. A chi ha tentato di prendere un taxi sono stati chiesti dai 150 agli 800 euro per corse che di norma non superano i 30 euro.

Ma il vero dramma c’è stato dopo la partita, quando i tifosi sono stati letteralmente trattati alla stregua di “bestiame”, come ha opportunamente titolato il Guardian riprendendo le lamentele sui social.

Il maxi ingorgo in uscita dallo stadio

Si sono visti tifosi stipati all’inverosimile nelle navette rimaste bloccate per ore nel caotico traffico in uscita dallo stadio Ataturk. I tifosi di Inter e Manchester City hanno trovato al parcheggio una lunghissima fila di bus senza alcuna indicazione luminosa della destinazione e questo ha creato sconcerto, anche perché gli autisti accendevano l’insegna solo al momento dell’apertura delle porte, in una sorta di roulette per i passeggeri.

Nessuna traccia di uno steward o di un poliziotto che guidasse i tifosi e regolamentasse gli accessi ai mezzi, nonostante fosse la partita più importante della stagione con 75mila spettatori.

E il peggio è venuto dopo: i mezzi strapieni si sono intasati lungo un imbuto che si è subito chiuso paralizzando la circolazione. Ci sono volute quasi due ore, con molti malori e richieste di apertura delle porte per respirare, prima che il traffico si sbloccasse. Da quel momento le navette hanno percorso gli oltre 30 chilometri necessari per arrivare in centro dal quartiere Initelli all’estrema periferia ovest della metropoli turca, non molto distante dalla frontiera greca.

Fino a 4 ore per il rientro in hotel

In molti sono arrivati in hotel dopo le 3 e anche le 4 di notte, 4 ore dopo la fine della partita. L’unica alternativa alle navette erano i taxi, che però chiedevano anche 300 euro, oppure la metropolitana con cui però si devono fare tre cambi per arrivare in centro, il che la dice lunga anche sulla scelta di questo stadio decentrato e mal collegato per un evento così importante.

La rivolta contro la disorganizzazione dell’Uefa è stata bipartisan e ha unito nella solidarietà i tifosi inglesi e italiani che in alcuni casi hanno diviso i taxi insieme. I media inglesi, ancora critici con l’Uefa per la finale del 2022, hanno attaccato duramente questa disorganizzazione che ha macchiato l’esperienza turca di decine di migliaia di appassionati. 

AGI – Un anno fa a Parigi si rischiò la tragedia per i tifosi del Liverpool bloccati all’ingresso dello stadio con la folla che premeva e la polizia che li caricava. Quest’anno la finale di Champions ha riportato sotto accusa l’Uefa per il caos trasporti.
Prima la difficoltà di arrivare allo stadio Ataturk, con l’Uefa che raccomandava di usare le navette gratuite che però erano in realtà bus molto scomodi con pochi posti a sedere, in cui i tifosi viaggiavano in piedi e stretti per le due ore necessarie a coprire il lunghissimo tragitto per aggirare il traffico e i blocchi. A chi ha tentato di prendere un taxi sono stati chiesti dai 150 agli 800 euro per corse che di norma non superano i 30 euro.
Ma il vero dramma c’è stato dopo la partita, quando i tifosi sono stati letteralmente trattati alla stregua di “bestiame”, come ha opportunamente titolato il Guardian riprendendo le lamentele sui social.
Il maxi ingorgo in uscita dallo stadio
Si sono visti tifosi stipati all’inverosimile nelle navette rimaste bloccate per ore nel caotico traffico in uscita dallo stadio Ataturk. I tifosi di Inter e Manchester City hanno trovato al parcheggio una lunghissima fila di bus senza alcuna indicazione luminosa della destinazione e questo ha creato sconcerto, anche perché gli autisti accendevano l’insegna solo al momento dell’apertura delle porte, in una sorta di roulette per i passeggeri.
Nessuna traccia di uno steward o di un poliziotto che guidasse i tifosi e regolamentasse gli accessi ai mezzi, nonostante fosse la partita più importante della stagione con 75mila spettatori.
E il peggio è venuto dopo: i mezzi strapieni si sono intasati lungo un imbuto che si è subito chiuso paralizzando la circolazione. Ci sono volute quasi due ore, con molti malori e richieste di apertura delle porte per respirare, prima che il traffico si sbloccasse. Da quel momento le navette hanno percorso gli oltre 30 chilometri necessari per arrivare in centro dal quartiere Initelli all’estrema periferia ovest della metropoli turca, non molto distante dalla frontiera greca.
Fino a 4 ore per il rientro in hotel
In molti sono arrivati in hotel dopo le 3 e anche le 4 di notte, 4 ore dopo la fine della partita. L’unica alternativa alle navette erano i taxi, che però chiedevano anche 300 euro, oppure la metropolitana con cui però si devono fare tre cambi per arrivare in centro, il che la dice lunga anche sulla scelta di questo stadio decentrato e mal collegato per un evento così importante.
La rivolta contro la disorganizzazione dell’Uefa è stata bipartisan e ha unito nella solidarietà i tifosi inglesi e italiani che in alcuni casi hanno diviso i taxi insieme. I media inglesi, ancora critici con l’Uefa per la finale del 2022, hanno attaccato duramente questa disorganizzazione che ha macchiato l’esperienza turca di decine di migliaia di appassionati. 

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