AGI – “Mi fido ciecamente di Inzaghi”. “Sarà una partita attenta, che andrà per le lunghe”. “L’Inter è un mix di giovani e maturi, molto uniti e legati alla maglia, che mi rende fiducioso”. Queste le parole di Gianfelice Facchetti, figlio della bandiera nerazzurra Giacinto, alla vigilia della finale di Champions League tra Manchester City e Inter.
Facchetti racconta all’AGI le sue sensazioni sul prestigioso match in programma per stasera alle 21 allo stadio Ataturk di Istanbul: “L’Inter ci arriva mentalmente e fisicamente bene, soprattutto con la pressione tutta sugli avversari. Io da tifoso sono sereno, ho l’impressione che faremo la nostra parte”. Il giornalista e scrittore milanese prevede “una partita attenta, penso a un gioco verticale appena si aprono gli spazi e si ha il possesso palla. È necessario restare ordinati perché non ci sarà possibilità di concedere errori. Ho inoltre la sensazione che sarà una partita che andrà per le lunghe, non so fin dove…”
Analizzando tutto il percorso dei nerazzurri fino a qui, Facchetti si dice decisamente soddisfatto: “Non mi aspettavo di vivere una cavalcata cosi’ entusiasmante verso la finale, arricchita dalle vittorie nel doppio derby in semifinale, che ha caricato ulteriormente i ragazzi. Il clima che ha accompagnato l’Inter fino a questo punto è molto positivo. Dagli ottavi di finale in poi, ha trovato l’equilibrio che è mancato fino a quel momento, le conferme in Europa dove ha offerto le prestazioni migliori, e ha recuperato giocatori come Brozovic e Lukaku, che è tornato a brillare”.
L’ultimo trofeo dell’Inter nella massima competizione europea risale al 2010, l’anno del Triplete, conquistato sotto la guida di Josè Mourinho: “Quell’anno era un obiettivo dichiarato, la società aveva ingaggiato lo Special One proprio per puntare alla vittoria della Champions League dopo 45 anni. Oggi non c’era la stessa aspettativa, inizialmente nessuno l’avrebbe mai immaginato come un traguardo reale e concreto. Una vittoria sarebbe ancora più soddisfacente rispetto a quell’anno per certi versi. E non credo nemmeno che l’Inter sia poi cosi’ sfavorita”.
Che cosa ci sarà più da temere degli uomini di Guardiola? “Tutto, è la squadra che ha speso più soldi per avere una rosa fortissima, e un allenatore tra i migliori al mondo. Sono anni che in Inghilterra incrementano i trofei, a loro manca solo la consacrazione finale. Sono obbligati a raggiungere quel traguardo per essere credibili fino in fondo. Il PSG, ad esempio, vince tutti i campionati ma in Europa non riesce mai a imporsi. Solo la Champions valorizza davvero un club, e permette a una squadra di essere realmente riconosciuta come vincente e dominante”.
n quale aspetto l’Inter potrebbe essere pericolosa, per contrastare un avversario cosi’? “L’Inter ha una difesa solida e compatta, anche gli esterni sono in ottima condizione, le armi per fare male ci sono, anche in attacco.” Ma soprattutto, Facchetti riconosce il valore dei giocatori non solo dal punto di vista tecnico, ma anche etico e morale, legato alle loro storie di vita e di sportivi: “Quello che mi rende fiducioso è che vedo in squadra un mix di giovani-maturi molto legati alla maglia. Penso a Bastoni, Barella, tanti italiani che hanno trovato consacrazione definitiva”.
“Anche chi ha qualche anno in più, come Darmian, imprescindibile, non lo toglieresti mai dal campo – continua – Dzeko cresciuto con la guerra in Bosnia ed Erzegovina; Acerbi che è guarito da un cancro, e che pur avendo subito tante polemiche, oggi è la colonna portante della difesa. Sono giocatori che sanno collocare il calcio nel posto giusto, un mix di energie molto interessanti, di atleti, di uomini, di persone, che mi dà molta fiducia, perché sembrano davvero molto uniti, non solo ‘di facciata'”. Dal punto di vista tecnico invece “Lautaro dopo il mondiale ha fatto un salto di qualità e maturità anche in termini di leadership e convinzione e Calhanoglu, dal suo arrivo all’Inter, è stato uno dei giocatori più continui”.
Sono ore di rifinitura per mister Inzaghi, per risolvere i dubbi di formazione. Sul reparto offensivo, secondo Facchetti Jr, “Lukaku è in gran forma, Dzeko forse ha la capacità di dare meno punti di riferimento, e magari all’inizio potrebbe rivelarsi una difficolta in piu’ per gli inglesi”. Un altro ballottaggio sembra quello tra Brozovic o Mkhitaryan: “Se l’armeno non si fosse infortunato, forse avrebbe potuto competere con Brozovic o comunque rappresentare un’opzione altrettanto valida. Credo quindi che giocherà il croato, che nella parte finale di campionato ha dimostrato di essere in gran forma”. Ad ogni modo, Facchetti ripone totale fiducia in Simone Inzaghi: “Io mi fido ciecamente di lui, mi fidavo anche i mesi in cui lo criticavano, a maggior ragione ora. Saprà capire chi schierare”.
Infine l’attore e regista 48enne si riaggancia alla fase iniziale del percorso europeo dell’Inter di questa stagione, con riferimenti anche al suo passato: “ricordo che al momento dei sorteggi dei gironi, con Barcellona e Bayern, tutti ci davano per spacciati. Cosi’ in quei giorni, io recuperai una foto, di quando da ragazzino giocavo in una piccola squadra di paese. Subivamo le ironie dei nostri amici in vista dei tornei estivi, perché non eravamo considerati un gruppo cosi’ valido. Ma puntualmente riuscivamo a sorprenderli e a vincere contro ogni aspettativa”.
AGI – “Mi fido ciecamente di Inzaghi”. “Sarà una partita attenta, che andrà per le lunghe”. “L’Inter è un mix di giovani e maturi, molto uniti e legati alla maglia, che mi rende fiducioso”. Queste le parole di Gianfelice Facchetti, figlio della bandiera nerazzurra Giacinto, alla vigilia della finale di Champions League tra Manchester City e Inter. Facchetti racconta all’AGI le sue sensazioni sul prestigioso match in programma per stasera alle 21 allo stadio Ataturk di Istanbul: “L’Inter ci arriva mentalmente e fisicamente bene, soprattutto con la pressione tutta sugli avversari. Io da tifoso sono sereno, ho l’impressione che faremo la nostra parte”. Il giornalista e scrittore milanese prevede “una partita attenta, penso a un gioco verticale appena si aprono gli spazi e si ha il possesso palla. È necessario restare ordinati perché non ci sarà possibilità di concedere errori. Ho inoltre la sensazione che sarà una partita che andrà per le lunghe, non so fin dove…”
Analizzando tutto il percorso dei nerazzurri fino a qui, Facchetti si dice decisamente soddisfatto: “Non mi aspettavo di vivere una cavalcata cosi’ entusiasmante verso la finale, arricchita dalle vittorie nel doppio derby in semifinale, che ha caricato ulteriormente i ragazzi. Il clima che ha accompagnato l’Inter fino a questo punto è molto positivo. Dagli ottavi di finale in poi, ha trovato l’equilibrio che è mancato fino a quel momento, le conferme in Europa dove ha offerto le prestazioni migliori, e ha recuperato giocatori come Brozovic e Lukaku, che è tornato a brillare”.
L’ultimo trofeo dell’Inter nella massima competizione europea risale al 2010, l’anno del Triplete, conquistato sotto la guida di Josè Mourinho: “Quell’anno era un obiettivo dichiarato, la società aveva ingaggiato lo Special One proprio per puntare alla vittoria della Champions League dopo 45 anni. Oggi non c’era la stessa aspettativa, inizialmente nessuno l’avrebbe mai immaginato come un traguardo reale e concreto. Una vittoria sarebbe ancora più soddisfacente rispetto a quell’anno per certi versi. E non credo nemmeno che l’Inter sia poi cosi’ sfavorita”.
Che cosa ci sarà più da temere degli uomini di Guardiola? “Tutto, è la squadra che ha speso più soldi per avere una rosa fortissima, e un allenatore tra i migliori al mondo. Sono anni che in Inghilterra incrementano i trofei, a loro manca solo la consacrazione finale. Sono obbligati a raggiungere quel traguardo per essere credibili fino in fondo. Il PSG, ad esempio, vince tutti i campionati ma in Europa non riesce mai a imporsi. Solo la Champions valorizza davvero un club, e permette a una squadra di essere realmente riconosciuta come vincente e dominante”.
n quale aspetto l’Inter potrebbe essere pericolosa, per contrastare un avversario cosi’? “L’Inter ha una difesa solida e compatta, anche gli esterni sono in ottima condizione, le armi per fare male ci sono, anche in attacco.” Ma soprattutto, Facchetti riconosce il valore dei giocatori non solo dal punto di vista tecnico, ma anche etico e morale, legato alle loro storie di vita e di sportivi: “Quello che mi rende fiducioso è che vedo in squadra un mix di giovani-maturi molto legati alla maglia. Penso a Bastoni, Barella, tanti italiani che hanno trovato consacrazione definitiva”.
“Anche chi ha qualche anno in più, come Darmian, imprescindibile, non lo toglieresti mai dal campo – continua – Dzeko cresciuto con la guerra in Bosnia ed Erzegovina; Acerbi che è guarito da un cancro, e che pur avendo subito tante polemiche, oggi è la colonna portante della difesa. Sono giocatori che sanno collocare il calcio nel posto giusto, un mix di energie molto interessanti, di atleti, di uomini, di persone, che mi dà molta fiducia, perché sembrano davvero molto uniti, non solo ‘di facciata'”. Dal punto di vista tecnico invece “Lautaro dopo il mondiale ha fatto un salto di qualità e maturità anche in termini di leadership e convinzione e Calhanoglu, dal suo arrivo all’Inter, è stato uno dei giocatori più continui”.
Sono ore di rifinitura per mister Inzaghi, per risolvere i dubbi di formazione. Sul reparto offensivo, secondo Facchetti Jr, “Lukaku è in gran forma, Dzeko forse ha la capacità di dare meno punti di riferimento, e magari all’inizio potrebbe rivelarsi una difficolta in piu’ per gli inglesi”. Un altro ballottaggio sembra quello tra Brozovic o Mkhitaryan: “Se l’armeno non si fosse infortunato, forse avrebbe potuto competere con Brozovic o comunque rappresentare un’opzione altrettanto valida. Credo quindi che giocherà il croato, che nella parte finale di campionato ha dimostrato di essere in gran forma”. Ad ogni modo, Facchetti ripone totale fiducia in Simone Inzaghi: “Io mi fido ciecamente di lui, mi fidavo anche i mesi in cui lo criticavano, a maggior ragione ora. Saprà capire chi schierare”.
Infine l’attore e regista 48enne si riaggancia alla fase iniziale del percorso europeo dell’Inter di questa stagione, con riferimenti anche al suo passato: “ricordo che al momento dei sorteggi dei gironi, con Barcellona e Bayern, tutti ci davano per spacciati. Cosi’ in quei giorni, io recuperai una foto, di quando da ragazzino giocavo in una piccola squadra di paese. Subivamo le ironie dei nostri amici in vista dei tornei estivi, perché non eravamo considerati un gruppo cosi’ valido. Ma puntualmente riuscivamo a sorprenderli e a vincere contro ogni aspettativa”.