AGI – Cinque tifosi fermati, otto poliziotti e due steward feriti, cinque auto danneggiate: è il bilancio della notte di follia a Brescia dopo il pareggio interno nel playout con il Cosenza che ha condannato le Rondinelle alla Serie C dopo 38 anni.
Degli agenti feriti, cinque sono del reparto di Padova e tre del reparto di Milano, uno quali è stato operato per la frattura a una gamba. Unanime la condanna per gli scontri. Il presidente della Lega di Serie B, Mauro Balata, in una lettera aperta ha parlato di violenza “ingiustificabile”: “Mi sento sconfitto”, ha affermato, “la sconfitta fa parte dello sport, ne è una componente essenziale. Deve essere accettata come un momento del percorso sportivo di ogni squadra, di ogni atleta, di ogni società”.
“Ancora una volta, evidentemente, dei criminali travestiti da tifosi confondono lo sport con la violenza”, ha denunciato il segretario generale del sindacato di Polizia Coisp, Domenico Pianese.
Il caos dentro e fuori lo stadio Rigamonti è scoppiato dopo il gol del pareggio del Cosenza al 95esimo, quando la gara è stata interrotta dall’arbitro Massa per il fitto lancio di fumogeni dalla Curva Nord e l’invasione di campo di diversi tifosi, uno dei quali avrebbe anche minacciato un giocatore con un coltello.
Le squadre sono rientrate negli spogliatoi mentre la polizia in tenuta antisommossa ha arginato gli ultras bresciani già sul terreno di gioco. La partita non è più ripresa ma attorno allo stadio si è scatenato l’inferno: l’auto del difensore bresciano Huard è stata danneggiata e incendiata e ci sono state sassaiole verso gli agenti schierati per impedire l’assalto ai tifosi del Cosenza rimasti dentro lo stadio fino all’una di notte.
Gli ultras hanno anche tentato invano di sfondare le porte di accesso agli spogliatoi dove si erano rifugiati anche alcuni parenti dei giocatori presenti in tribuna. Il prefetto di Brescia, Maria Rosaria Lagana’, ha parlato di “vergogna” mentre il questore, Eugenio Spina, ha assicurato che “si stanno valutando tutti i filmati per intervenire”.
Compresi i video girati dai tifosi. La sindaca, Laura Castelletti, ha condannato “le scene vergognose, che non c’entrano nulla con lo sport” e ha auspicato che “i responsabili vengano assicurati alla giustizia” anche a tutela della città che “proprio nell’anno di Capitale italiana della cultura, ha dato una pessima immagine di se'”.
AGI – Cinque tifosi fermati, otto poliziotti e due steward feriti, cinque auto danneggiate: è il bilancio della notte di follia a Brescia dopo il pareggio interno nel playout con il Cosenza che ha condannato le Rondinelle alla Serie C dopo 38 anni.
Degli agenti feriti, cinque sono del reparto di Padova e tre del reparto di Milano, uno quali è stato operato per la frattura a una gamba. Unanime la condanna per gli scontri. Il presidente della Lega di Serie B, Mauro Balata, in una lettera aperta ha parlato di violenza “ingiustificabile”: “Mi sento sconfitto”, ha affermato, “la sconfitta fa parte dello sport, ne è una componente essenziale. Deve essere accettata come un momento del percorso sportivo di ogni squadra, di ogni atleta, di ogni società”.
“Ancora una volta, evidentemente, dei criminali travestiti da tifosi confondono lo sport con la violenza”, ha denunciato il segretario generale del sindacato di Polizia Coisp, Domenico Pianese. Il caos dentro e fuori lo stadio Rigamonti è scoppiato dopo il gol del pareggio del Cosenza al 95esimo, quando la gara è stata interrotta dall’arbitro Massa per il fitto lancio di fumogeni dalla Curva Nord e l’invasione di campo di diversi tifosi, uno dei quali avrebbe anche minacciato un giocatore con un coltello.
Le squadre sono rientrate negli spogliatoi mentre la polizia in tenuta antisommossa ha arginato gli ultras bresciani già sul terreno di gioco. La partita non è più ripresa ma attorno allo stadio si è scatenato l’inferno: l’auto del difensore bresciano Huard è stata danneggiata e incendiata e ci sono state sassaiole verso gli agenti schierati per impedire l’assalto ai tifosi del Cosenza rimasti dentro lo stadio fino all’una di notte.
Gli ultras hanno anche tentato invano di sfondare le porte di accesso agli spogliatoi dove si erano rifugiati anche alcuni parenti dei giocatori presenti in tribuna. Il prefetto di Brescia, Maria Rosaria Lagana’, ha parlato di “vergogna” mentre il questore, Eugenio Spina, ha assicurato che “si stanno valutando tutti i filmati per intervenire”.
Compresi i video girati dai tifosi. La sindaca, Laura Castelletti, ha condannato “le scene vergognose, che non c’entrano nulla con lo sport” e ha auspicato che “i responsabili vengano assicurati alla giustizia” anche a tutela della città che “proprio nell’anno di Capitale italiana della cultura, ha dato una pessima immagine di se'”.