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Dakar 2017 “Mission” Partner. Telefono Unico? HardMadillos Extreme 4.7

Feb 6, 2017
Dakar 2017 “Mission” Partner. Telefono Unico? HardMadillos Extreme 4.7

DKR17 Mission. Uno degli aspetti più “inquietanti” della preparazione di una “missione” è la scelta della dotazione di serie. Dal cappellino di lana al trasmettitore di emergenza, tutto è oggetto di studi, analisi e comparazioni. Se possibile, test e, finalmente, scelta.

Ci sono attrezzature che si compongono quasi naturalmente includendo il backup, il “doppione” di emergenza. Un esempio è il corredo fotografico. Due corpi macchina reflex sono d’obbligo, e un terzo o addirittura quarto apparecchio di “scorta” arriva dalla mirrorless o dalla compatta. Per il telefono non c’è alternativa, vuol dire avere un secondo “device” sempre con sé, in valigia. In questo modo, tuttavia, si risolve solo una parte del problema, perché il caso di malfunzionamento o guasto può travolgere nella disgraziata situazione anche la SIM, la memoria, le registrazioni o i dati immagazzinati. Quest’anno, finalmente, abbiamo trovato una soluzione eccellente in una proposta italiana: HardMadillos Technologies.

È la compagnia bolognese che si è specializzata in telefoni portatili “heavy duty”, i cosiddetti “rugged” pensati, progettati e realizzati per operare in ambienti specificamente o genericamente difficili, siano essi di lavoro o del tempo libero. L’accostamento alla Dakar è venuto istantaneo non appena abbiamo sentito parlare dell’Azienda, e il supporto alla “sfida” della più dura e difficile Corsa del Mondo è stato istantaneo. Neanche un momento per pensarci, era il test ideale, quasi perfetto. Abbiamo raccolto la sfida nella sfida, e abbiamo portato con noi un solo telefono, rinunciando di proposito al backup.

Diciamolo subito: il test è stato superato al 100%, senza alcun intoppo operativo e con la magnifica, crescente sensazione di aver scelto lo strumento giusto, perfetto per questo tipo di operazioni. Tutto questo senza rinunciare a una sola delle caratteristiche del “telefonino”, ma anzi spingendo il suo utilizzo verso un limite sconosciuto… perché di fatto non trovato. Ecco di che si tratta.

In accordo con il proprietario di HardMadillos Technologies, abbiamo utilizzato il modello Extreme 4.7, uno smartphone con due caratteristiche essenziali e vincenti, la resistenza alle condizioni critiche di funzionamento, urti, polvere e acqua in particolare, e la compattezza. Pur essendo un completo apparecchio IP68, ovvero un anti shock e waterproof, “refrattario” a polvere, sabbia, fango e acqua, l’Extreme 4.7 resta uno telefono sottile, dunque non “invadente” ma anzi caratterizzato da una propria eleganza, e relativamente leggero. Una caratteristica extra, che non abbiamo utilizzato ma che potrà rendere l’Extreme 4.7 Telefono Dakar per eccellenza, e un must per i Motociclisti, è un software proprietario, “Uomo a Terra”, che in caso di immobilità orizzontale dell’apparecchio può essere impostato per inviare allarmi o messaggi, le coordinate geografiche o addirittura aprire automaticamente una conversazione in viva voce. pensate al potenziale in termini di sicurezza.

Il telefono, connesso 24 ore su 24, ha funzionato perfettamente in tutta la gamma di profili telefonici del Cono Sur fino all’LTE, collegandoci voce e dati al nostro mondo. Ci è servito inoltre da navigatore e da “studio televisivo portatile”

Avevamo bene in mente le caratteristiche del “telefonino” che ci erano indispensabili. Doppia SIM (in tre Paesi più il nostro sempre in linea è una condizione telefonica essenziale se non si vuole diventar matti avanti e indietro con le schedine) e autonomia, dando per scontate le caratteristiche “telefoniche”. In più volevamo utilizzarlo anche per “girare” dei video istantanei, e spedirli immediatamente. Avevamo bisogno, dunque, anche di una buona fotocamera. Stefano Giuliani, l’appassionato proprietario di HardMadillos, ci ha immediatamente tranquillizzato, prima di tutto scaraventando lontano il telefono, con una nonchalance che ha lasciato allibiti gli avventori della trattoria dove ha mandato in scena la eloquente “fiction”, e poi informandoci sobriamente: “L’Extreme 4.7 è un buon telefono pensato e realizzato rugged, non un apparecchio “normale” dotato di una protezione accessoria. Tranquillo, ha anche una buona fotocamera. Non una di quelle doppie o superlative ultimo grido, ma con un buon sensore e, soprattutto, una buona lente”. Questo aspetto della conversazione ci ha convinti definitivamente. Non si trattava di pubblicità, ma la sensata, obiettiva considerazione di un prodotto dedicato a un mondo a parte. Forse dedicato a una nicchia, ma sicuramente importante perché, di fatto, impossibilitata a scendere a compromessi e quindi non “buggerabile” dalla tradizionale “opera” pubblicitaria.

Abbiamo vinto. Il telefono, connesso 24 ore su 24, ha funzionato perfettamente in tutta la gamma di profili telefonici del Cono Sur fino all’LTE, collegandoci voce e dati al nostro mondo. Ci è servito inoltre da navigatore e da “studio televisivo portatile”, come si diceva in Ritorno al Futuro di fronte all’innovazione tecnologica di allora, è finito nell’acqua, sotto la pioggia e nel fesh-fesh. Non ha mai fallito e non è mai arrivato alla riserva di batteria. Due cose bisogna saperle, l’Extreme 4.7 ha bisogno di cavi e cuffie “suoi”, e ha un livello attenuato di sensibilità microfono e altoparlante esterno, tutto a causa della “scafandratura”, e una, importante, possiamo mandarla a memoria: dal livello del mare ai 5.000 metri della Ande, con +45 e -10 gradi, sotto i dardi del sole o tra i pesci, il Telefono non ha fatto, come si dice “tecnicamente”, una grinza. Morale, continua a starci in tasca anche dopo la “missione”.

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