• 26 Novembre 2024 15:36

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In Italia solo il 37,1% dei single lo è per scelta

Mag 24, 2023

AGI – Essere single è una scelta personale per più di un terzo dei single (37,1%) ma per molti (62,9%) rimane una scelta obbligata da altri fattori. E’ quanto emerge dal 35mo Rapporto Italia di Eurispes, dal titolo ‘Il dovere di avere coraggio’. I single riferiscono di essere giudicati fortunati perché liberi (22,9%), avvantaggiati economicamente (23,8%) e di carattere difficile (24,1%).

Il 47% dei single non ha mai difficoltà a trovare al supermercato prodotti alimentari monoporzione o in piccole quantità anche se il 53% riferisce di riscontrare questo problema almeno qualche volta, spesso o addirittura sempre.

Alla maggioranza (51,8%) non è mai capitato di dover sostenere costi elevati viaggiando in solitudine.

Genitori e figli

Per gli intervistati del Rapporto Eurispes diventare genitore ha significato soprattutto rinunciare a coltivare i propri interessi e svaghi (52,5%), si fanno rinunce di tipo economico (51,7%) e si sacrifica il tempo con gli amici (51,2%). Vengono penalizzati anche la cura personale (50,8%) e il rapporto di coppia (50,1%).

Ben oltre la metà dei genitori (84,8%) sente di aver incoraggiato i propri figli ad avere un rapporto aperto e basato sulla condivisione di sentimenti ed emozioni; ma non manca chi, il 67,9%, ha stabilito un rapporto autoritario, con regole chiare e definite da rispettare e chi (62,3%) afferma di utilizzare il mezzo della punizione per far rispettare le regole, laddove necessario.

I genitori (68,6%) desiderano che i propri figli raggiungano traguardi che loro stessi non hanno potuto raggiungere. Inoltre con la nascita del proprio figlio, alcuni indicano di essere stati travolti dall’ondata emotiva che caratterizza il periodo iniziale, generando tensione e nervosismo nella coppia (43,3%).

L’ombra del burnout

Carichi troppo pesanti di lavoro (44,3%) e mancanza di tempo per se stessi (39,2%) sono i disagi più diffusi tra i lavoratori. La sindrome da esaurimento professionale, nota anche con l’anglicismo sindrome da burnout, allunga la sua ombra sui lavoratori italiani. A pesare sono poi i rapporti conflittuali con i superiori (34,9%), le difficoltà nel conciliare lavoro e famiglia (34,3%), negli spostamenti casa-lavoro (33,6%), l’assenza di stimoli professionali (31,2%); inoltre circa il 30% degli interpellati lamenta rapporti conflittuali con i colleghi oppure malessere psicofisico associato al lavoro.

Il 27,4% soffre l’insicurezza del posto di lavoro, il 26,2% ritiene che i propri diritti siano scarsamente tutelati e circa il 26% è preoccupato dalla precarietà del contratto; quasi un quarto (23,6%) sperimenta l’irregolarità nei pagamenti.

In compagnia di un pet

Un terzo degli italiani accoglie in casa un animale, ma il trend è in discesa. Secondo l’Eurispes, il numero di italiani che dichiarano di possedere un animale domestico è del 32,7% (-5% rispetto al 2022). Gli animali preferiti dagli italiani restano i cani (42%) e i gatti (34,4%). Il 18,7% di chi ha un animale in casa dichiara di spendere meno di 30 euro al mese per i propri pet, percentuale che sale al 28,4% nella fascia di spesa compresa tra 31 e 50 euro e al 33,2% nella fascia 51-100 euro. Il 12,1% spende una cifra compresa tra i 100 e i 200 euro al mese, mentre solamente il 3,2% spende tra i 200 e i 300 euro mensili.

Tra le voci di spesa, quelle dove si tende a spendere di più sono legate alla salute e all’alimentazione. Diversi i tagli effettuati per affrontare le spese per i pet: c’è chi acquista cibo meno costoso (35,8%), chi rinuncia ad adottare un nuovo animale (36%), ma anche chi sceglie di rinunciare a cure o interventi chirurgi (28,5%) o ridurre le visite veterinarie (26,3%).

Il 14,7% degli intervistati ha pensato di utilizzare un cimitero virtuale per il proprio animale; il 13,1% ha preso in considerazione l’ipotesi di venir seppellito insieme e l’11,9% di ricorrere ad un funerale online nel momento in cui il proprio animale domestico dovesse venire a mancare.

Il cane tra gli eredi

Un italiano su cinque (20,2%), tra chi possiede almeno un animale domestico, ha seriamente preso in considerazione l’ipotesi di destinare una parte della propria eredità a quest’ultimo ma anche di trovare sepoltura insieme al proprio pet. 

A letto con il cellulare

L’indagine ha registrato un aumento dell’utilizzo da parte degli italiani del telefono a letto, al risveglio o prima di dormire (73,3% rispetto al 59,2% nel 2018). Anche l’uso del telefono a tavola è oggi ancora più diffuso, sia quando si è da soli (dal 58,2% del 2018 al 64,4% del 2023) sia quando si è in compagnia (dal 31,6% del 2018 al 33,9% del 2023). Cresce inoltre il numero delle persone che utilizzano il telefono quando si trovano ferme ai semafori (dal 30,6% al 32,7%), o alla guida (dal 23% al 28%). In molti continuano a usare il telefono camminando (dal 54,3% nel 2018 al 55,1% nel 2023).

Quanto ai ragazzi, per il 34,8% degli italiani devono ricevere uno smartphone il più tardi possibile. Per il 22,6% invece il range di età adatto per fornire uno smartphone è quello compreso tra i 14 ed i 15 anni, mentre il 16,6% dai 16 anni. 

Whatsapp è il social più usato

Il social network più utilizzato dagli italiani di tutte le fasce d’età è WhatsApp preferito dal 73,9% del campione preso in esame da Eurispes. La ricerca evidenzia che Facebook viene utilizzato dal 67,5% della popolazione, Telegram (34,4%) e Twitter (25,9%).

Per quanto riguarda, invece, le piattaforme di condivisione multimediale per gli italiani utilizzano YouTube (59,2%), seguito da Instagram (46,8%) e TikTok (26,5%). Il 23,2% degli italiani riferisce di usare Linkedin, un social molto legato alla professione e al lavoro. Sono di meno i fan di Pinterest (18,4%) e di Snapchat (11,7%). Tinder, Meetic, Badoo, ecc., interessano il 10% dei rispondenti, e una quota simile si collega su Onlyfans (9,7%). 

Dallo studio emerge che gli italiani decidono di iscriversi a uno o più Social network: per passare il tempo (23,5%), mantenere i contatti con i propri amici (21,4%), tenersi informati su argomenti ed eventi
di proprio interesse (18,1%).

Il 69% degli intervistati ritiene che l’uso dei social network possano incidere negativamente sulle interazioni sociali, il 66,6% dei solleva la questione della dipendenza digitale, il 68,8% mette l’accento sul fatto che i Social contribuiscono alla
diffusione delle fake news e il 66,3% li ritiene pericolosi per la privacy.

Per gli italiani la navigazione in anonimato, può incoraggiare comportamenti aggressivi, offensivi e intimidatori (66,9%). Infine, per gli italiani l’uso dei Social: è utile per il lavoro (64%); favorisce atteggiamenti razzisti e discriminatori (63,4%); deve essere regolamentato e sottoposto a maggiori controlli (56,2%); deve essere consentito solo ai maggiorenni (51%); stimola la creatività (47,8%). Per il 45,8% deve essere invece completamente libero e senza censure.

Boom di Gratta e vinci

Il 21,3% degli italiani afferma di partecipare a giochi con vincita in denaro, mentre il 78,7% dichiara di non farlo mai. In dettaglio: il 12% gioca solo dal vivo, il 4,2% solo online, il 5,1% in entrambi i modi. Il gioco con vincita in denaro complessivamente più popolare in Italia è il Gratta e vinci: solo il 15,3% non ci gioca mai. 

Tra i comportamenti a rischio, la maggioranza dei giocatori afferma di non aver mai avuto la sensazione di trascorrere troppo tempo giocando (52,3%), a oltre un terzo (34,7%) è invece capitato qualche volta, al 9% spesso, al 3,9% addirittura sempre. Il 56,3% non ha mai la sensazione di spendere troppo denaro giocando, mentre ad un terzo (32,9%) capita qualche volta, al 6,5% spesso ed al 4,4% sempre.

Preoccupante il 26,8% di chi ha chiesto un prestito per giocare. Il 38% dei cittadini (erano il 26,9% nel 2019) ha conoscenza diretta o indiretta dell’esistenza di circuiti di gioco illegale: quasi un terzo (31,6%) ne è a conoscenza ma non ne ha mai preso parte, il 6,4% ha anche partecipato. 

 

 

 

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