AGI – Due ‘colpi’ li avevano già portati a termine nel Napoletano, e ne stavano pianificando uno milionario in Belgio. I carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno dato esecuzione a una misura di custodia cautelare in carcere a carico di 6 persone indagate per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine. Le due rapine nel territorio della provincia di Napoli erano state compiute con la tecnica chiamata del filo inverso, con i ‘filatori’ che seguono la vittima segnalata da un complice al’interno dell’istituto di credito, un tempo con un filo di cotone colorato o bianco sul retro della giacca o del cappotto.
Per la rapina in Belgio, la banda stava acquistando maschere professionali in silicone per coprirsi il volto come i rapinatori in ‘Point Break‘.
Per il progetto di rapina milionaria in Belgio, la banda aveva già un basista in Romania, a Bucarest, e aveva acquistato da un laboratorio teatrale quattro speciali maschere in silicone, del valore di circa 500 euro ciascuna, che consentono di attribuire in modo realistico a chi le indossa i tratti somatici di una persona diversa.
La modalità di azione del gruppo prevedeva che, in una fase preliminare al ‘colpo, venissero individuati i potenziali bersagli, imprenditori, commercianti o agenti di commercio, soliti versare denaro contante presso istituti di credito o trasportare preziosi. Poi il ‘filatore’ studiava le abitudini della potenziale vittima per calendarizzare i giorni in cui veniva abitualmente effettuato il versamento di denaro presso l’istituto di credito.
Scelto il giorno, l’azione era repentina e con l’uso di armi da fuoco, prima che la vittima depositasse il denaro o consegnasse i preziosi. La banda venne individuata come responsabile di due rapine aggravate compiute con tale modalità grazie al monitoraggio dei veicoli dei suoi componenti con il sistema di localizzazione Gps, alle intercettazioni ambientali e ai servizi di osservazione e pedinamento dopo le denunce e i racconti dei rapinati.
La prima rapina a Casoria, il 13 aprile scorso ai danni di un agente di commercio che trasportava gioielli e preziosi di particolare valore; i ‘filatori’, a bordo di un’auto lo avevano pedinato, si erano messi all’esterno di una gioielleria di Frattamaggiore mentre la vittima si trovava al suo interno, fornendo informazioni sui suoi movimenti agli altri. Una volta raggiunta, i rapinatori a bordo di una moto Yamaha Fazer l’avevano minacciata puntando una pistola all’altezza del petto, costringendola a consegnare lo scooter al cui interno era riposto uno zaino con argenti, argenti con pietre e vetri del valore complessivo di 1.500 euro, nonché un tablet.
La seconda rapina sempre a Casoria tre giorni dopo, ai danni di un imprenditore in procinto di versare in banca l’incasso delle proprie attività. L’uomo fu seguito dai ‘filatori’, a bordo di una vettura, da San Nicola La Strada, a Volla e Pomigliano d’Arco, mentre riscuoteva gli incassi di una nota catena di negozi di detersivi e casalinghi, per depositarli in un istituto di credito. I loro complici che, a bordo di una Yamaha T-Max, nei pressi dell’istituto di credito, minacciarono l’imprenditore con una pistola, puntandola alla testa, e aperto la portiera posteriore della sua auto per prendere lo zaino con 10.940 euro pari all’incasso complessivo dei negozi, altri 150 euro ed effetti personali.
Le intercettazioni ambientali hanno raccolto i dialoghi degli indagati proprio nei momenti immediatamente antecedenti alle rapine, nei quali si scambiavano informazioni sulla collocazione della vittima, su cosa la stessa avesse con sè e su dove avesse collocato lo zaino contenente il denaro o i preziosi. La banda aveva pianificato anche un altro ‘colpo’ a Volla ai danni di un commerciante di generi alimentari, che avevano iniziato a pedinare, scambiandosi informazioni sulla strada percorsa dalla vittima e sulle relative soste. La rapina, tuttavia, non andò a buon fine perché la vittima, dopo aver effettuato una sosta, ha proseguito per una strada diversa da quella che il gruppo si aspettava.
In un video degli investigatori si vede la seguenza della prima rapina, da quando la banda parte dal covo, alcuni indagati in una Opel Astra, uno a bordo di una moto. Il filatore, che usa stampelle, monitora la vittima mentre è in una gioielleria, fino a quando riprende il suo scooter e parte, seguita subito dai rapinatori in macchina e moto. Una seconda auto, una Fiat Panda, svolta sulla strada per tallonare la vittima. Infine, la banda, dopo aver compiuto il ‘colpo’, rientra alla base.