Da 10 anni chi ha viaggiato sui treni interregionali ha pagato di più di quanto avrebbe dovuto.Assoutenti ha stimato che in alcuni casi si è arrivati al 33% in più rispetto alla tariffa corretta. La responsabilità? Un algoritmo sbagliato e l’indifferenza delle Regioni, che – ha confermato a Tom’s Hardware il presidente dell’associazione Furio Truzzi – potrebbe essere considerata ai limiti del dolo.
I pendolari della tratta Torino-Milano pagano 159,10 euro ma avrebbero dovuto limitarsi a 126 euro. Quelli di Ancona-Pescara pagano 145,50 euro, 36 euro in più rispetto al calcolo corretto.
L’anomalia però non riguarda solo queste zone bensì tutta la penisola. E detta tutta se per gli abbonati è facile dimostrare quanto hanno pagato nel tempo, per quelli saltuari è difficile pensare che abbiano conservato i biglietti dei loro viaggi.
“Preferiremmo un tavolo di confronto invece che prendere la via del giudice di pace”, ha spiegato Truzzi di Assoutenti. Secondo Trenitalia si parla comunque complessivamente di 70mila viaggiatori danneggiati, di cui 7 mila abbonati (in Italia complessivamente i pendolari sono 480mila) pari al 2% del mercato.
La vicenda è giunta a una svolta quando Assoutenti è riuscita a trovare un accordo con Trenitalia, che ha riconosciuto la necessità di correggere il sistema di tariffazione nel rispetto degli accordi pluriennali siglati con le Regioni.
“L’azienda condivide il disagio e le recriminazioni dei comitati pendolari che lamentavano il fatto che con l’algoritmo applicato gli abbonamenti sovraregionali arrivano a costare fino al 33% in più di quanto dovrebbero essere tariffati “, si legge nella nota dell’azienda.
La questione è stata già segnalata alla Commissione Trasporti della Conferenza delle Regioni e quindi si attende una prossima riunione che possa risolvere l’empasse.
Già, ma come è stato possibile? Di fatto le singole Regioni hanno siglato singoli accordi con Trenitalia, dopodiché la tariffa finale sembra non considerare – come avrebbe dovuto – almeno due parametri. Da una parte la somma reale delle tratte e dall’altra la progressione dell’abbattimento tariffario in relazione ai chilometri percorsi.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome dovrà farsi carico degli eventuali esborsi poiché sono gli enti locali quelli che per legge fissano la formulazione e applicazione delle tariffe.
L’amministratore delegato Barbara Morgante di Trenitalia e il direttore del trasporto regionale Orazio Iacono concordano sul fatto che i viaggiatori abbiano ragione da vendere, ma anche che la riduzione dell’introito dovrà essere coperto da un altro soggetto.
“Ci aspettiamo, da aprile, il riallineamento tariffario. In caso contrario segnaleremo tutto all’Autorità di regolazione dei trasporti e alle Procure per l’eventuale individuazione di reati e nel contempo manderemo decine di migliaia di viaggiatori dai giudici di pace con in mano gli abbonamenti pagati dal 2007 a oggi a un prezzo superiore al dovuto. Le Regioni rischierebbero un esborso nei confronti dei viaggiatori molto più elevato rispetto a quanto Trenitalia vuole le sia garantito”, ha dichiarato Enrico Pallavicini, portavoce dei comitati pendolari di Assoutenti.
“Non è un errore, e non l’abbiamo fatto noi“, ha dichiarato Iacono. La responsabilità sarebbe stato commesso nel 2007 durante la Conferenza Stato Regioni”. L’algoritmo teneva conto di una serie di “fattori concreti e giusti” che però “sono stati superati nel tempo”.
Ad esempio “le tariffe regionali sono cresciute troppo poco mentre quelle sovraregionali, regolate dall’algoritmo, sono salite di più”. Insomma l’algoritmo non è stato aggiornato ma non avrebbe potuto farlo Trenitalia, secondo il dirigente.
“I comitati dei pendolari hanno segnalato a Trenitalia la questione dalla seconda metà del 2015, ma nessuno si è mai fatto carico del problema. Siamo stati noi a prendere in mano le storture dell’abbonamento sovraregionale e portarla alla commissione Trasporti della Conferenza Stato-Regioni”, ha puntualizzato Iacono.
La contrattazione sulle tariffe regionali e sovraregionali – le seconde si stabiliscono a febbraio e agosto – è ripartita. “Le tariffe regionali sono basse, tra le più basse d’Europa. Se in molte regioni non saranno alzate non potremo portare treni nuovi, garantire più comfort, migliorare il servizio. Ma le tariffe, ribadiamo, le fanno le Regioni”.
“Per quanto ingiustamente estorte non sono andate a far ingrassare interessi privati”, ha sottolineato Truzzi. “Questo plus ha ammortizzato una parte dei contributi delle Regioni che sono stati spesi”.
“Il tema è quello dell’equità futura, per il passato speriamo in un accordo equo”.