AGI – “Romagna, Romagna mia, lontan da te non si può star”. Tra le strade di Cesena risuona l’inno romagnolo per eccellenza tra chi sta spalando il fango dopo la terribile e tragica esondazione del fiume Savio. La canzone è intonata in gruppo da centinaia di persone, giovani e meno giovani, che armati di pale, vanghe e stivali di plastica stanno sgomberando e liberando le strade invase dalla melma o aiutando chi ha bisogno a liberare i locali allagati.
Questo accade non solo a Cesena ma in tutte le città alluvionate come Forlì, Faenza e in tutte le altre decine di borghi, anche antichi. Durante il giorno e alla sera sono centinaia gli esercenti che offrono gratuitamente ristoro a chi è al lavoro. Anche i fast-food sono aperti e alla sera sono ritrovo di centinaia di giovanissimi che, sporchi di terra e fango, sembrano celebrare una sorta di rito collettivo che pensa al domani. E c’è da scommettere che Secondo Casadei, da lassù, sta intonando anche lui le note del famoso brano tra i più famosi del mondo.
Chiara Signani, 18 anni, di Cesena