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Cancro, a Bologna un discepolo del dottor Hamer

Set 5, 2016

Il metodo del tedesco Ryke Geerd Hamer, che vede le malattie come generate da uno shock anche psicologico, i virus e i batteri come “assistenti” guidati dal cervello e il tumore come un conflitto che il corpo a volte risolve da sé, ha anche a Bologna un esperto e seguace. Diego D’Onofrio, che ha uno studio in centro a Bologna e organizza molti corsi e seminari sul metodo ribattezzato “Nuova medicina germanica”, però mette in guardia sul sito: “Non essendo laureato in medicina o psicologia, io non curo né guarisco nessuno se non me stesso. Insegno come prendersi cura di sé “.

In queste ore il metodo Hamer è sotto i riflettori, dopo la morte di una donna di 34 anni di Rimini, Alessandra, che aveva rifiutato la chemioterapia dopo la scoperta del tumore. Le sue scelte maturate pare dopo lunghe ricerche sul web discendevano dalla convinzione che “le case farmaceutiche non creano cure, ma clienti”. Pochi giorni fa era morta anche una ragazza diciottenne, Eleonora Bottaro, dopo aver rifiutato le cure per la leucemia. Il metodo Hamer del resto è molto discusso, trova alcune persone conosciute tra i suoi sostenitori come Eleonora Brigliadori che in un’intervista di qualche anno fa sosteneva di essere guarita da un tumore senza chemioterapia, e nell’ambiente della medicina non convenzionale è conosciuto da tempo. Basti pensare che già 10 anni fa, nel 2006, alla fiera “Sana” una videoconferenza di Hamer in cui presentava le sue 5 leggi biologiche fece il tutto esaurito.

D’Onofrio, che si definisce “salutesperto” e “ricercatore del divino”, organizza seminari sul tema un po’ in tutta Italia, con tariffe che vanno dai 33 ai 100 euro. Il 6 maggio scorso a Granarolo ad esempio ha tenuto l’incontro dal titolo “liberi dalla paura delle malattie con le 5 leggi biologiche del dottor Hamer” e il 12 giugno era nelle Marche con materiale che “ricalca fedelmente il lavoro e gli studi del dottor Hamer”, integrato poi da studi di naturopatia e fitoterapia.

Intanto il mondo della medicina tradizionale si interroga sul fenomeno . “Mi sembrava che fosse un problema superato, diminuito dopo il caso della terapia Di Bella – dice il direttore dell’unità di radioterapia del Sant’Orsola, professor Alessio Morganti – credo ci vorrebbe più informazione, a tutti i livelli, per sapere che la scienza fa grandi progressi in questo

campo”. Per il presidente dell’Ordine dei medici, Giancarlo Pizza, è “fuori da ogni logica pensare di curare neoplasie con terapie di questa natura”. Esiste un registro di medici che praticano anche terapie non convenzionali. “Bisogna rivolgersi a medici, laureati e abilitati alla professione – dice – che hanno l’esperienza e la competenza per fare proposte, anche di terapie complementari, tali da non nuocere al paziente. La prima regola in assoluto”.

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