• 26 Novembre 2024 12:44

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Allagamenti e siccità. Come si sta preparando l’Italia? Tre domande

Mag 16, 2023

Oggi, per l’ennesima volta, persone che per decenni credevano di essere al sicuro hanno visto la propria vita improvvisamente interrotta da piogge catastrofiche. La triste ironia è che tutta quest’acqua non garantisce un’estate senza scarsità. Ciò che cade in pochi giorni quando non serve, non sostituisce l’acqua che ci serve quando non basta. La siccità è ancora un rischio reale

      

Detto questo però è facile lasciarsi andare a recriminazioni indistinte, come se la responsabilità fosse sempre e solo degli amministratori che non hanno gestito fossi o tombini. Non è così. Sappiamo da tempo che i cambiamenti climatici avrebbero prodotto periodi più lunghi di scarsità e precipitazioni sempre più erratiche e intense. Come tutti i paesi ricchi, l’Italia era riuscita a eliminare quasi tutti gli eventi estremi grazie a oltre un secolo di investimenti in bonifiche, infrastrutture, argini e altro. Ma come si è ampiamente visto nell’ultimo anno, quegli eventi estremi hanno cambiato natura.

    
Le soluzioni che bastavano vent’anni fa non bastano più. Ma il sintomo di un paese capace e resiliente non è l’assenza di catastrofi, ma la capacità di gestirle e recuperare da esse. Nel rischiosissimo e ultra-ingegnerizzato Giappone, 8 milioni di persone furono evacuate nel 2018 a causa del tifone Prapiroon. Il successo, se si può parlarne come tale, fu nel fatto che si persero cose e non persone, che ciò che si perse poté essere rimpiazzato e, soprattutto, che nonostante le dimensioni dell’impatto, il costo per l’economia nazionale non fu irrecuperabile. Lo stesso deve imparare a fare l’Italia a fronte di un paesaggio che eccede le nostre difese. Il governo e il nuovo commissario per la siccità, armati di miliardi di euro del Pnrr, hanno quindi un’agenda chiara

 

Tre domande: Quali sono i primi dieci territori e attività a rischio che, se soggetti a interruzione per più di una settimana, costituirebbero un danno economico nazionale, e quanto costa metterli in sicurezza? 

Qual è la lista dei 90 territorio prioritari in Italia che, per valore e rischio, richiedono interventi preventivi da farsi nei prossimi tre anni, e quanto costa sistemarli? 

 
Infine, come assicurarsi che il resto del paese abbia piani di gestione dell’emergenza adeguati e risorse per recuperare? 

 
Il fallimento del governo e del suo commissario non si misurerà nell’assenza di catastrofi, ma nell’incapacità di compilare e implementare la lista di azioni che derivano da queste tre domande.

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