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L’alleanza tra la preside e il questore per i giovani di Palermo

Mag 4, 2023

AGI – Romagnolo, agglomerato di palazzi e storie con vista sul mare e sulla borgata palermitana di Brancaccio. Qui, come in altre periferie, la scuola è tassello formidabile di un puzzle che compone il patto sociale a favore dei più giovani che è antidoto e risposta al degrado, all’isolamento, al disagio sociale, alla devianza, esercitando una creatività operosa e l’attitudine alla cura e al progettare futuro. Margherita Maniscalco è da quattro anni la dirigente scolastica del Cavallari: 10 sezioni di scuola per l’infanzia – “con tutti i bimbi presenti”, spiega, “perché qui la scuola è un servizio che incontra anche le necessità delle mamme che tentano di far quadrare i conti con lavori semplici” – e 24 classi di scuola primaria. Dal maggio 2022 dirige pure il superiore Ferrara, in tutt’altra zona, nel quartiere Tribunale-Castellammare. In totale oltre 1200 studenti. 

SE LA CAMPANELLA SUONA PRIMA. LA CURA

La scuola apre cancelli e attività “prima del calendario regionale”, aggiunge Maniscalco, “perché più il portone di una scuola è aperto, più si chiude quello delle carceri, togliendo manovalanza alla criminalità”. A questo dialogo con AGI e con il periodico dell’Arcidiocesi di Palermo Poliedro partecipa – a riprova di una alleanza educativa che esiste nei fatti – anche il motivatissimo questore Leopoldo Laricchia: “A fronte di un disagio giovanile, la cura è il fondamento di tutto”, dice convinto: “E’ il compito di ogni operatore sociale. E io mi ritengo tale come tutti coloro che hanno un ruolo nelle istituzioni e nella società”.  

ALLEANZA EDUCATIVA

La povertà, il disagio, lo smercio di droga sono certamente presenti, “e il reddito di cittadinanza è stato un importante aiuto ai nuclei familiari”, conferma la preside di Romagnolo. La chiave in grado di aprire nuovi percorsi è proprio questo “patto sociale” di cui sono parte “la scuola, le forze dell’ordine che collaborano strettamente, il terzo settore, le associazioni”. Insieme hanno messo in campo iniziative di significativo impatto: “I genitori aiutano i genitori”, a esempio, con la raccolta di beni di prima necessità. Una catena solidale sostenuta dai ragazzi, che ha funzionato alla grande durante la pandemia, quando la scuola è diventata hub vaccinale, e che continua a svolgere un ruolo. “Nel tempo il quartiere ha riconosciuto il valore della figura dirigenziale”, assicura Margherita Maniscalco, “un ruolo che non è autoritario, ma ha una impronta di partecipazione e garanzia del successo formativo che ha portato ad avere al Cavallari una dispersione pari a zero”.

IL CRACK E LA MAFIA

Ragiona il questore Laricchia: “Questa è una città in cui una buona fascia della popolazione vive alla giornata e i genitori si dedicano come possono ai figli che stanno spesso sulla strada”. Da sola la famiglia “non riesce a intercettare questo disagio tra i giovanissimi che sulla strada trovano la droga, un grande business di Cosa nostra”. Il crack è devastante “e di facile reperimento”, ma diffusi sono anche l’hashish, la marijuana. “I ragazzi di 11-12 anni lasciati per strada – avverte il questore – in certi contesti sono indotti a provare queste sostanze e sono una facile preda”. Ballarò, Sperone e Zen sono le principali piazze di spaccio dove sono continui gli arresti di pusher e trafficanti.

Ma non basta. Bisogna anche ridurre il consumo e quindi aumentare la consapevolezza che oggi è più matura per Laricchia che sottolinea come stiano “finalmente partendo progetti di vicinanza delle istituzioni sanitarie sul territorio, concertati nei tavoli prefettizi: Comune, Asp, scuola, con la stretta collaborazione delle forze di polizia: questa è la grande alleanza che serve. Occorre stare con i camper nelle piazze di spaccio, che ci sia una voce alternativa a quella degli spacciatori, venditori di morte”. 

LA VELA DELLA LEGALITA’

Di “lavoro sinergico” parla pure la dirigente scolastica, allo scopo di animare il territorio con seminari organizzati con associazioni come Genitori connessi, con flash mob che hanno visto studenti piccoli e grandi delle due scuole, docenti e genitori occupare la strada per parlare di prevenzione, violenza sulle donne; con attività pomeridiane in grado di interessare i ragazzi come gli scacchi e il teatro, feste della legalità, il Giardino della legalità, progetti di rigenerazione ambientale, bonifiche del litorale di Romagnolo, fino ai giri in barca a vela collegati alla cura del quartiere. 

In questo modo la scuola diventa una leva eccezionale. Al Cavallari – spinto da Margherita Maniscalco – è nato un grosso gruppo di mutuo aiuto di mamme, affiancate da figure come il legale, lo psicologo, il pedagogista, l’assistente sociale. Opera uno sportello che sostiene nella denuncia di soprusi e maltrattamenti. Periodicamente si incontrano le “Mamme in progetto” che affrontano tematiche complesse, di vita quotidiana, di esercizio della cittadinanza, di disabilità dei figli. Un processo attivato anche al Ferrara che insiste nel centro storico dove le questioni sono altre e il 30% degli studenti è straniero, originario di Paesi come Senegal, Ghana, Marocco e Turchia; tra gli strumenti i laboratori, lo sportello di ascolto con uno psicologo. Si trova in un’area tra le vie Roma e Maqueda dove anche i giovanissimi fanno uso di droghe ed è stato chiesto alle forze dell’ordine un controllo del circondario.

BABY GANG E LA MOVIDA DEL BRANCO

Una zona questa, evidenzia il questore, segnata dalle bande di ragazzi. Le baby gang in Italia “sono diventate una emergenza subito dopo la fine del lockdown”. A Palermo ne è stata smantellata una dalla polizia di Stato con 11 custodie cautelari a carico di minorenni o appena maggiorenni, nel luglio 2022. E’ il caso di Arab zone90133, il nome del profilo Instagram, con tanti follower, utilizzato per divulgare gli atti criminali: ragazzini palermitani, ma immigrati di seconda e terza generazione, che avevano concepito questa forma di controllo del territorio attraverso rapine, furti in appartamento e azioni violente per imporre la propria volontà.

Il fenomeno spiega Leopoldo Laricchia, “non è più riapparso come associazione criminale minorile, mentre sono diffusi i comportamenti di branco”, soprattutto nel centro storico e nei luoghi della movida: “Si danno a bravate che possono sfociare in atti violenti e talvolta criminali. Tutto ciò è accompagnato spesso dal consumo di droghe e dall’uso smodato e illecito di alcol. “Questo – rimarca – è uno dei temi su cui prestiamo estrema attenzione, collegato al salto deontologico che deve fare il commercio di somministrazione che in vari casi per guadagnare è pronto a vendere alcol anche a ragazzini di 12 e 13 anni, con gravi danni fisici e l’esplosione di una violenza priva di causa che sfoga tutto quello che c’è dietro il disagio, la rabbia sociale, il sentirsi in un contesto privo di attenzione, di guida, di amore”. Ecco perché le risposte, conclude il questore, “non possono che essere la cura e quel patto sociale che ci vede tutti dalla stessa parte per il bene e il futuro dei più giovani”.

 

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