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G20, l’appello delle istituzioni Ue: “Sui migranti l’Europa è al limite, l’emergenza sia un problema globale”

Set 4, 2016

L’Europa è al limite della sua capacità di accogliere i profughi e l’emergenza deve diventare un problema per i grandi del mondo. E’ l’appelo lanciato dal pulpito di Hangzhou dai vertici delle istituzioni europee. “La comunità del G20 – ha detto il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk – deve iniziare a condividere la responsabilità del fenomeno: ci sono 65 milioni di persone in fuga nel mondo e 4 milioni quelli che hanno dovuto lasciare la propria casa nella sola Siria”. “Dobbiamo discutere la questione dei rifugiati a questo tavolo dei leader del G20”, ha aggiunto il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, nel briefing prima dell’inizio dei lavori. “La commissione sta lavorando nella preparazione di un ambizioso piano di investimenti esterni, usando fondi pubblici per attrarre capitali privati. Dobbiamo combattere contro le rotte dei migranti, nei Paesi di transito, e questo è il motivo per cui abbiamo deciso di estendere il nostro piano al mondo esterno”.

Il Ttip non va in archivio – L’emergenza migranti è stato uno dei temi principali dell’intervento di Juncker poco prima del via ufficiale del vertice. Juncker ha parlato poi del Ttip, precisando che la vicenda non è chiusa e che l’Ue continuerà a negoziare con gli Usa. L’Ue, ha detto Juncker, continuerà i negoziati con gli Stati Uniti sul Trattato transatlantico sul libero scambio e il mandato della Commissione europea in materia rimane pienamente valido. Senza far riferimento espresso alle critiche espresse dai governi francese e tedesco, Juncker ha detto che il Ttip avrà “impatto positivo” per l’economia e l’impiego.

Il caso Apple – Altro tema su cui il presidente Ue si è espresso è stata la polemica a distanza tra Washington e Bruxelles sul caso fisco-Apple: la decisione europea di obbligare il gruppo americano a rimborsare all’Irlanda più di 13 miliardi di euro è “fondata sui fatti” e “non è diretta contro gli Stati Uniti”, ha ribadito Juncker. “Noi applichiamo le regole secondo i fatti e la legislazione”, ha dichiarato a margine del G20 di Hangzhou, facendo notare che Apple ha beneficiato di “vantaggi fiscali” indebitamente accordati da Dublino e che scegliere questo terreno fiscale per “attaccare gli Usa” sarebbe stato “assurdo”. “Tutte le società devono pagare la loro giusta quota di tassazione nei Paesi dove realizzano i loro profitti – ha spiegato – . Le nostre regole sugli aiuti di Stato sono sempre state chiare: le autorità nazionali non posso dare benefici fiscali ad alcune società e ad altre no. Questa è la linea rossa che la Commissione ha sempre lavorato per difendere. Applichiamo queste regole senza discriminazioni e in modo neutrale”.

La ricetta Ue anti-crisi – Parlando delle difficoltà globali dell’economia, Juncker ha sostenuto la validità della linea dell’Unione: “La nostra strategia per la crescita – il virtuoso triangolo investimenti-riforme-controllo dei conti sta funzionando: le riforme portano risultati. Tuttavia a questo summit abbiamo bisogno urgente che i nostri partner del G20 implementino le strategie di crescita già accordate. Dopo anni di crisi – ha aggiunto- dobbiamo dimostrare che possiamo produrre una crescita di lungo termine e restituire fiducia”.

Il problema dell’acciaio – E’ cruciale, ha poi detto Jean-Claude Juncker, che la Cina accetti un monitoraggio globale dell’eccesso di capacità produttiva nel settore dell’acciaio. “L’eccesso di capacità è un problema globale, ma c’è un particolare elemento cinese”, ha sottolineato Juncker, aggiungendo che la Ue è determinata a “difendere gli interessi dell’industria europea dell’acciaio e dei suoi lavoratori” e ricordando che negli ultimi anni il settore ha perso decine di migliaia di posti di lavoro anche a causa del mancato rispetto delle regole da parte della Cina.

Brexit, messaggio a Londra – Juncker ha risposto anche alle domande sulla Brexit: “Devo dire che la negoziazione di accordi di libero scambio è di competenza dell’Unione europea, conformemente ai trattati, e a questo dobbiamo attenerci. Non mi piace l’idea che dei paesi membri della Ue, compresi quelli che ne fanno ancora parte, negozino degli accordi commerciali. Si tratta di una competenza esclusiva della Ue”. Parole chiaramente riferite alle intenzioni del governo britannico guidato da Theresa May, che dopo la Brexit punta ad avviare al più presto trattative informali per accordi commerciali bilaterali.

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