• 27 Novembre 2024 23:39

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Buste paga più pesanti con il taglio del 5% al cuneo fiscale

Apr 22, 2023

AGI – Il taglio del cuneo per ridurre il costo del lavoro deve essere del 5%. È questa la richiesta rivolta dai sindacati al governo che annuncia un intervento per rendere le buste paga più pesanti da varare il 1 maggio. Mentre l’esecutivo si riunirà a palazzo Chigi per il Consiglio dei ministri, dalla manifestazione per la Festa di lavoratori Cgil, Cisl e Uil invocheranno una taglio maggiore che sia immediato e soprattutto strutturale.

“Premesso che abbiamo appreso del decreto Lavoro dalle agenzie di stampa e sarebbe stato invece più utile un confronto – dichiara all’AGI Gianna Fracassi, vicesegretaria generale della Cgil – riteniamo che la portata dell’intervento debba essere superiore a quella annunciata, perché 3 miliardi su una platea molto ampia rischiano di dare ben poco ai lavoratori in busta paga, con un’inflazione che viaggia su livelli che sono tra i più alti nell’Unione europea”. Secondo Fracassi, la situazione necessita di “un intervento shock ma che sia strutturale“.

“Nel Def – prosegue Fracassi – non ci sono le risorse per rendere strutturale il taglio del cuneo quindi il viaggio è ancora lungo. Più che di azioni simboliche, c’è bisogno di azioni concrete”. Per questo i sindacati nella piattaforma di mobilitazione programmata per il mese di maggio, con 3 manifestazioni oltre alla Festa dei Lavoratori, indicano una vertenza generale per l’aumento dei salari, agendo sia sul piano della riduzione del carico fiscale e contributivo sia rinnovando i contratti nazionali, con aumenti che recuperino il potere d’acquisto in rapporto con l’inflazione e puntino a una crescita del valore reale delle retribuzioni”.

“Inoltre – ricorda Fracassi – Cgil, Cisl e Uil manifesteranno per dire no alla precarietà, per avere più sicurezza sul lavoro, per difendere la sanità e la scuola pubblica, per cambiare il sistema previdenziale, per riformare il fisco, per ottenere il rinnovo dei contratti nel pubblico e nel privato”.

“Nel Def – fa notare Fracassi – non c’è niente per il rinnovo dei contratti pubblici 2022-24. I lavoratori hanno perso tanto in questi tre anni con l’aumento dell’inflazione. Devono recuperare e il governo non può ignorarlo”.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close