Boca Chica, Texas. Alle ore 15:33 ora italiana del 20 aprile, lo shuttle SpaceX Starship, accompagnato dal razzo più grande mai progettato, decolla. La folla giunta per ammirare il “grande passo avanti” grida di gioia. Il lancio era stato rinviato più volte a causa di problemi tecnici che ne avevano obbligato la posticipazione.
Dopo quattro minuti dal lancio di test, questa atmosfera di soddisfazione però termina: un malfunzionamento nello sgancio del razzo ha portato l’intera unità a capovolgersi. Inutili i tentativi di sgancio di emergenza e infine l’esplosione.
Lo chiamiamo fallimento? Neanche per sogno, la scienza opera per tentativi e gli scenari negativi sono parte delle valutazioni: i test servono a questo. Lo stesso capo della Nasa, Bill Nelson, si dice estremamente positivo rispetto ai risultati che SpaceX sta raggiungendo e comunica con un tweet: “Ogni grande risultato, nella storia, ha richiesto un certo livello di rischio calcolato, perché con i grandi rischi si ottengono grandi risultati”. Mentre Elon Musk ha commentato: “Abbiamo imparato molto in vista del prossimo lancio di prova tra pochi mesi”.
Un nuovo tentativo dovrebbe arrivare nei prossimi mesi. L’obiettivo della compagnia di Elon Musk è chiaro, portare l’uomo a vedere le meraviglie dell’universo. Non sarà un solo test fallito a far fallire il progetto.