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Nel primo trimestre torna la crescita. La stima di Bankitalia

Apr 20, 2023

AGI – Bankitalia stima un ritorno alla crescita “seppur modesta” nel primo trimestre. Lo ha affermato il capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia, Sergio Nicoletti Altimari, nel corso dell’audizione sul Def nelle Commissioni Bilancio riunite di Senato e Camera.

“Segnali incoraggianti – ha spiegato Altimari – provengono dall’andamento della fiducia di famiglie e imprese e dall’aumento degli indici dei direttori degli acquisti, tornati in tutti i settori sopra la soglia che corrisponde a un’espansione dell’attività. Nelle inchieste condotte dalla Banca d’Italia tra febbraio e marzo, sono ancora migliorati i giudizi delle imprese sulla situazione economica generale, sostenuti da valutazioni favorevoli sull’evoluzione della domanda e dall’attenuarsi delle difficoltà legate ai costi dell’energia e alla disponibilità di materie prime e input intermedi. La produzione industriale, dopo essere diminuita nella seconda metà del 2022, dovrebbe essere lievemente aumentata nella media dei primi tre mesi dell’anno. Nello stesso periodo anche l’occupazione ha continuato a espandersi”.

L’economia ha frenato ma non durerà

Pertanto, ha osservato l’esponente di Bankitalia, “valutiamo che questi andamenti possano essersi tradotti già nel primo trimestre dell’anno nel ritorno a una crescita del prodotto, seppur modesta”. Le previsioni del Def che indicano “una crescita del Pil intorno all’1 per cento quest’anno e all’1,5 nel prossimo pur collocandosi nella parte superiore dell’intervallo di stime disponibili” sono quindi “nel complesso coerenti” con “il quadro di breve termine” che “appare lievemente più favorevole” rispetto alle ultime proiezioni di Bankitalia pubblicate a gennaio, che indicavano un aumento del Pil dello 0,6 per cento nell’anno in corso e una sua accelerazione all’1,2 per cento nei due anni successivi, ha sottolineato Nicoletti Altimari.

“Secondo le informazioni più recenti, l’indebolimento dell’attività economica potrebbe essere meno pronunciato e di più breve durata rispetto a quanto ci si attendeva solo pochi mesi fa”, ha affermato ancora il capo del Dipartimento Economia e Statistica della Banca d’Italia nel corso dell’audizione sul Def, “nel nostro Paese la crescita, che fino alla scorsa estate era stata significativa nonostante il rincaro dell’energia e l’incertezza associata alla guerra, ha subito una battuta d’arresto nel quarto trimestre del 2022. Hanno inciso soprattutto – ha osservato Altimari – le conseguenze dell’elevata inflazione sui redditi reali e la spesa delle famiglie, che hanno subito una brusca contrazione, seppur attenuata dalle misure di sostegno adottate dal Governo”.

L’inflazione preoccupa

“Il permanere dell’inflazione a un livello ancora molto elevato, soprattutto nella componente di fondo, desta preoccupazione. Ove il calo dei prezzi dell’energia non dovesse trasmettersi anche ai prezzi finali degli altri beni, le conseguenze per la crescita potrebbero essere più prolungate”, ha affermato ancora Altimari.

“Una tempestiva e efficace attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal Pnrr, con gli aggiustamenti che si dovessero rivelare necessari, costituisce un elemento chiave affinché le prospettive di sviluppo dell’economia italiana si realizzino come delineato nel Def”, è poi il monito dell’alto funzionario.

“Tasse troppo alte un problema strutturale”

“L’elevata pressione fiscale è un problema strutturale. Ridurla, soprattutto per le fasce meno abbienti della popolazione, è un obiettivo importante che dovrebbe risultare nel disegno di un intervento permanente e sostenibile per le finanze pubbliche”, ha osservato ancora Altimari, “potrebbe peraltro risultare difficile non prorogare tagli temporanei, visto che ciò determinerebbe un brusco aumento nelle aliquote”.  Inoltre “procrastinare eccessivamente l’avvio dell’inevitabile aggiustamento dei conti significa spostarne il peso sulle generazioni più giovani”. 

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