AGI – Il ‘Rogo di Primavalle‘ si consumò la notte tra il 15 e il 16 aprile del 1973 al terzo piano di una modesta palazzina di via Bernardo da Bibbiena 33, casa del segretario della sezione del Movimento sociale italiano, Mario Mattei, un ex netturbino. L’incendio doloso, provocato da un gruppo di militanti di Potere Operaio, uccise tra le fiamme i due fratelli Virgilio e Stefano Mattei di 22 e 8 anni, il resto della famiglia riuscì a fuggire.
La foto, pubblicata dai giornali, dei due corpi carbonizzati sulla finestra dell’abitazione provocò una condanna unanime anche se al contempo si fece strada una campagna stampa guidata da diversi intellettuali a difesa dei militanti della sinistra extraparlamentare accusati dell’episodio. Achille Lollo fu l’unico a finire in carcere preventivo dopo la condanna a 18 anni in appello per incendio doloso, duplice omicidio colposo e uso di esplosivo e materiale incendiario assieme agli altri due imputati Marino Clavo e Manlio Grillo (rimasti latitanti senza mai scontare neppure un giorno di reclusione).
La sentenza escluse l’aggravante di terrorismo. Durante il processo di primo grado, conclusosi con l’assoluzione degli imputati per insufficienza di prove, ci furono ripetuti scontri di piazza nei pressi di piazzale Clodio, sede del palazzo di giustizia di Roma, in difesa degli imputati. L’episodio più grave avvenne il 28 febbraio 1975, con violenti incidenti tra giovani di destra e di sinistra fuori dal tribunale, proseguiti in via Ottaviano dove davanti ad una sezione del Movimento sociale venne ucciso a colpi di pistola lo studente greco Mikis Mantakas, militante del Fuan.
Lollo si rifugiò in Brasile prima della sentenza definitiva della Cassazione e la sua pena venne dichiarata estinta il 12 ottobre del 2003. Nel 2005, in una intervista, ammise di avere realizzato, con altri, un attentato dimostrativo con una bomba artigianale non esplosa, rivolto a Mario Mattei, ma sostenne sempre di non aver incendiato la casa con la benzina (“Non abbiamo mai pensato di farla scivolare sotto la porta per dar fuoco all’appartamento”). Sei anni dopo fece rientro in Italia e spiegò che l’azione venne eseguita da un gruppo di sei persone in tutto (lui compreso) e che doveva essere solo dimostrativa. Il 3 agosto del 2021 Lollo morì in una clinica di Trevignano Romano, all’età di 70 anni.