di Antonio Barillà
sabato 4 febbraio 2017 10:15
TORINO – Gonzalo Higuain sulle orme di David Trezeguet. L’argentino è sempre andato a segno nelle ultime 6 partite di campionato (8 reti) e punta al record fissato nel 2005 dal francese, la cui striscia in bianconero arrivò a 9 giornate. Un gol all’Inter, domani, l’avvicinerebbe, ma gli permetterebbe, soprattutto, di battere se stesso: sei gare a segno – che alla Juve mancavano dai tempi di David – le aveva raggiunte già a Napoli l’anno scorso, mancando però il settimo sigillo.
CHILOMETRI – Lui non fa calcoli, non è patito di statistiche. Magari bluffa, come tanti bomber, però è sincero quando spiega di anteporre le ambizioni di squadra ai traguardi personali: il gol, per un attaccante, è tutto, ma alla fine, persino un killer d’area come lui, può essere appagato dall’aiutare i compagni.
La testimonianza è nelle prestazioni delle ultime tre giornate, nei ripieghi effettuati e nei chilometri in più percorsi, nell’imbarazzo di chi l’aveva sempre definito un centravanti implacabile ma avulso dal gioco: lo spot del sacrificio che il nuovo modulo impone è Mario Mandzukic, ma anche l’argentino – e Massimiliano Allegri l’ha sottolineato più volte – s’è trasformato per garantire equilibrio al Dream Team e legittimare la convivenza, apparentemente azzardata, con il croato, Dybala, Cuadrado e Pjanic. Restano impressi i tocchi rapaci in area, le reti e le sciabolate, ma anche il pressing feroce, la grinta nella fase difensiva, i recuperi da medianaccio o terzino old style.
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