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Il carcere minorile dove si mangia coi piatti sulle ginocchia

Apr 7, 2023

AGI – E’ “sempre emergenza” al carcere minorile Beccaria di Milano dove sette ragazzi evasero il giorno di Natale dell’anno scorso con una clamorosa fuga che evidenziò i problemi della struttura e, in generale, dei giovani detenuti ai quali ieri Papa Francesco ha dedicato il rito della lavanda dei piedi. Lo certifica il report di una visita svolta dal Garante dei detenuti di Milano Francesco Maisto accompagnato, tra gli altri, da don Gino Rigoldi.  

Dal documento letto dall’AGI emergono molti problemi. L’immagine più forte è quella dei ragazzi in isolamento che “pranzano coi piatti sulle ginocchia” perché il refettorio non funziona e non sono stati messi i tavolini nelle celle. Si è pensato di risolvere il problema con tavoli di plastica o a ribalta che però non sono adeguati per ragioni di sicurezza.

Mancano un progetto educativo, la stabilità delle figure del direttore, del Comandante e gli agenti che sono sempre pronti ad andare altrove e spesso le comunità contattate dove dovrebbero essere collocati alcuni degli arrestati non vogliono questi giovani.

“I ragazzi che arrivano al Beccaria hanno delle modalità relazionali molto aggressive, spesso con problematiche non solo nella condotta ma anche legate all’uso della droga e a problemi psichiatrici”.  

Ci sono sette provvedimenti di collocamento in comunità ma non si trovano i posti, le comunità rifiutano in tutta Italia. Sono 70 i ‘no’ registrati nell’ultimo periodo.

Una situazione, viene spiegato nel dossier, comune e  motivata dal fatto che non hanno posto, i casi sono molto problematici e non se la sentono di accollarseli e talvolta si tratta di minori non accompagnati.  Da considerare anche “la difficoltà a reperire gli educatori perché le paghe sono basse”. Attualmente sono 31 gli ospiti, negli ultimi 25 giorni sono stati ben 33 i minorenni arrestati. Numeri elevati che spiegano la presenza di 7 giovanissimi in più rispetto alla capienza.  Tre sono in isolamento, di cui due per il Covid e uno in attesa di una comunità che non si trova.

La buona notizia è che i lavori di ristrutturazione sono finiti e presto saranno pronti i nuovi spazi definiti dal Garante “estremamente necessari”. Maisto, accompagnato nella vista anche dalla vicedirettrice Raffaella Messina e dalla collaboratrice Anna Abatematteo, chiede “più educatori che possano accogliere i ragazzi appena arrivati e una maggiore organizzazione e gestione degli spazi”. 

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