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Mobilità sostenibile: Italia molto lontana dagli obiettivi

Mar 25, 2023

L’Italia è ancora pericolosamente lontana dagli obiettivi di mobilità, sicurezza stradale e riduzione delle emissioni fissati al 2030. È quanto emerge dal bilancio finale di Clean Cities, la campagna itinerante di Legambiente che ha visitato 18 capoluoghi di provincia italiani per prendere le misure delle attuali politiche di mobilità e confrontarle con gli obiettivi da raggiungere nei prossimi 7 anni.

Soltanto due città italiane si avvicinano al limite UE di 35 automobili ogni 100 abitanti, e il numero degli incidenti stradali avvenuti sulle nostre strade è ben lontano dagli obiettivi fissati dal Piano Nazionale Sicurezza Stradale. Male anche l’offerta di trasporto pubblico e la presenza di soluzioni di sharing all’interno dei centri urbani: secondo il sondaggio Legambiente-Ipsos, un cittadino su 4 sarebbe disposto a lasciare l’auto a fronte di servizi di trasporto pubblico e di sharing più efficienti.

Mobilità sostenibile in Italia: il bilancio 2023 di Legambiente

La campagna Clean Cities di Legambiente ha visitato e monitorato 18 città italiane allo scopo di verificare lo stato di avanzamento dei singoli territori in direzione degli obiettivi fissati per il 2030 in materia di emissioni e sicurezza stradale.

Come aveva già indicato la prima edizione di “Zero Carbon Policy Agenda” realizzata da Energy & Strategy School of Management del Politecnico di Milano, l’Italia è destinata a sforare il target indicato per il 2030 con uno scarto di 110 milioni di tonnellate di CO2.

Come evidenzia il bilancio di Legambiente, tutte le città monitorate superano i futuri limiti di legge per la qualità dell’aria e sono in ritardo nell’implementazione di servizi e infrastrutture di mobilità sostenibile. Le differenze territoriali sono notevoli: Catania, Perugia, Avellino e Roma hanno i tassi di motorizzazione più elevati, mentre soltanto Milano e Genova si avvicinano al limite UE di 35 auto ogni 100 abitanti.

Mobilità in città: un italiano su 4 pronto a lasciare l’auto

Una sezione importante del bilancio tracciato da Legambiente è ovviamente dedicata alla mobilità sostenibile – tra le aree di intervento su cui è essenziale agire per il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050 e degli obiettivi intermedi fissati per il 2030.

Secondo quanto emerso dalla campagna Clean Cities, le città italiane offrono una scarsa offerta di trasporto pubblico, con le situazioni più gravi ravvisate ad Avellino, Palermo, Prato, Perugia, Pescara, Catania e Napoli. A conferma delle rilevazioni sul territorio, anche i risultati del sondaggio Ipsos-Legambiente “Tipi mobili nelle città italiane”, promosso in collaborazione con Unrae.

Secondo il sondaggio, un italiano su 4 userebbe di più i mezzi pubblici a fronte di un potenziamento dei servizi e una diminuzione dei costi, mentre il 19% degli intervistati sarebbe disposto a rinunciare del tutto all’auto di proprietà a fronte di maggiore sicurezza stradale e più servizi di sharing come quelli esistenti. Questo gruppo di cittadini, spiega Legambiente, è cresciuto durante il lockdown e vive soprattutto nelle grandi città, come Roma (27%), Torino (25%), Napoli e Milano (22%).

Come trasformare le città italiane entro il 2030

“Le città italiane devono compiere un importante cambiamento per diventare più vivibili e meno inquinate, ponendo al centro della loro strategia la mobilità pubblica, condivisa, elettrica, attiva e intermodale”, dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente.

“Mentre il governo sembra muoversi in direzione opposta, decisamente anacronistica rispetto agli obiettivi comunitari di riduzione delle emissioni”, continua Ciafani, “le città possono diventare veri motori di cambiamento, rispondendo finalmente alle esigenze di tutti i cittadini e posizionando il nostro Paese tra i più avanzati dell’Unione Europea”.

Per rendere le città più sostenibili è necessario adottare “politiche che rendano i quartieri e le città più accessibili in bici e con mezzi elettrici condivisi, con zone a basse emissioni e a pedaggio per le auto private”, spiega Andrea Poggio, responsabile mobilità di Legambiente, “adottando le nudge policies (o spinte gentili) attraverso incentivi economici, abbonamenti e miglioramenti dei servizi”. Ciò significherebbe anche creare zone scolastiche, lavorare su un vero potenziamento della mobilità pubblica e progettare zone cittadine a “zero emissioni” – senza esenzioni per il trasporto merci.

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