• 27 Novembre 2024 11:33

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Il volo ‘low cost’ del Brentford, nuovo miracolo della Premier League

Mar 14, 2023

AGI – La sconfitta sul campo dell’Everton, l’11 marzo, ha interrotto il volo del Brentford che in Premier League non perdeva dal 23 ottobre, ben 12 partite e la più lunga striscia di imbattibilità della massima serie inglese. Il piccolo club della periferia ovest di Londra, tornato nel 2021 nell’Olimpo del football dopo 74 anni, ha una rosa che vale in tutto 284 milioni di euro eppure in questa stagione ha già battuto in casa 4-0 il Manchester United (752 milioni) e 3-1 il Liverpool (925 milioni) e 3-1 fuori casa il Manchester City che vale altre un miliardo, oltre ad aver fermato sul pareggio (1-1) la capolista Arsenal. Proprio i Gunners sono stati l’unica delle ‘Sei grandi’ capace di sconfiggere le api, come è soprannominata la squadra.

Il miracolo del Brentford, che aveva fallito ben nove playoff per il ritorno nella massima serie, ha un nome: Matthew Benham, il presidente laureato in fisica all’Università di Oxford. Nel 2014 aveva portato i biancorossi di cui è tifoso fin da bambino in Championship, la serie B inglese, con il budget più basso della categoria. Benham è proprietario do una società di consulenze per il gioco d’azzardo, la Smartodds, e del club danese del Midtjylland.

È ricco ma non ricchissimo per gli standard del calcio inglese e allora ha scelto di sposare la filosofia dell’analisi dei dati per rilanciare il club. Il modello arriva dal baseball, o meglio dal film del 2011 “Moneyball” con Brad Pitt nei panni del manager Billy Beane (basato su un libro tratto dalla storia vera del trionfo degli Oakland A’s nella Mlb) le statistiche vengono utilizzate per costruire una squadra all’insegna del ‘poca spesa, massima resa’. Il modello pionieristico si basa sull’applicazione della xG Philosophy (xG sta per Expected Goals) al mondo del calcio ma non soltanto per le scommesse ma per il mercato. 

Così il club si è creato una banca dati di 85mila calciatori (di cui si studiano le statistiche ma eventualmente vengono visionati dal vivo) e l’ha usata per individuare 
quelli più sottovalutati dal punto di vista economico per poi comprarli, valorizzarli e rivenderli realizzando corpose plusvalenze. “Un uso intelligente dei numeri per reclutare calciatori e valutare le performance”, minimizzano al Brentford.

Una delle scoperte degli osservatori delle Bees è stato il centravanti Ivan Toney, pescato dal Peterborough United nella terza divisione e che in questa stagione ha già realizzato 15 reti e tre assist in 23 presenze (terzo cannoniere della Premier). Il bomber 26enne ha un piccolo record: ha trasformato 10 rigori su 10 da quando il club è stato promosso in Premier League, la scorsa stagione, addirittura 22 su 22 da quando è approdato alle Bees, nell’agosto 2020. Solo Yaya Toure ha fatto meglio nella massima serie inglese con uno ‘score’ di 11 su 11.

Un’altro acquisto rivelatosi azzeccatissimo è il portiere David Raya, preso dal Blackburn e ormai nel giro della nazionale spagnola. “Ho una squadra di 15 persone che seguono tutti i dati e poi decidono quali giocatori vanno visiti dal vivo”, ha spiegato il direttore tecnico del Brentford, Lee Dykes, alla Cnn, “il segreto è poi incrociare i rapporti degli osservatori con i numeri perché questo è il modo in cui vanno usati i dati nel calcio”.

Si tratta di eliminare l’aspetto emotivo dalle valutazioni: “Dopo una sconfitta tutti si abbattono”, ha spiegato Dykes, “ma poi la partita va analizzata con le statistiche, quanto possesso palla abbiamo fatto, quante occasioni da gol abbiamo creato, magari un portiere ha fatto una parata miracolosa che ha influito su un risultato che sarebbe stato altrimenti diverso. Insomma, sezioniamo la prestazione della squadra per capire se abbiamo davvero vinto o perso”.

Il Brentford, trascinato dai 17mila tifosi che riempiono il piccolo Community Stadium in oltre partita interna, potrebbe addirittura conquistare una qualificazione per l’Europa League o la Conference dopo il 13mo posto della scorsa stagione. “Per noi si tratta di migliorarci ogni anno non per la posizione in classifica ma per le nostre misurazioni, i giocatori che acquistiamo, la gente a cui diamo lavoro”, ha sottolineato il direttore sportivo del club. “Se possiamo continuare a svilupparci continuamente e a muoverci nella giusta direzione ovviamente un giorno l’Europa chiamerà. E dobbiamo abbracciare questa sfida”.

AGI – La sconfitta sul campo dell’Everton, l’11 marzo, ha interrotto il volo del Brentford che in Premier League non perdeva dal 23 ottobre, ben 12 partite e la più lunga striscia di imbattibilità della massima serie inglese. Il piccolo club della periferia ovest di Londra, tornato nel 2021 nell’Olimpo del football dopo 74 anni, ha una rosa che vale in tutto 284 milioni di euro eppure in questa stagione ha già battuto in casa 4-0 il Manchester United (752 milioni) e 3-1 il Liverpool (925 milioni) e 3-1 fuori casa il Manchester City che vale altre un miliardo, oltre ad aver fermato sul pareggio (1-1) la capolista Arsenal. Proprio i Gunners sono stati l’unica delle ‘Sei grandi’ capace di sconfiggere le api, come è soprannominata la squadra.
Il miracolo del Brentford, che aveva fallito ben nove playoff per il ritorno nella massima serie, ha un nome: Matthew Benham, il presidente laureato in fisica all’Università di Oxford. Nel 2014 aveva portato i biancorossi di cui è tifoso fin da bambino in Championship, la serie B inglese, con il budget più basso della categoria. Benham è proprietario do una società di consulenze per il gioco d’azzardo, la Smartodds, e del club danese del Midtjylland.
È ricco ma non ricchissimo per gli standard del calcio inglese e allora ha scelto di sposare la filosofia dell’analisi dei dati per rilanciare il club. Il modello arriva dal baseball, o meglio dal film del 2011 “Moneyball” con Brad Pitt nei panni del manager Billy Beane (basato su un libro tratto dalla storia vera del trionfo degli Oakland A’s nella Mlb) le statistiche vengono utilizzate per costruire una squadra all’insegna del ‘poca spesa, massima resa’. Il modello pionieristico si basa sull’applicazione della xG Philosophy (xG sta per Expected Goals) al mondo del calcio ma non soltanto per le scommesse ma per il mercato. 
Così il club si è creato una banca dati di 85mila calciatori (di cui si studiano le statistiche ma eventualmente vengono visionati dal vivo) e l’ha usata per individuare  quelli più sottovalutati dal punto di vista economico per poi comprarli, valorizzarli e rivenderli realizzando corpose plusvalenze. “Un uso intelligente dei numeri per reclutare calciatori e valutare le performance”, minimizzano al Brentford.
Una delle scoperte degli osservatori delle Bees è stato il centravanti Ivan Toney, pescato dal Peterborough United nella terza divisione e che in questa stagione ha già realizzato 15 reti e tre assist in 23 presenze (terzo cannoniere della Premier). Il bomber 26enne ha un piccolo record: ha trasformato 10 rigori su 10 da quando il club è stato promosso in Premier League, la scorsa stagione, addirittura 22 su 22 da quando è approdato alle Bees, nell’agosto 2020. Solo Yaya Toure ha fatto meglio nella massima serie inglese con uno ‘score’ di 11 su 11.
Un’altro acquisto rivelatosi azzeccatissimo è il portiere David Raya, preso dal Blackburn e ormai nel giro della nazionale spagnola. “Ho una squadra di 15 persone che seguono tutti i dati e poi decidono quali giocatori vanno visiti dal vivo”, ha spiegato il direttore tecnico del Brentford, Lee Dykes, alla Cnn, “il segreto è poi incrociare i rapporti degli osservatori con i numeri perché questo è il modo in cui vanno usati i dati nel calcio”.
Si tratta di eliminare l’aspetto emotivo dalle valutazioni: “Dopo una sconfitta tutti si abbattono”, ha spiegato Dykes, “ma poi la partita va analizzata con le statistiche, quanto possesso palla abbiamo fatto, quante occasioni da gol abbiamo creato, magari un portiere ha fatto una parata miracolosa che ha influito su un risultato che sarebbe stato altrimenti diverso. Insomma, sezioniamo la prestazione della squadra per capire se abbiamo davvero vinto o perso”.
Il Brentford, trascinato dai 17mila tifosi che riempiono il piccolo Community Stadium in oltre partita interna, potrebbe addirittura conquistare una qualificazione per l’Europa League o la Conference dopo il 13mo posto della scorsa stagione. “Per noi si tratta di migliorarci ogni anno non per la posizione in classifica ma per le nostre misurazioni, i giocatori che acquistiamo, la gente a cui diamo lavoro”, ha sottolineato il direttore sportivo del club. “Se possiamo continuare a svilupparci continuamente e a muoverci nella giusta direzione ovviamente un giorno l’Europa chiamerà. E dobbiamo abbracciare questa sfida”.

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