AGI – Dalle migliaia di atti depositati con la chiusura dell’indagine di Bergamo, emergono anche i documenti firmati dal ministero dell’Interno che attestano con quali modalità venne disposto l’invio dei militari nella provincia più colpita dal Covid e poi revocato, uno degli episodi cruciali della mancata zona rossa. Da queste carte si viene a sapere che Nembro e Alzano avrebbero dovuto essere ‘sigillate’ per due settimane.
E’ il 5 marzo del 2020, il contagio dilaga dopo le scoperte dei primi casi nell’ospedale di Alzano Lombardo. Dal ministero dell’Interno partono 4 fonogrammi, visionati dall’AGI. Il primo indirizzato al Comando generale dei carabinieri, al Prefetto e al Questore di Bergamo: “Scopo implementare dispositivo vigilanza, ordine e sicurezza pubblica in provincia, pregasi porre disposizione Questore Bergamo, da giorno 6 et fino al 20 marzo 2020, salvo proroghe, rinforzo nr.100 carabinieri. Trattamento economico indennità, ordine pubblico. Proministro Gabrielli”.
Altri due fonogrammi analoghi vengono mandati alla Direzione Centrale Anticrimine e al Comando Generale della Guardia di Finanza lo stesso giorno, con riferimento all’invio rispetivamente di “114 operatori reparti prevenzione anticrimine” e di “44 finanzieri”. E infine c’è una quarta comunicazione firmata dal primo dirigente della Polizia di Stato, Raffaele Alfieri, in cui si chiede di “mettere a disposizione del Prefetto di Bergamo, da domani 6 marzo 2020, 120 militari con esclusione delle aliquote di comando e di controllo, per il concorso nei servizi di vigilanza delle aree sensibili individuate in relazione all’emergenza epidemiologica Covid 19”. Tre giorni dopo arriva il dietrofront. Il ministero dell’Interno scrive alle forze dell’ordine che “a seguito et modifica” del messaggio precedente “pregasi disporre revoca con effetto immediato at disposizione Questore Bergamo”.
Ai magistrati il ministro Luciana Lamorgese ha detto che “il presidente Conte non sapeva dell’invio delle forze armate e di polizia a Nembro e ad Alzano perché in quel periodo il fine era di natura preventiva e ricognitiva” e ha spiegato che il ritiro avvenne perché poi l’8 marzo l’allora premier decise di ‘chiudere’ l’intera regione.
Ad aprile del 2022, dopo una serie di decisioni di segno opposto e corsi e ricorsi inziati con un accesso agli atti alla fine del 2020, il Consiglio di Stato aveva negato all’AGI questi documenti sulla base di “rilevanti a apprezzabili esigenze di riservatezza”. “Non c’è stato alcun atto governativo specifico di impiego delle forze militari nelle zone di Nembro e Alzano” si leggeva nella pronuncia del Consiglio di Stato basata su una relazione del Capo della Polizia.