AGI – Non c’è mai stata così tanta gente che gioca a scacchi in Italia. Tanto che Chess.com, la piattaforma di gran lunga più usata dagli appassionati, ha riscontrato problemi di “sovraccarico”. Troppe mosse nello stesso momento, troppi utenti collegati, troppe nuove iscrizioni. Per stare al passo ci vuole tempo, risorse.
“Sicuramente non ci spettavamo questo boom di utenti. C’è stato un incremento pazzesco da dicembre a gennaio e notizia recentissima è quella che abbiamo toccato i 12 milioni di utenti attivi nelle 24 ore che è un record assoluto che ha superato di gran lunga anche quello registrato durante il successo de “La Regina degli scacchi”, per intenderci”. A spiegarlo all’AGI è Romualdo Vitale, direttore italiano di Chess.com, intervenuto a “L’Infilata”, un podcast sul gioco promosso da Radio Ca’ Foscari.
È uscita ovunque la prima puntata de “L’Infilata”.
Ospite d’onore Romualdo Vitale,
direttore italiano di @chesscomit, fondatore di @chsoci, che ci aiuta a parlare del boom degli #scacchionline
Buon ascolto!https://t.co/LXOwmU5p5w#scacchi #chess #infilatascacchi pic.twitter.com/MuzuaLi3ZS
— L’Infilata (@infilatascacchi)
February 24, 2023
“La verità è che noi non sappiamo a cosa sia dovuto esattamente questo boom. Quello che è successo è che vari elementi insieme, come il caso Niemann o la possibilità di sfidare Mittens (il gattino bot, ndr), si sono man mano accumulati creando un effetto dirompente, un effetto snow ball”, spiega.
“Effettivamente non siamo stati pronti ad accogliere tutti questi utenti. Idealmente uno vorrebbe far scalare i server in modo da riuscire accogliere la dimensione sempre maggiore dei partecipanti alle attività sul sito ma la verità è che questo non si può sempre fare. Quello che stiamo facendo tutt’ora è separare i vari database per limitare gli errori 502. Nei prossimi mesi la situazione si normalizzerà e questi problemi saranno un lontano ricordo”.
Ma quali sono i compiti del direttore italiano di Chess.com?
“A differenza di altri lavori questa non è una mansione 9-17 o con orari prestabiliti. Una delle cose che apprezzo di più è il fatto che si tratta di un’azienda che funziona tutta da remoto e lavora in maniera asincrona. Gestiamo autonomamente il tempo, gli eventi, le attività. Mi confronto anche con colleghi che stanno negli Usa, con fusi orari anche di 9 ore. Tendenzialmente cerco di esserci molto quando l’azienda lo richiede, in prossimità degli eventi grossi in particolare. La nostra missione, in fondo, è quella di portare gli scacchi a tutti”.
“Come direttore italiano, in particolare, mi occupo di tutto quello che passa per l’Italia. Ogni contenuto che va sui social, qualunque articolo tradotto, ogni diretta che facciamo. Tutto viene supervisionato da me. Poi ci sono altri compiti da “collante” come ad esempio il mettere in contatto gli utenti che riscontrano problemi con il team di supporto. Ovviamente mi interfaccio anche con le aziende per le sponsorship delle nostre iniziative, come il Pogchamps”
Cos’è il Pogchamps?
“È un torneo che si svolge tra celebrità, vip e streamer, che si sfidano intorno agli scacchi e che non sono esperti del gioco. Ognuno di loro viene affiancato da un allenatore qualificato di Chess.com che possa guidarli in vista della competizione. La prima edizione, che si è svolta in due settimane e con 16 partecipanti, ha fatto registrare numeri importanti con circa un milione di visualizzazioni solo nel nostro canale Twitch. Quest’anno presentiamo un format più ridotto per dare risalto e concentrare la qualità dei creator. Avremo 8 partecipanti che si sfideranno in un torneo a doppia eliminazione. Ho coinvolto personalità esterne al mondo Youtube-Twitch con la volontà di coinvolgere nuove community. L’obiettivo è rendere il Pog il più possibile divertente, leggero e inclusivo”.
Chess.com ha comprato il Play Magnus Group. Cosa farete con Magnus Carlsen? Come funziona il Champions Chess Tour?
“Il punto nodale dell’acquisizione e che ora possiamo avere Magnus nei nostri eventi. E non solo lui. Era un peccato che i migliori giocatori del mondo dovessero dividersi tra le varie aziende. Il Champions Chess Tour ha messo insieme ciò che c’era di meglio di Chess.com e Chess24 con sponsor importanti come per l’Airthings Masters. Avremo un 2023 pieno zeppo di sfide e tornei con un montepremi complessivo da due milioni di dollari”.
“Oltre a questo, il Play Magnus Group ci ha dato accesso a strumenti importanti, come Chessable, che ha corsi incredibili: con un account gratuito, ad esempio, si possono fare moltissime cose come caricare e importare le partite giocate su Chess.com per avere un corso ad hoc che mostri quali sono stati gli errori commessi e il modo migliore per evitarli. Una cosa che manca sono i corsi in italiano ma è una possibilità che, resto fiducioso, potrà accadere in futuro”.
Parliamo di scacchi online e rapidità di gioco. Si va verso partite sempre più veloci anche sulla scacchiera dal vivo?
“Anche Magnus Carlsen ha dichiarato che si prenderà un po’ una pausa dalle partite a tempo standard. I motori sono arrivati a un livello così avanzato di analisi che le partite si sono un po’ appiattite. Se ai Grandi Maestri viene dato abbastanza tempo per riflettere sulle mosse da fare è probabile che giochino in maniera sempre molto precisa e in tal modo si perde un po’ il brivido della vittoria per via delle troppe patte”.
“Il gioco online va verso la rapidità, come è sua natura. Se si abbassa il tempo a disposizione di chi gioca si aumentano le possibilità che si commetta un errore e che ci sia un capovolgimento di fronte inaspettato. C’è più spettacolo, più divertimento. Pensiamo al match mondiale tra Carlsen e Caruana del 2018. Bellissime le partite, per carità, ma 12 patte su 12 partite sono davvero troppe. Anche gli scacchi dal vivo, credo, vedranno l’abbassamento dei tempi di riflessione e una sempre maggiore velocità di esecuzione”
C’è sempre il problema dei cheater..
“Il fenomeno dei cheater è soprattutto culturale ed è impossibile debellarlo. Quello che bisogna fare è scoraggiarlo. Far capire che nell’imbrogliare non ci si guadagna niente e che alla lunga si perde solamente la propria reputazione di giocatore”.
Come li individuate?
“Per individuare i cheater si usano molti strumenti matematici, statistici, si elaborano e si incrociano tantissimi dati. La cosa che voglio dire è che quando ‘banniamo’ qualcuno dal sito è perché siamo estremamente sicuri che sia colpevole. È molto facile creare dei falsi positivi, ‘bannare’ persone che sembra abbiano imbrogliato ma che in realtà non l’hanno fatto. Ciò che vogliamo fare è ridurre a zero i falsi positivi e individuare i profili che sicuramente sono cheater. Nel tempo confido che gli strumenti diventino sempre più precisi e che questi comportamenti vengano fortemente scoraggiati”.
“Nei nostri eventi più importanti, inoltre, chiediamo la doppia cam: i giocatori sono in chiamata su Teams e il sistema ci permette ci capire se c’è qualcuno nella stanza insieme a loro o se stanno usando programmi sullo schermo”.
Ultima battuta, secca. Campionato del mondo, chi vince: Ding Liren o Ian Nepomniachtchi?
Facile, Ding Liren..
AGI – Non c’è mai stata così tanta gente che gioca a scacchi in Italia. Tanto che Chess.com, la piattaforma di gran lunga più usata dagli appassionati, ha riscontrato problemi di “sovraccarico”. Troppe mosse nello stesso momento, troppi utenti collegati, troppe nuove iscrizioni. Per stare al passo ci vuole tempo, risorse.
“Sicuramente non ci spettavamo questo boom di utenti. C’è stato un incremento pazzesco da dicembre a gennaio e notizia recentissima è quella che abbiamo toccato i 12 milioni di utenti attivi nelle 24 ore che è un record assoluto che ha superato di gran lunga anche quello registrato durante il successo de “La Regina degli scacchi”, per intenderci”. A spiegarlo all’AGI è Romualdo Vitale, direttore italiano di Chess.com, intervenuto a “L’Infilata”, un podcast sul gioco promosso da Radio Ca’ Foscari.
È uscita ovunque la prima puntata de “L’Infilata”. Ospite d’onore Romualdo Vitale, direttore italiano di @chesscomit, fondatore di @chsoci, che ci aiuta a parlare del boom degli #scacchionline Buon ascolto!https://t.co/LXOwmU5p5w#scacchi #chess #infilatascacchi pic.twitter.com/MuzuaLi3ZS — L’Infilata (@infilatascacchi)
February 24, 2023
“La verità è che noi non sappiamo a cosa sia dovuto esattamente questo boom. Quello che è successo è che vari elementi insieme, come il caso Niemann o la possibilità di sfidare Mittens (il gattino bot, ndr), si sono man mano accumulati creando un effetto dirompente, un effetto snow ball”, spiega.
“Effettivamente non siamo stati pronti ad accogliere tutti questi utenti. Idealmente uno vorrebbe far scalare i server in modo da riuscire accogliere la dimensione sempre maggiore dei partecipanti alle attività sul sito ma la verità è che questo non si può sempre fare. Quello che stiamo facendo tutt’ora è separare i vari database per limitare gli errori 502. Nei prossimi mesi la situazione si normalizzerà e questi problemi saranno un lontano ricordo”.
Ma quali sono i compiti del direttore italiano di Chess.com?
“A differenza di altri lavori questa non è una mansione 9-17 o con orari prestabiliti. Una delle cose che apprezzo di più è il fatto che si tratta di un’azienda che funziona tutta da remoto e lavora in maniera asincrona. Gestiamo autonomamente il tempo, gli eventi, le attività. Mi confronto anche con colleghi che stanno negli Usa, con fusi orari anche di 9 ore. Tendenzialmente cerco di esserci molto quando l’azienda lo richiede, in prossimità degli eventi grossi in particolare. La nostra missione, in fondo, è quella di portare gli scacchi a tutti”.
“Come direttore italiano, in particolare, mi occupo di tutto quello che passa per l’Italia. Ogni contenuto che va sui social, qualunque articolo tradotto, ogni diretta che facciamo. Tutto viene supervisionato da me. Poi ci sono altri compiti da “collante” come ad esempio il mettere in contatto gli utenti che riscontrano problemi con il team di supporto. Ovviamente mi interfaccio anche con le aziende per le sponsorship delle nostre iniziative, come il Pogchamps”
Cos’è il Pogchamps?
“È un torneo che si svolge tra celebrità, vip e streamer, che si sfidano intorno agli scacchi e che non sono esperti del gioco. Ognuno di loro viene affiancato da un allenatore qualificato di Chess.com che possa guidarli in vista della competizione. La prima edizione, che si è svolta in due settimane e con 16 partecipanti, ha fatto registrare numeri importanti con circa un milione di visualizzazioni solo nel nostro canale Twitch. Quest’anno presentiamo un format più ridotto per dare risalto e concentrare la qualità dei creator. Avremo 8 partecipanti che si sfideranno in un torneo a doppia eliminazione. Ho coinvolto personalità esterne al mondo Youtube-Twitch con la volontà di coinvolgere nuove community. L’obiettivo è rendere il Pog il più possibile divertente, leggero e inclusivo”.
Chess.com ha comprato il Play Magnus Group. Cosa farete con Magnus Carlsen? Come funziona il Champions Chess Tour?
“Il punto nodale dell’acquisizione e che ora possiamo avere Magnus nei nostri eventi. E non solo lui. Era un peccato che i migliori giocatori del mondo dovessero dividersi tra le varie aziende. Il Champions Chess Tour ha messo insieme ciò che c’era di meglio di Chess.com e Chess24 con sponsor importanti come per l’Airthings Masters. Avremo un 2023 pieno zeppo di sfide e tornei con un montepremi complessivo da due milioni di dollari”.
“Oltre a questo, il Play Magnus Group ci ha dato accesso a strumenti importanti, come Chessable, che ha corsi incredibili: con un account gratuito, ad esempio, si possono fare moltissime cose come caricare e importare le partite giocate su Chess.com per avere un corso ad hoc che mostri quali sono stati gli errori commessi e il modo migliore per evitarli. Una cosa che manca sono i corsi in italiano ma è una possibilità che, resto fiducioso, potrà accadere in futuro”.
Parliamo di scacchi online e rapidità di gioco. Si va verso partite sempre più veloci anche sulla scacchiera dal vivo?
“Anche Magnus Carlsen ha dichiarato che si prenderà un po’ una pausa dalle partite a tempo standard. I motori sono arrivati a un livello così avanzato di analisi che le partite si sono un po’ appiattite. Se ai Grandi Maestri viene dato abbastanza tempo per riflettere sulle mosse da fare è probabile che giochino in maniera sempre molto precisa e in tal modo si perde un po’ il brivido della vittoria per via delle troppe patte”.
“Il gioco online va verso la rapidità, come è sua natura. Se si abbassa il tempo a disposizione di chi gioca si aumentano le possibilità che si commetta un errore e che ci sia un capovolgimento di fronte inaspettato. C’è più spettacolo, più divertimento. Pensiamo al match mondiale tra Carlsen e Caruana del 2018. Bellissime le partite, per carità, ma 12 patte su 12 partite sono davvero troppe. Anche gli scacchi dal vivo, credo, vedranno l’abbassamento dei tempi di riflessione e una sempre maggiore velocità di esecuzione”
C’è sempre il problema dei cheater..
“Il fenomeno dei cheater è soprattutto culturale ed è impossibile debellarlo. Quello che bisogna fare è scoraggiarlo. Far capire che nell’imbrogliare non ci si guadagna niente e che alla lunga si perde solamente la propria reputazione di giocatore”.
Come li individuate?
“Per individuare i cheater si usano molti strumenti matematici, statistici, si elaborano e si incrociano tantissimi dati. La cosa che voglio dire è che quando ‘banniamo’ qualcuno dal sito è perché siamo estremamente sicuri che sia colpevole. È molto facile creare dei falsi positivi, ‘bannare’ persone che sembra abbiano imbrogliato ma che in realtà non l’hanno fatto. Ciò che vogliamo fare è ridurre a zero i falsi positivi e individuare i profili che sicuramente sono cheater. Nel tempo confido che gli strumenti diventino sempre più precisi e che questi comportamenti vengano fortemente scoraggiati”.
“Nei nostri eventi più importanti, inoltre, chiediamo la doppia cam: i giocatori sono in chiamata su Teams e il sistema ci permette ci capire se c’è qualcuno nella stanza insieme a loro o se stanno usando programmi sullo schermo”.
Ultima battuta, secca. Campionato del mondo, chi vince: Ding Liren o Ian Nepomniachtchi?
Facile, Ding Liren..