AGI – Silvio Berlusconi è stato assolto per un errore della Procura di Milano. Forse lo sarebbe stato lo stesso nel merito ma nel cuore delle accuse i giudici di primo grado non ci sono proprio entrati perché lo sbaglio era così grosso da inficiare tutto il processo. È successo che, spiega il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia in una nota che anticipa il succo delle motivazioni, le ‘olgettine’ sono state sentite ormai una decina di anni fa, tra il Ruby 1 e il Ruby 2, come testimoni ma testimoni non erano perché a loro carico c’erano “indizi inequivoci” per cui avrebbero dovuto essere indagate e quindi affiancate da un avvocato a loro garanzia.
Ed essere sentite da testimoni o da indagati fa molta differenza perché un indagato, per esempio, può decidere di avvalersi della facoltà di non rispondere e di dire il falso, cosa che un testimone non può fare. E se le ragazze non erano testimoni, quindi “pubblici ufficiali”, Berlusconi non poteva essere corruttore in atti giudiziari.
Corruzione c’è quando il corruttore corrompe dei pubblici ufficiali e l’indagato non lo è. I pm che sbagliarono non erano quelli che hanno sostenuto l’accusa nel processo, il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Luca Gaglio, ma Ilda Boccassini e Antonio Sangermano che sostennero l’accusa nei primi due Ruby.
Nel novembre del 2021 i giudici del Ruby ter avevano sancito l’inutilizzabilità dei verbali delle ‘olgettine’ e, da quel momento, l’epilogo del processo è sembrato piuttosto prevedibile.