AGI – La buona politica non è difendere gli interessi di una categoria di appartenenza: è battersi per un servizio sanitario che sia per tutti. Buono e che non escluda nessuno. Lo ha sottolineato Papa Francesco in occasoine dell’udienza a una delegazione della Federazione Italiana Malattie Rare (UNIAMO).
Parlando ai genitori di bambini affetti da sindromi rare e quindi spinti a organizzzarsi per far conoscere la propria situazione e far valere i propri diritti, Bergoglio ha sottolineato che, oltre a quello dell’associarsi, c’è “poi un altro valore, altrettanto importante ma diverso, su un piano sociale e anche politico. è la potenzialità che ha una realtà associativa come la vostra di dare un contributo decisivo al bene comune”.
Nel caso specifico, si tratta di “migliorare la qualità del servizio sanitario di un Paese, di una regione, di un territorio”. Infatti “la buona politica dipende anche dall’apporto delle associazioni, che, su questioni specifiche, hanno le conoscenze necessarie e l’attenzione verso persone che rischiano di essere trascurate”.
“Ecco il punto decisivo: non si tratta di rivendicare favori per la propria categoria, non è questa la buona politica; ma si tratta di battersi perchè nessuno sia escluso dal servizio sanitario, nessuno sia discriminato, nessuno penalizzato”, ha proseguito, “E questo a partire da un’esperienza come la vostra che è fortemente a rischio di emarginazione.
Faccio un esempio: realtà come la vostra possono fare pressione perchè si superino le barriere nazionali e commerciali per condividere i risultati delle ricerche scientifiche, così da poter raggiungere obiettivi che oggi appaiono molto distanti”.
Il Pontefice ha consegnato questo discorso alla dirigenza dell’associazione, dandolo per letto e pronunciato: l’udienza si è svolta in modo diverso da quanto previsto dal protocollo. Francesco ha fatto avvicinare un guppo di bambini, con cui si è messo a parlare, con relativo scambio di doni. Lui ha dato ad ognuno un rosario.