AGI – A poche ore dalla serata finale del festival, il testo di Volodymyr Zelensky non è ancora arrivato alla Rai. Il direttore dell’intrattenimento Stefano Coletta assicura all’AGI che “non salterà, lo posso dire con certezza” ma è chiaro che le tempistiche iniziano a essere indicative di serie difficoltà nell’elaborazione del documento in una vicenda che assume contorni sempre più vasti tanto che Giorgia Meloni ne ha parlato a Bruxelles affermando che avrebbe preferito la presenza all’Ariston del leader.
Fonti non ufficiali vicine alla kermesse riferiscono che invece anche la lettura del testo sarebbe non certa e che in ballo ci sarebbe anche la presenza sul palco di una band ucraina. Fatto è che in un festival che raccoglie consensi e polemiche che comunque alimentano dati di ascolto già di per sé travolgenti, questo è un ‘bubbone’ che si sta trascinando dall’inizio alla fine.
“Domani daremo indicazioni certe, siamo in contatto quotidiano con l’ambasciatore ucraino” assicura Coletta. “Non ho mai ricevuto chiamate dalla politica, qui pensiamo solo a fare scalette e a concentrarci sulla parte artistica”.
Tornando al testo, lui e Amadeus spiegano che “da parte della Rai c’è stata assoluta libertà sulla forma di intervento che il presidente avesse voluto scegliere per intervenire al festival. E la decisione di preferire il testo e non il video, come all’inizio ci era stato comunicato, è stata una scelta del presidente”. E il conduttore e direttore artistico aggiunge di non avere “mai ricevuto pressioni dalla politica in nessuno dei miei quattro festival”.