AGI – La giustizia spagnola ha condannato il gigante della vendita al dettaglio online Amazon per aver impiegato senza contratto 2.166 fattorini che utilizzavano i propri veicoli per le consegne, e che dovevano invece essere inquadrati come dipendenti. Un tribunale di Madrid specializzato in affari sociali ha stabilito che questi lavoratori sono “falsi autonomi”, che avrebbero dovuto essere legati da un contratto di lavoro alla piattaforma statunitense e ha quindi imposto al gigante della vendita online di regolarizzare la situazione di queste persone pagando i loro contributi previdenziali.
La sentenza non specifica il costo di questa misura. Ma secondo il sindacato Ugt, che ha avviato il procedimento legale contro Amazon, dovrebbe trattarsi di “diversi milioni” di euro. “È la prima volta che Amazon viene condannata per il suo modello Amazon Flex, in cui gli autisti addetti alle consegne sono obbligati a lavorare con i propri veicoli per consegnare i pacchi utilizzando un’applicazione aziendale”, ha dichiarato il sindacato in un comunicato.
Questa decisione è “un altro passo avanti” per il rispetto dei “diritti dei lavoratori che forniscono servizi attraverso le piattaforme digitali”, ha aggiunto l’Ugt, denunciando “situazioni di sfruttamento” che “purtroppo si verificano frequentemente” in questo settore.
Contattato dall’Afp, il colosso statunitense ha dichiarato di “rispettare la decisione del tribunale”, pur sottolineando il proprio disaccordo con l’analisi della Corte e ha annunciato un ricorso. L’azienda ha dichiarato di aver lavorato per anni con un’ampia rete di società di consegna, compresi grandi gruppi, aggiungendo che i dipendenti del programma “Amazon Flex” hanno consegnato solo “una piccola percentuale di pacchi consegnati in Spagna”.
Questo programma, ha detto Amazon, è stato attuato nel Paese tra il 2018 e il 2021 e non esiste più “dall’aprile 2021”. La sentenza del tribunale spagnolo è arrivata nello stesso giorno in cui il Parlamento europeo ha approvato una posizione comune per rafforzare i diritti dei lavoratori delle piattaforme digitali come Uber e Deliveroo. Il testo, che deve ora essere negoziato con gli Stati membri, propone di stabilire le stesse regole in tutta l’Ue per quanto riguarda la riclassificazione come dipendenti degli autisti che consegnano i pasti o che lavorano per le grandi piattaforme.