Quando sentite ripetere una cosa come un dato assodato, certo, irrecusabile, incontrovertibile, quando la sentite ripetere da tutti indistintamente, senza distinzione di sesso, di età, di credo religioso, di colore della pelle, di destra o sinistra, spesso è un’esagerazione distorsiva del vero o direttamente una balla. Affiderei a Claudio Giunta, che ha elevato sabato qui Paolo Sottocorona al suo giusto livello, il Nobel per la scienza, un commento sulle bollette. Le bollette sono aumentate, certo. Qualcuno che non poteva pagarle, si è astenuto. Non lo appenderanno per i piedi, il 70 per cento della manovra, intanto, sarà destinato alle bollette, famiglie e imprese. Le ultime manovre sono fatte sopra tutto di sussidi, d’altra parte, e è anche giusto, per carità. Il gas è giù del 70 per cento. Il settanta per cento della campagna allarmistica sulle bollette ci è costato angoscia, quasi peggio del caldo estivo, peggio di un ponte dei santi molto gradevole, non dico sia una boiata pazzesca, ma poco ci manca. Se lo dicono tutti, è falso.
In Italia ci sappiamo fare, altroché. Abbiamo risparmiato energia in passato consumata inutilmente, limitando il caro bollette. Abbiamo risparmiato in consumi inutili e farlocchi, dopo la gigantesca capitalizzazione delle famiglie durante la pandemia, e gli incrementi delle bollette sono stati in parte compensati. L’inflazione a due cifre ci molesta al supermercato, ma falcidia il debito pubblico per i nostri famosi figli e nipoti, che per noi non hanno ancora fatto nulla. Siamo esportatori di successo, facciamo alti profitti non solo a Unicredit o all’Eni, li facciamo anche nelle aziende, anche piccole e medie, che hanno subito l’impennarsi del costo dell’energia, e non è vero che sono tutti costretti a chiudere se lo stato non li sorregge con la fiscalità generale; o almeno, visto che lo dicono tutti, tutti, tutti, probabilmente è falso. Molti esercizi commerciali hanno chiuso per bollette troppo alte, moltissimi hanno aumentato i listini e compensato l’esborso non previsto. Alcuni furbissimi, che chiudevano comunque d’inverno, hanno denunciato la chiusura di quest’anno come effetto di bollette giganti; richiesti di esibire la prova, niente da fare, la bolletta non si è vista. Si è visto invece che godevano di bonus per l’autonomia energetica, erano dei ballisti. L’incremento delle bollette è andato di pari passo all’incremento delle balle. Fa pop scatenarsi contro il caro bollette; fa voti; fa discorso pubblico impeccabile; fa lotta contro le diseguaglianze, altra circostanza che suggerirei a Claudio Giunta di verificare con la sua acribia di grande dantista in servizio civile nazionale, ché se ci affidiamo agli statistici stiamo freschi.
Mi sono sentito obbligato a raddoppiare le cataste di legna per l’inverno, ho fatto un ottobre di docce semifredde, il clima surriscaldato lo consentiva senza troppi danni, e ora il mondo vecchio europeo pare sia tornato a essere una nebulosa di gas abbondante, e io che avevo fatto in anticipo qui l’elogio della futura disciplina del razionamento. E’ un’esagerazione anche questa mia nota, probabilmente un atto di realismo di destra intollerabile per la versione di sinistra, o viceversa, tanto tutti, tutti, tutti si sono impegnati per due mesi a dire la stessa cosa. Ma i tempi duri magari verranno, e le bollette si rigonfieranno. Intanto la benzina è meno cara, qualche problema per il mio amatissimo diesel, ma risolvibile anche dai padroncini camionisti. O no? Ditemi che la terra brucia, che andiamo incontro all’autunno caldo, l’ho già sentita e anche se non la sentissi, non ci crederei più di tanto. E’ la diversità delle opinioni e delle percezioni, un aspetto della crescita delle diseguaglianze tra chi sa leggere i giornali e chi li subisce. Non subitemi. Grazie.