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Morning Bell: i mercati sono in attesa della mossa della Bce sui tassi

Ott 27, 2022

AGI – I mercati provano il rimbalzo ma lo fanno in un contesto molto volatile e instabile, mentre c’è attesa per la riunione della Bce e per le trimestrali di Amazon e Apple. Inoltre l’aspettativa che le banche centrali potrebbero già a dicembre rendere meno aggressivi i loro rialzi dei tassi sta indebolendo il dollaro e frenando l’ascesa dei rendimenti dei Treasury.

In Asia prosegue il rimbalzo di Hong Kong che continua a salire e balza quasi del 2%, dopo aver reagito male all’inizio dell’ottava per la conferma di Xi Jinping, il fautore della politica dello Zero Covid che sta rallentando la crescita dell’economia del Dragone, alla guida della Cina. In leggero calo Shanghai e anche Tokyo. In rialzo i future a Wall Street, dopo che ieri lo S&P e il Nasdaq hanno interrotto una striscia positiva di tre rialzi consecutivi.

Al termine delle contrattazioni, Alphabet ha chiuso in ribasso del 9,1% e Microsoft del 7,7%. Entrambi hanno subito il peggior declino in un giorno dall’inizio della pandemia, trascinando in calo il Nasdaq del 2%, mentre lo S&P ha perso lo 0,73% e il Dow Jones è salito dello 0,01%.

Male anche Meta, che ha bruciato 65 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato dopo una trimestrale da cui emerge un quarto di ricavi in meno. “Gli investitori probabilmente sono stati colti un po’ di sorpresa dalle previsoni pessimistiche offerte da Microsoft, mentre erano più preparati alla debolezza di Alphabet” ha commentato Sam Stovall, chief strategist di Cfra. A far suonare l’allarme per le big tech sono state le diminuite vendite di pubblicità online di Google e YouTube e le crepe nel cloud di Microsoft.

A smorzare un po’ il nervosismo degli investitori e a frenare il tasso dei Treasury, col 10 anni che resta comunque al 4%, è l’aspettativa che da dicembre le banche centrali potrebbero diventare meno aggressive. “I rendimenti sono generalmente più bassi e l’aspettativa per le strette monetarie si è un po’ raffreddata” commenta Taylor Nugent, economista di mercato della National Australia Bank di Sydney, il quale ha anche ricordato che ieri la Banca del Canada ha annunciato un rialzo dei tassi di 50 punti base più basso del previsto, notando che la Fed, dopo una nuova stretta dello 0,75% a novembre, potrebbe imitare a dicembre il Canada.

Queste aspettative hanno frenato il biglietto verde, anche per gli interventi valutari della Boj e del Pboc, mentre l’euro è tornato sopra la parità col dollaro. Inoltre oggi i future sull’EuroStoxx sono in calo, mentre ieri le Borse europee hanno chiuso la seduta in rialzo.

Gli occhi dei mercati sono comunque puntati sulle mosse della Bce che si pronuncerà sui tassi. In un contesto d’incertezza e volatilità, gli investitori si aspettano dal comitato direttivo dell’istituto di Francoforte un ulteriore rialzo dei tassi dello 0,75% e modifiche ai Tltro.

C’è attesa soprattutto per capire come l’istituto modificherà le operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine attraverso cui fornisce alle banche prestiti agevolati per metterle in grado di iniettare liquidità nell’economia reale.

In generale, l’obbligazionario continua a risentire positivamente della speranza di un rallentamento nel ritmo della stretta monetaria avviata dalla Fed e del rasserenamento della situazione in Gran Bretagna, con la nuova leadership di Rishi Sunak.

I prezzi del petrolio  salgono al top da due settimane, per le diminuite pressioni del dollaro e per l’aumento record delle esportazioni petrolifere Usa, il quale suggerisce che la domanda globale resta robusta, malgrado i recenti venti contrari.

In Asia I future sul Wti risalgono sopra 88 dollari e quelli sul Brent quasi a 96 dollari al barile. Sul fronte macro oggi abbiamo la lettura preliminare del Pil Usa del terzo trimestre, che dovrebbe partire in rialzo dopo la “recessione tecnica” degli ultimi due trimestri (in realtà dovuta all’elevata volatilità delle scorte e del retail).

La settimana si concluderà in Germania con la pubblicazione del Pil preliminare del terzo trimestre, atteso in contrazione e con la prima lettura dell’inflazione di ottobre, attesa poco variata, dal 10,9% al 10,8%.  E con la riunione della Boj, la Banca del Giappone. 

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